Editoriali
La grande squadra del vino italiano

Tornando a viaggiare ed a fare promozione, posto all’attenzione della Fidal e della sua Casa Italia Atletica, il primo impegno è stato quello di attivare le sinergie come quelle messe in campo nei nove anni di promozione, in Italia, e nel mondo, con L’Enoteca italiana di Siena
08 agosto 2025 | 10:00 | Pasquale Di Lena
Quando , all’inizio del terzo millennio, dopo un’assenza di sei anni, sono rientrato all’Ente Mostra Vini - Enoteca, Italiana di Siena, ho trovato dei cambiamenti profondi, in particolare la impossibilità di tornare a girare il mondo in mancanza di programmi e di risorse indispensabili per dare continuità agli importanti risultati delle sue iniziative, a cavallo degli anni ’80 e prima metà anni ’90, in Europa e nel mondo. E, poi, non c’era più la grande squadra, e non solo, perché non c’erano più i protagonisti di un tempo, ma per le novità introdotte nel frattempo, che riguardavano l’Alitalia e, in modo particolare, l’Ice, con l’idea di un assorbimento dei suoi compiti nei ruoli delle Ambasciate. Venute meno, per una serie di ragioni, anche le risorse, soprattutto quelle del Monte dei Paschi. presento due progetti da sviluppare nelle regioni italiane: uno allo sportello europeo, “Vino ò”, finanziato dall’Unione europea per 4 miliardi di euro poco più; e l’altro, “Vino e Giovani”, al Ministero dell’Agricoltura e alle Regioni. Un progetto che, nei tre anni di suo sviluppo, incontra alcune migliaia di giovani delle più importanti università italiane. Oggi di grande attualità quale importante risposta agli attacchi sferrati, da più parti. contro il vino.
Dopo tre anni chiudo con Siena e la sua Enoteca. Rientro nel mio Molise per dirigere una azienda agricola di 540 ettari e, al secondo anno del mio impegno, accolgo l’invito di Casa Italia Atletica, struttura della Federazione Italiana di Atletica Leggera (Fidal) a partecipare con la presentazione degli oli e dei vini della Di Vaira di Petacciato, l’azienda alla quale avevo dato il nome “Fattoria della solidarietà”.
Per la prima volta imbottigliati, con le etichette firmate da Ro Marcenaro, il grande designatore umoristico. Vini presentati, con l’Enoteca Italiana di Siena alla 40° edizione (2006) del Vinitaly di Verona.
Qualche mese dopo, con gli oli dela Fattoria, diventano i protagonisti di Casa Italia Atletica ai Campionati europei in svolgimento, a Goteborg in Svezia. Un’esperienza che mi porta, su invito dell’allora responsabile di Casa Italia, Avv. Mario Ialenti, a collaborare con la Fidal con un mio progetto, “La maratona del gusto e delle bellezze d’Italia”, e, con esso vivere esperienze nei grandi eventi, europei e mondiali, di Atletica Leggera: da Berlino a New York, Barcellona, Mosca, Madrid, Lubiana, Tallin, Osaka, Zurigo, e altre città.
Tornando a viaggiare ed a fare promozione con questo progetto, posto all’attenzione della Fidal e della sua Casa Italia Atletica, il primo impegno è stato quello di attivare le sinergie come quelle messe in campo nei nove anni di promozione, in Italia, e nel mondo, con L’Enoteca italiana di Siena. Un obiettivo raggiunto senza grandi difficoltà e in breve tempo grazie alla squadra di Casa Italia Atletica, ricca di adeguate professionalità. La capacità di dialogare e la voglia di fare ha permesso, sin dalla XII edizione dei Campionati mondiali di Atletica Leggera, che si sono svolti nell’Agosto del 2009 a Berlino, ha permesso di realizzare con successo il progetto “Maratona” e di renderlo, con la continuità delle iniziative, forza di comunicazione, promozione e valorizzazione dell’agroalimentare italiano. In particolare delle sue eccellenze Dop e Igp, testimoni speciali non solo di territori già famosi, ma, anche e soprattutto, di quelli meno conosciuti. Casa Italia Atletica, un contenitore formidabile per un marketing di successo, essenziale, oggi, per sopportare il peso e gli effetti di una crisi che tocca soprattutto i Paesi occidentali. Speciale per conquistare i nuovi mercati, che non sono solo la Cina e l’India, forti di centinaia di milioni di persone disponibili a spendere per i nostri prodotti ed a venire nel nostro Paese, ma il mondo, oggi in difficoltà per l’assurdità della guerra, quale fonte solamente di scontro, con morti e distruzioni, e non di confronto, soprattutto con il cibo, Quello prodotto dalla fertilità del suolo, non in laboratorio o artificiale, che racconta storie di millenni, biodiversità, paesaggi, ambienti, storia, cultura, tradizioni. In pratica, nel momento in cui dona, con la convivialità intorno a una tavola imbandita, pace e, con essa, il piacere della vita nel momento in cui nutre il cervello naturale e non quello artificiale che il dio denaro di un sistema sbagliato, il neoliberismo, sta cercando di rendere dominante, nemico della terra, della natura.
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