Cultura

Gli olivi uccisi da Xylella diventano un museo a cielo aperto

Gli olivi uccisi da Xylella diventano un museo a cielo aperto

Il progetto Il Campo dei Giganti vuole dare nuova vita, attraverso l'arte, a monumenti naturali che purtroppo hanno ceduto a Xylella fastidiosa, diventando testimonianza

02 novembre 2022 | C. S.

A Nardò, in provincia di Lecce, è iniziato tutto. Sono iniziati in questa zona i primi focolai di Xylella fastidiosa che poi si sono diffusi all'intero Salento e oltre, uccidendo migliaia di olivi.

Proprio la cittadina è famosa perché dà il nome a una celebra varietà, la Cellina di Nardò, purtroppo particolarmente sensibile al batterio.

Da Nardò, attraverso l'arte, si vuole dare un segnale di rinascita culturale, prima ancora che colturale, del territorio.

È così che nasce il progetto Il Capo dei Giganti, sui terreni di Simone Tarantino, agricoltore e tassidermista per musei. Parte degli oliveti distrutti da Xylella non saranno ripiantumati ma diventeranno un museo a cielo aperto, testimonianza storica dell'epidemia di Xylella.

A realizzare il progetto Ulderico Tramacere, fotografo e artista. Un’opera naturale partecipata che servirà da monito alla fragilità del paesaggio. Tronchi ormai privi di chiome, saranno ricoperti di calce bianca, facendoli diventare, a tutti gli effetti statue che ricordino il passato, accanti, si spera, a virgulti nuovi oliveti.

Se la calce è nota come sostanza caustica capace di disinfettare, il bianco rinvia a un candore originario ed è auspicio di rinascita. Un velo bianco che, da un lato, ripercorre una pratica ecosostenibile largamente utilizzata in agricoltura, dall’altro, richiama la nobiltà del marmo, esaltando la naturale potenza plastica dei tronchi.

Il progetto culturale è partecipato. È possibile acquistare un’opera digitale (un cortometraggio in cui ogni ulivo racconta, con la propria voce, il suo punto di vista) associato a un albero, muovendosi in una mappa virtuale disponibile sul sito del progetto Il Campo dei Giganti.

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