Cultura
Diecimila anni fa si conservava già il cibo sotto sale
La salatura, ancor oggi praticata in norcineria, è una pratica antichissima. Lungo le rive del Nilo, nel Sudan centrale, trovati cristalli di sale sulle ossa di pesci di diecimila anni fa, presenza che non può essere spiegata con fenomeni naturali di decomposizione.
13 aprile 2018 | C. S.
La salatura è una pratica molto diffusa per la conservazione del cibo, pensiamo al pesce sotto sale ma anche, più recentemente, a moltissimi salumi.
Il sale è un conservante naturale poiché aumenta la concentrazione di cloruro di sodio, così uccidendo i microrganismi che potenzialmente possono degradare l'alimento, e poiché ha un effetto diretto sulla concentrazione idrica del cibo, disidratandolo e aumentando la conservabilità.
E' noto che gli antichi Egizi utilizzavano il sale durante il processo di mummificazione ma ora, grazie a una ricerca dell'Università di Padova, sappiamo che già diecimila anni fa si utilizzava la salagione.
Tracce di questa pratica sono stati trovati da scavi archeologici lungo le rive del Nilo, nel Sudan centrale. Per le popolazioni che vivevano in quei luoghi il pesce d'acqua dolce rappresentava il 90% dell'alimentazione e, ovviamente, si posero il problema di conservarlo.
I ricercatori italiani hanno rivelato la presenza di cristalli di sale sulle ossa di pesci, presenza che non può essere spiegata con fenomeni naturali di decomposizione. Infatti i cristalli di sale sono stati scoperti sia sulle ossa dei pesci e sia sulle pareti dei vasi in ceramica, prodotti da queste popolazioni, e caratterizzati da elaborate decorazioni.
Secondo la ricercatrice italiana Lara Maritan, che ha condotto la ricerca, si tratta della più antica testimonianza di uso del sale per la conservazione del cibo e “dal punto di vista antropologico suggerisce che la possibilità di stoccare cibo abbia favorito il passaggio da una vita nomade ad una più stanziale, con probabili riflessi sull’organizzazione sociale, come l’insorgere di forme di disuguaglianza, e la crescita demografica delle comunità mesolitiche.”
Le tecniche di conservazione del cibo, la cucina e la gastronomia hanno insomma avuto più riflessi di quanti ne immaginiamo sullo sviluppo dell'umanità così come lo conosciamo oggi.
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