Cultura

Là dove la mano dell’uomo corre più lieve

Il giardino formale di Villa Le Corti secondo la visione di Oliva di Collobiano, alias Andrea Borenstein. "Il mio compito - dice - è restituire chiarezza". Serve pulizia, ordine

18 aprile 2009 | Nicola Dal Falco

Il giardino formale di  Villa Le Corti

Oliva di Collobiano, alias Andrea Borenstein, il giardiniere errante e smarrito del suo ultimo libro (Il giardiniere smarrito, editrice@lef.firenze.it) parla e fuma con lo stesso metodo, pescando fili di tabacco e immagini che rolla nella cartina ben tesa. Il discorso prende così il largo, a volute dense e chiare, seguendo un proprio corso che sembra vago, ma non è.

Da quando si è trasferita a San Casciano Val di Pesa, Oliva di Collobiano vive a Villa Le Corti e arrivando si è occupata di ciò che separa o piuttosto unisce la villa ai campi: da una parte lo spazio residenziale che comprende la cantina, il frantoio e l’orciaia, dall’altra la campagna coltivata a vigna e ulivo e in mezzo il giardino.

La presenza di queste colture e il fatto che si tratti di una produzione non industriale, ha permesso alla natura di mantenere un proprio contorno di siepi, più o meno profonde e spontanee. Qui, la mano dell’uomo corre più lieve, lasciando a se stessi i pendii in ombra, i lati del sentiero o di una strada. L’insieme, pur avendo un’impronta ben definita lascia assaporare la sensazione del tempo, quella di una visione e di un lavoro che ci hanno preceduti.
Più asciutto, più giusto, più toscano.

"Il mio compito – spiega Oliva di Collobiano – è stato di togliere i rimasugli, accumulati negli anni, salvando le rose vicino ai portali di passaggio, abbassando le siepi che fiancheggiano i cipressi, restituendo chiarezza al disegno del giardino formale, afflitto da piante, piantine, pianticelle. Ora, con la siepe di bosso ribassata, i quattro diosperi che fanno compagnia all’olivo, piantato per una lieta ricorrenza, è tornato più asciutto, più giusto, più toscano".

"Un giardino all’italiana come dicono gli inglesi, formale, ma meglio ancora toscano che a Le Corti svolge un ruolo tutt’altro che scenografico, mettendo due volte in evidenza l’idea da cui trae origine. Idea estetica e funzionale a cui ridurre una porzione di terreno, contigua alla casa di campagna e usata per avere a portata d’occhio e di mano le aiuole di aromatiche, quelle piante non curative, al massimo lenitive che addolciscono, profumano e insaporiscono la cucina dei giorni: rosmarino, salvia, melissa, pimpinella, camomilla. «Abbiamo tralasciato i limoni, sempre presenti nel giardino formale, perché sarebbe stata necessaria troppa mano d’opera".

"Un giardino, quindi, utile, misurato e sobrio che fa, per così dire, da cerniera alla fuga di colline di fronte, da piano di passaggio e camera di compensazione con la campagna rurale vera e propria. Dobbiamo immaginarlo e viverlo così: come una sosta dello spirito e del corpo tra villa, fattoria e cicli lavorativi della terra. «In più, ed è la caratteristica di Villa Le Corti, questo giardino si trova qualche gradino più in basso del prato che fa da soffitto alle cantine seicentesche, costruite sotto la villa per sfruttare la termica del terreno. Solo un breve dislivello che agevola un passo sereno in direzione del fuori".

La bellezza del paesaggio è l’opera che vi si svolge
Il giardino formale nacque, quando l’Italia ancora non esisteva, tra Firenze e Siena. L’occhio che ne codificò la forma è quello di Peruzzi, Bramante, Raffaello. Molto dopo, nella loro discesa verso sud, piacque agli inglesi che lo chiamarono “all’italiana”. Ma torniamo a guardare la campagna di San Casciano Val di Pesa. Il giardino prende vita da lì.

"Arrivando a Le Corti – precisa Oliva di Collobiano – ho capito una cosa importante. Puoi leggere il paesaggio, podere per podere, dove ogni casa agricola ha il suo pino. Su questo ordito si tesse la trama delle stagioni con i loro colori e lavori corrispondenti. La vigna, poi, richiede uno studio costante, aggiustamenti, modifiche. Alla fine ti rendi conto che la bellezza del paesaggio coincide con l’opera che vi si svolge ogni giorno. «Anche il singolo sasso e qui la terra quasi ne ribolle, spaccando i macchinari, ha una sua qualità. Insieme alla fioritura degli anemoni sui ciglioni selvatici, alle macchie di querce, frassini e ontani o al grande mandorlo, lasciato crescere davanti casa".

"Cosa serve allora? Soprattutto pulizia, ordine che non vuol dire pratini rasati. Bisogna solo evitare la trasandatezza, quella sì, e per il resto c’è il vivere normale: foglie morte, polvere, spifferi… Ad esempio, la strada bianca che porta in villa. Asfaltarla sarebbe negare il posto in cui si è scelto di vivere".


TESTO CORRELATO
Ecco cos'è il giardino: un pezzo di terra segnato dall’uomo
link esterno

Potrebbero interessarti

Cultura

L’olio extravergine di oliva in Guerre Stellari: le ricette della saga

Cuochi come il maestro Marino Pomana hanno sviluppato tecniche di cottura e condimento basate sulle qualità fisico-chimiche dell'olio di oliva, a volte adattamenti funzionali della nostra maionese terrestre

12 luglio 2025 | 10:00 | Vilar Juan

Cultura

Come far innamorare dell’olio di oliva di qualità la Generazione Z

Usare correttamente il linguaggio dei giovani può essere utile per avvicinarli a un mondo, quello dell'olivo e dell'olio, che sentono distanti. Ecco come i Boomer possono avvicinare la Generazione Z all'extravergine

11 luglio 2025 | 13:00 | Giulio Scatolini

Cultura

L'attacco al vino, elemento di cultura e di difesa del territorio

Il comparto vitivinicolo nazionale vale 45 miliardi di euro tra impatto diretto e indiretto, l’1,1% del Pil, con 8,1 miliardi di euro di export, e quasi un milione di occupati in oltre 200.000 aziende

10 luglio 2025 | 14:00 | Giosetta Ciuffa

Cultura

Un nuovo slang per appassionare le nuove generazioni all'olio di oliva

La generazione più destinata a rappresentare il futuro dell'olio extravergine di oliva è di certo la Generazione Z. Con che frasi, legate all’EVO, dovremmo rivolgersi con entusiasmo e ironia ai giovani?

04 luglio 2025 | 11:00 | Giulio Scatolini

Cultura

Scopriamo l'Itrana, varietà pluripremiata in tutti i concorsi oleari nazionali

E' l'anno dell'Itrana e quindi è bene scoprirne il segreto. La scoperta dei profumi e del senso dell'Itrana quando si è cominciato a lavorare le olive verdi, sottocalibri della lavorazione in oliva da tavola "bianca"

26 giugno 2025 | 16:00 | Giulio Scatolini

Cultura

Aprire l'ombrello in casa porta sfortuna, ecco perchè

L’ombrello, dischiuso come quando si usa all’aperto per ripararsi dalla pioggia, porterebbe i pericoli e le insidie che affollano lo spazio esterno all’interno dello spazio domestico. Se una donna raccoglie il suo ombrello caduto, essa resterà zitella

20 giugno 2025 | 13:00 | Giulio Scatolini