Editoriali

Un passo necessario per l'olio d'oliva italiano

10 luglio 2015 | Giampaolo Sodano, Mario Pacelli

“Il piano olivicolo nazionale è l’ultimo giro di giostra che abbiamo a disposizione per il rilancio e lo sviluppo del settore, ha sottolineato al recente convegno di Bari Giovanni Zucchi, Presidente dell’Assitol. In Italia ci sono differenti tipologie di olivicoltura, ognuna con le proprie caratteristiche. Le dobbiamo valorizzare tutte, con una intelligente operazione di segmentazione del mercato. Gli olivicoltori hanno bisogno di investire in impianti moderni ed efficienti; l’industria ed il commercio, ha concluso Zucchi, devono fare la loro parte anche con una maggiore attenzione alla qualità”.

Invitiamo il presidente Zucchi a leggere la relazione annuale della società Deoleo in cui si scrive: “Se un imbottigliatore offre prezzi al di sotto della concorrenza e senza collegamento con i prezzi di mercato della materia prima che lavora, dovrebbe rivedere il suo sistema contabile dei costi. E se non cambia metodo, non ci resta altro che pensare che stia attuando pratica fraudolenta”. E continua: “La vendita di olio sottocosto e la pressione distruttrice sui margini della catena sono un incentivo alla frode, perché se un agricoltore, un imbottigliatore o un distributore vede che, con continuità, i suoi prodotti vengono venduti sottocosto, per sua necessità di sopravvivenza può cadere nella tentazione della frode. Frodi che vanno dall’etichettatura, minor riempimento, profili organolettici al limite, fino alla miscela con altri oli vegetali, miscele di sansa con il raffinato o aggiunte di deodorato all’extra vergine”.

Dalla relazione Deoleo si evince che in Spagna, tra il 2011 e il 2014, è stato venduto sottoscosto il 41% dell’olio dalle olive, con una perdita per il settore di 113,6 milioni di euro.

Spontanea nasce la domanda: quanto di quest’olio è stato venduto agli industriali-confezionatori del nostro paese? Non è forse questo commercio fraudolento e truffaldino ad aver messo in ginocchio l’olio e l’olivicoltura italiana? Abbiamo visto la stessa cosa negli anni ’80 e ricordiamo come è andata a finire: lo scandalo dell’olio di colza destinato a usi industriali e venduto, invece, per il consumo umano, che nell’estate del 1981 causò circa 25.000 avvelenamenti, con quasi 400 morti e diecimila disfunzioni organiche permanenti.

In parlamento, al ministero, nei convegni si fa un gran parlare della nuova unità della filiera olearia. Bene, anzi benissimo. Allora, se siamo d’accordo nel voler valorizzare e segmentare il mercato dell’olio italiano, caro Zucchi, partiamo dallo studio condotto recentemente dall’Ismea sui costi di produzione dell'olio d'oliva, a cui aggiungiamo il prezzo medio delle olive per cui sommando i due fattori, si determina il costo dell'olio al momento della immissione nel mercato. Per gli oli comunitari ed extracomunitari prendiamo i prezzi dell’olio rilevati dalla borsa telematica e ci aggiungiamo i costi medi di confezionamento. A questi potremmo sommare i costi di trasporto e i margini applicati dalla GDO ottenendo il prezzo medio minimo che una bottiglia d’olio deve avere sullo scaffale. 

A questo punto, caro presidente Zucchi, se il prezzo di vendita al pubblico fosse inferiore al costo di produzione e/o di distribuzione che abbiamo rilevato e convenuto - e se l'etichetta indica che si tratta di olio ottenuto da olive italiane,- è legittimo presumere una frode (ugualmente per l’olio comunitario o extra comunitario) salvo il caso che chi ha immesso l'olio sul mercato non fornisca motivazione idonea del suo comportamento commerciale anomalo (nessun imprenditore svolge la sua attività in vista di un danno patrimoniale).

In ogni caso aggiungiamo due emendamenti al documento sottoscritto dalla filiera: primo, quegli operatori che compiono una frode immettendo sul mercato l’olio gadget verranno espulsi dalle organizzazioni professionali; secondo, le imprese organizzate nelle associazioni firmatarie non forniranno olio a quelle insegne della GDO che mettono in commercio olio sottocosto.

Il presidente Zucchi, che ha brillantemente omesso nel suo intervento di citare la presenza sul mercato dei frantoi oleari, è disponibile, per la parte del mercato che rappresenta, a sottoscrivere il metodo che proponiamo sui prezzi e gli emendamenti al documento unitario? Siamo tutti curiosi di saperlo.

Potrebbero interessarti

Editoriali

Obiettivo terrorizzare i giovani sul vino: si apre la strada ai dealcolati

Il vino è un patrimonio culturale dell’umanità, dei figli di Dioniso e di Bacco in particolare, che lo hanno diffuso nel Mesiterraneo.Ma il mondo va in un'altra direzione: Bill Gates ha investito nel grasso del futuro, il “burro d’aria”, fatto a partire dall’anidride carbonica e acqua, senza ingredienti animali

23 giugno 2025 | 14:00 | Pasquale Di Lena

Editoriali

Meglio l'avocado dell'olio extravergine di oliva per l'estate: quando la moda influenza i consumi

Un veloce confronto tra olio e avocado vede il primo più calorico ma superiore in quanto a proprietà antiossidanti, ipoglicemizzanti, antibiotiche, anticancro e antinfiammatorie e il secondo un “superfood” saziante, nutrizionalmente completo e ricco di potassio

20 giugno 2025 | 14:00 | Giosetta Ciuffa

Editoriali

2045: la rivolta degli olivicoltori italiani…

Scattano le proteste e i picchettaggi davanti ai centri di distribuzione della Grande Distribuzione per l’invasione del nuovo olio extravergine di oliva sintetico, frutto dell’esperienza dei kit fai da te Made in Usa. Le quotazioni all’ingrosso tornano a 2 euro/kg

10 giugno 2025 | 11:00 | Alberto Grimelli

Editoriali

Al consumatore devi far sapere che l’olio lampante non è da bere

Striscia la Notizia ha grande risonanza quindi speriamo sempre che arrivi il momento in cui nessuno penserà che davvero sia una mossa intelligente acquistare olio in mezzo alla strada oppure a un prezzo irrisorio in negozio

06 giugno 2025 | 14:30 | Giosetta Ciuffa

Editoriali

Xylella fastidiosa non fa miracoli: distrugge e basta!

La Puglia olivicola non è un set cinematografico e la Xylella non è un antagonista da fiction, ma un patogeno che ha fatto strage vera. Basta a ricostruzioni fantasiose non basate sulla verità scientifica

24 maggio 2025 | 15:00 | Elio Menta

Editoriali

Nubi all’orizzonte: l’olio di oliva italiano non può reggere la tempesta in arrivo

Si avvicina la tempesta perfetta, con la Grande Distribuzione italiana che diventerà il Cavallo di Troia per l’accesso al ricco mercato italiano dei colossi dell’olio di oliva spagnoli. Una dinamica che impatterà anche sull’olivicoltura nazionale

21 maggio 2025 | 12:00 | Alberto Grimelli

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati