Cultura

I DIPINTI DI VINCENZO MELINO SVELANO L'ANIMA INTERIORE DEI PAESAGGI RITRATTI

L'arte ha i suoi spazi e i suoi tempi ed offre di sé l'elemento primigenio che muove e sorregge il mondo. Molte tele del pittore di Campobasso contengono una sottile vena romantica, un amore per una natura vissuta istintivamente senza lasciare nulla alla razionalizzazione. C'è un profondo senso di libertà

17 dicembre 2005 | Mena Aloia

C’è un pittore assolutamente da conoscere. Molisano, Vincenzo Melino non appartiene a scuole o movimenti. E’ un’artista schivo, molto riservato, che ama starsene in ombra.

Vive e lavora a Campobasso. Non ha avuto maestri, non può vantare una formazione artistica regolare e, soprattutto, non dipinge per lavoro. Eppure è intrinsecamente un’artista, proprio per il suo volersi appartare e tenersi lontano dalla società mondana. E’ ciò che dipinge a mettersi invece in bella mostra.

Nei suoi quadri ci mette l’anima, ma consente solo a pochi di ammirare le sue opere.
Ormai quasi tutte le pareti della sua casa sono occupate da dipinti che troneggiano in ogni dove.
Per contro, nel suo ufficio campeggia solo una grande stampa antica. Proprio per evitare che i suoi quadri incontrino il pubblico esterno, volutamente.

Le tele di Melino contengono sempre una sottile vena romantica. Esprimono un amore per la natura che vive istintivamente, senza lasciare alcuno spazio a possibili ragionamenti o a razionalizzazioni estreme.


Bosco e sottobosco

Possiamo soffermarci sulla tela “Bosco e sottobosco”. Vi compaiono numerosi alberi che si ergono su un tranquillo prato, forse situato in collina, ma potrebbe anche essere una pineta in riva al mare!
E’ una natura che esprime un gran senso di libertà, proprio grazie a delle arbitrarie deformazioni del disegno e del colore.

Drucc

Osserviamo ancora “Drucc”, una delle sue prime opere. Qui tutti gli elementi concorrono a descrivere una natura serena: abbiamo un verde pascolo, barche che sostano sull’acqua tranquilla e un capanno accogliente nella sua assoluta semplicità. Elementi, tutti, che ci consolano e rassicurano.

E così, attraverso questa recensione, abbiamo inteso rendere pubblico un lavoro che meriterebbe invece di essere reso visibile a tutti; e questa presentazione ai lettori di “Teatro Naturale” segna, per certi versi, l’ingresso ufficiale, per il pittore Vincenzo Melino, nel novero degli artisti.

Potrebbero interessarti

Cultura

Aprire l'ombrello in casa porta sfortuna, ecco perchè

L’ombrello, dischiuso come quando si usa all’aperto per ripararsi dalla pioggia, porterebbe i pericoli e le insidie che affollano lo spazio esterno all’interno dello spazio domestico. Se una donna raccoglie il suo ombrello caduto, essa resterà zitella

20 giugno 2025 | 13:00 | Giulio Scatolini

Cultura

La cultura millenaria dell'olio d'oliva a Sibari

L’evoluzione dell’uso dell’olio d’oliva fin dal mondo greco-romano con torchi, strigili, balsami, lucerne e anfore rare, come quella Panatenaica da Metaponto, che conteneva l’olio degli uliveti sacri ad Atena

16 giugno 2025 | 17:00

Cultura

L'olivo protagonista in uno splendido dipinto de Il Perugino

Ci troviamo intorno al 1500 ben 200 anni dopo che Giotto dipinse gli olivi a palma ad Assisi nella Basilica Superiore e a Padova nella Cappella degli Scrovegni. Pianta difficile da realizzare, non fosse per le caratteristiche olive nere

12 giugno 2025 | 16:00

Cultura

La produzione di olive da tavola nel Mediterraneo ha più di 6000 anni

A Kfar Samir, lungo le costa israeliane, veniva prodotto l'olio d'oliva, mentre a Hishuley Carmel i dati hanno mostrato che grandi quantità di olive da tavola. Alcune olive potrebbero persino essere da piante di olivi coltivati e non più selvatici

11 giugno 2025 | 13:00

Cultura

Mostra Spazi di Aria all'Accademia dei Georgofili

La mostra, a cura di Giandomenico Semeraro e Qiu Yi, espone opere degli artisti Gianni Asdrubali, Riccardo Guarneri, Marco Pellizzola, Bruno Querci, Valdi Spagnulo, Fang Hui, Ma Wenjia, Xia Yang, Zhang Wang, Zhang Zhimin

10 giugno 2025 | 18:00

Cultura

Il ragno e la tua tela, non solo portafortuna ma anche portaguadagno

In una parte del mondo contadino veneto, come un po' ovunque, è tradizione che non bisogna distruggere le ragnatele che assicurerebbero protezione e buona fortuna alle abitazioni. Il ragno era anche amuleto per successo negli affari per gli antichi Romani

06 giugno 2025 | 15:00 | Giulio Scatolini