Editoriali

400 milioni di buoni motivi per litigare

06 luglio 2013 | Ernesto Vania

Federconsorzi doveva essere ricordano o scordato solo come uno dei più grandi fallimenti del Dopoguerra. Un buco da più di due miliardi di euro.

Dopo la costituzione della NewCo Consorzi Agrari d'Italia da parte di Coldiretti, però, la questione è diventata d'estrema attualità.

Infatti Confagricoltura e Cia davano ormai per disperso il patrimonio di Federconsorzi ma la caparbietà e gli appoggi politici di Coldiretti hanno fatto in modo di recuperare dal crac 400 milioni di euro di crediti vantati da Federconsorzi nei confronti dello Stato.

Quando questa operazione era ancora solo allo stato progettuale il presidente della Cia, allora come oggi Giuseppe Politi, al Corriere della Sera del 8 febbraio 2010, dichiarò che trattavasi “di un disegno politico sponsorizzato dalla Coldiretti al fine di ricostruire la Federconsorzi, dentro la cui cassaforte ci sono crediti che fanno gola a molti.”

Ora che il progetto è divenuto realtà, la Coldiretti vanta una leadership nei Consorzi agrari, costruita anno dopo anno, anche a colpi di delibere, come quella che obbliga proprio i Consorzi ad aderire all'associazione che fa capo a Sergio Marini.

La Coldiretti non ha mai negato, anzi ha sempre affermato con forza, che i Consorzi dovevano essere lo strumento con cui costituire la Filiera agricola tutta italia (Fai) e non è quindi un caso che molti dei mercati di Campagna Amica abbiano proprio sede presso i Consorzi agrari.

Un disegno che proprio non piace a Giuseppe Politi che, nel corso della recente assemblea della Cia a Lecce ha dichiarato: “i Consorzi agrari hanno lo scopo di contribuire all’innovazione e al miglioramento della produzione agricola, nonché alla predisposizione e gestione di servizi utili all’agricoltura, ma sono nuovamente piegati a un progetto di parte. Un progetto che si chiama 'Filiera agricola tutta italiana' che nei fatti si traduce nella costituzione della sesta centrale cooperativa. Il cui presidente è contemporaneamente anche presidente della Coldiretti”

Un legame, quello tra il progetto del Fai e la Ue.Coop, ovvero la nuova centrale cooperativa targata Palazzo Rospigliosi, ancora tutto da chiarire.

Nel frattempo, però, Coldiretti continua a proseguire lungo la strada tracciata.

Alla fine del 2011 i Consorzi agrari hanno costituito il fondo immobiliare chiuso Agris, al quale hanno conferito una parte del patrimonio immobiliare non strumentale di loro proprietà, con un portafogli iniziale di 45 immobili per un valore di 100 milioni.

"Vi sono state molte proteste da parte di soci e consiglieri di minoranza dei Consorzi agrari che hanno contestato soprattutto la mancanza di trasparenza delle operazioni", ha sottolineato Giuseppe Politi.

A fargli eco anche Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, che ha fatto riferimento a difficoltà di voto nelle elezioni per i rinnovi delle cariche dei consigli dei Consorzi agrari da parte di soci non affiliati a Coldiretti.

Ora che il tesoretto è tangibile e ben definito è insomma scoppiata la bagarre per gestirlo e trarne i frutti.

Coldiretti, da una parte, fa presente che, senza il suo interessamento e il progetto Fai, quel tesoretto non sarebbe neanche mai esistito, mentre la Cia, per bocca del suo presidente Politi replica che “i Consorzi agrari devono essere un patrimonio di tutta l’agricoltura e non di una parte. In una situazione così critica dell’economia e dei bilanci pubblici non possiamo permettere che centinaia di milioni siano gestiti in modo non trasparente".

Vi sono 400 milioni di buoni motivi per litigare, anche considerando una Pac alle porte che ridurrà sensibilmente le entrate per le associazioni di categoria.

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