Cultura
L'amore di Hemingway per il vino elevato ad arte

Con una scrittura che non lascia nulla al caso, Hemingway trasmette una visione caleidoscopica dell'alcol. A differenza dell'alcol distillato o della birra, compagni di molti deliri di ubriachezza, il vino è citato nei momenti di festa
22 luglio 2022 | C. S.
Un tratto distintivo della personalità di Hemingway è il suo rapporto con l’alcol e col vino in particolare. Tutti ricordiamo i suoi ritratti al tavolo di un bistrot parigino, sinonimo di creatività e disperazione. Una tendenza bipolare caratteristica di tutta quella generazione di scrittori.
Il rapporto di Hemingway con l’alcol e il vino nella sua scrittura
Con una scrittura che non lascia nulla al caso, Hemingway trasmette una visione caleidoscopica dell'alcol. Ben più che un mero filo narrativo, Ernest Hemingway lo converte in un personaggio e in un vasto arsenale simbolico: amicizia, mascolinità, vulnerabilità, fuga e persino autodistruzione, ma anche un elemento di piacere sensuale e un inno al viaggio stilistico, lessicale e semantico.
Hemingway: vino, alcol e socialità
Nel racconto intitolato Colline come elefanti bianchi, la frase "l'uomo bevve la sua birra" significa "disse", un'attività ripetitiva in cui il gesto di alzare l'avambraccio (e non il gomito!) trasmette l'idea di annuire. In La breve vita felice di Francis Macomber, "Oh, ancora sto bevendo il loro whisky" serve ai cacciatori per annunciare che il safari è andato male. In caso contrario, il vincitore offre da bere dicendo "Stasera berremo champagne per il leone".
Hemingway: il vino è festa, armonia e piacere
Praticamente in tutte le sue opere, Hemingway porta in scena l'alcol come un personaggio proteiforme, del quale il vino rappresenta una serie di sfaccettature.
Tuttavia, a differenza dell'alcol distillato o della birra, compagni di molti deliri di ubriachezza, il vino è citato nei momenti di festa.
Lo champagne, non sorprende, è protagonista di numerosi festeggiamenti tra amici. Citarne la marca è parte della festa, come Mumm in Fiesta, o Perrier-Jouët in Il giardino dell'Eden, e fa da coadiuvante per l'esaltazione generale di una gioventù in un universo in costante movimento.
Hemingway distingue i vini a tal punto che un elenco esaustivo risulterebbe tedioso. In compenso, ad uno sguardo attento, è evidente che ciascuno risponde a una funzione circostanziale. La sua venerazione per il Châteauneuf-du-pape o il Saint-émilion lo fa apparire un intenditore, capace di apprezzare anche un Château-margaux, al punto da considerarlo come segno di ritorno alla civiltà dopo una bevuta.
Hemingway sceglie il vino di Beaune per illustrare un momento di tenera intimità con la moglie Hadley. Una sequenza particolarmente eloquente li descrive contenti all'idea di bere il Beaune, prima di leggere e poi di andare a letto a fare l'amore. Questa intimità armoniosa fa parte del lato gaio della socievolezza associata al vino16, al quale si contrappone la presenza velata di moderni baccanali.
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