Cultura
GIUSEPPE LATERZA: I "PRESIDI DEL LIBRO" SONO NATI MUTUANDO LA STESSA FORMULA VINCENTE CHE SLOW FOOD HA ADOTTATO PER LANCIARE I PRODOTTI DELLA TERRA
Gli italiani snobbano i libri? E' proprio vero, purtroppo; ma è necessario agire sul bisogno di lettura e di conoscenza per far leva sulla gente. In tale difficile contesto, conta molto il passaparola. Da noi - ammette l'editore barese, titolare della stessa casa che ha dato alle stampe l'opera di Benedetto Croce, per intenderci - abbiamo pochi lettori in senso assoluto, ma sono relativamente molti tuttavia quelli che si possono considerare "forti"
30 settembre 2006 | Antonella Casilli
Oggi in molte regioni dâItalia, Piemonte, Puglia, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Sardegna, Trentino, Veneto si svolge la festa del lettore.
Ogni regione, attraverso i presidì cerca di capire il proprio territorio.
Luoghi legati allâiniziativa sono di solito i luoghi deputati alla lettura, oltre a quelli più insoliti dove ci si augura che il libro entri per restarci.
Per vedere comâè nata lâidea della festa e dei presidi del libro, abbiamo pensato di rivolgere qualche domanda allâideatore Giuseppe Laterza.
Dottor Laterza, grazie intanto per averci dedicato qualche minuto in questo particolare frangente; sappiamo bene quanto sia impegnato a tenere sotto controllo il tutto, per la riuscita della festa. Parliamo prima che della festa dei Presidì del libro: come le è venuta lâidea?
Con tanti amici librai, bibliotecari, editori, mio cugino Alessandro, Gilda parlavo da un poâ di tempo della necessità di stimolare la nascita di librerie quando ho conosciuto Carlo Petrini il fondatore di Slow Food e mi aveva colpito lâesperienza dei Presidì del gusto, e allora â¦.
Si è forse detto che lâappetito vien leggendo?
Appunto! Dove sembrava non esserci più mercato per un certo prodotto (il caso più noto è quello del lardo di Colonnata) , Slow Food ha dimostrato che il mercato - cioè domanda ed offerta di prodotto - si può ricreare agendo sulle componenti del sistema.
Pensando al lardo di Colonnata, mi ero detto che si poteva creare un mercato anche per i libri.
E dove lâofferta è debole?
Ecco, in quel caso bisogna agire sulla domanda. Nel caso dei libri è necessario agire sul bisogno di lettura e di conoscenza che producono la domanda di libri.
Tutti coloro che hanno a che fare con i libri sanno bene che la lettura si diffonde anche e soprattutto attraverso il passaparola, e cioè il consiglio di lettura di un amico o di una persona che si stima. Del resto, mi dicono che anche lei, su questo stesso giornale, recensisce ogni settimana dei libri trasmettendo il suo entusiasmo. Ecco, lei applica in questo modo il passaparola.
Sì, in effetti ne sono tanto convinta che ho denominato il mio Presidio "84, charring cross road", mutuandolo dal titolo del bellissimo romanzo in cui un libraio londinese elargiva consigli di lettura a una lettrice newyorkese. Ma i fattori che hanno permesso il consolidamento e lo sviluppo dei presidì quali sono stati?
Innanzitutto la straordinaria qualità e la grande passione dei lettori, soprattutto nei piccoli e medi centri, poi lâattiva partecipazione dei giornali locali e delle televisioni alla costruzione del movimento, in ultimo, per quel che riguarda la regione Puglia, di cui mi occupo più da vicino, tengo a sottolineare la positiva risposta delle istituzioni, a partire dalla Regione che è entrata come socio nellâassociazione, e della Provincia di Bari che ci ha offerto una bellissima sede nella Bari antica, la Banca Carime che ha sostenuto un ciclo di incontri con autori nelle più belle masserie pugliesi.
Oltre allâidea dei Presidì del libro si può addebitare a lei lâidea del Forum del libro e della lettura: ce ne parla?
Da un primo incontro al Salone del libro di Torino nel 2002, con alcuni amici librai ed editori, eravamo usciti con la certezza che fosse importante costruire intorno al libro una società civile di lettori. Successivamente, a Milano, nella sede della Rizzoli, abbiamo avuto un altro incontro sui Presidì. Câerano una trentina di editori, riuniti intorno ad un grande tavolo rettangolare, e qualche libraio. In quellâoccasione si disse che era utile sperimentare in concreto cosa potessero essere i Presidì, per poi valutare se era il caso di provarli a livello nazionale. Ci è sembrato utile creare una sede, un luogo dove molte esperienze di promozione della lettura potessero essere confrontate. Da qui è nata lâidea del Foum. Il nostro Paese, infatti, pur avendo pochi lettori in senso assoluto, ha relativamente molti lettori forti.

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