Cultura

L'olio d'oliva è un merdaio

In una sezione della mostra Camminare la terra, dedicata a Luigi Veronelli, la sua passione degli ultimi anni legata al mondo dell'extra vergine: "l’olio come il vino. L’olivo come la vite"

26 gennaio 2015 | C. S.

L'olio d'oliva è un merdaio è il titolo dell'ottava e ultima sezione della mostra: Luigi Veronelli Camminare la terra, aperta fino al 22 dicembre alla Triennale di Milano.

Sezione che documenta l'ultima grande battaglia che le cronache di questi giorni confermano essere ancora di grande attualità.

Contro questo ignobile mercato, Veronelli eleva alta la voce in aiuto di coloro che "hanno lavorato e lavorano per la qualità e l’onestà. Con i vecchi criteri si potrebbe fare al massimo un olio onesto. Con le tecniche mirate alla qualità (e non come succedeva “antan” alla quantità) sarà invece possibile fare oli d’eccellenza. L’olio come il vino. L’olivo come la vite".

Nel gennaio 2000 scrive la famosa Lettera ai politici, il 10 marzo 2002 partecipa alla trasmissione Report "Scusi, lei è vergine?" e nel 2004 occupa il porto di Monopoli, noto come il principale approdo delle navi cisterna che trasportano oli di basa qualità.

L'olio secondo Veronelli è un vero e proprio Manifesto in progress per una nuova cultura dell’olio d’oliva, condensato in cinque capitoli fitti di indicazioni: non solo un bollino di qualità, ma una scelta filosofica del produttore, per differenziare il proprio olio da quelli sul mercato italiano, in crisi d’identità. Seguendo tutti un identico percorso di trasformazione, completamente nuovo, si rendono trasparenti al consumatore, attraverso l’etichetta, chi sono, cosa producono, come lo trasformano, chi lo trasforma, in che anno, quanto ne viene prodotto, tutti i valori nutrizionali e le componenti (compresi i polifenoli, antiossidanti naturali di alto valore biologico, molto utili all’organismo).

La speranza, tutta veronelliana, portata avanti anche attraverso libri come Gli oli di Veronelli, dossier (Ex Vinis n.52, marzo aprile 2000), incontri pubblici, è riposta nell’alleanza tra agricoltori, frantoiani e consumatori.
È necessario difendere gli interessi delle piccole e medie aziende artigiane, coniugare gli interessi dell’impresa con la tutela dell’ambiente e difendere - perché compri una bottiglia in piena consapevolezza e paghi il giusto prezzo - il consumatore.

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