Cultura
Campi e controcampi. Come è rappresentata l'agricoltura al cinema?
Un incontro organizzato da Fedagri-Confcooperative per riflettere. Il cinema italiano è in debito nei confronti dell'agricoltura e del mondo contadino, che ha spesso fatto più da sfondo alle storie raccontate anziché esserne protagonista
18 luglio 2014 | C. S.
Più campi o controcampi? Ovvero, quanta agricoltura c'è nella storia del cinema italiano? Se ne è parlato oggi a Roma presso la sede di Confcooperative a Palazzo Alicorni nel corso di una iniziativa promossa da Fedagri-Confcooperative in collaborazione con il Sindacato nazionale critici cinematografici italiani alla quale ha partecipato anche il Vice Ministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero. Un'occasione per avvicinare due mondi, quello del cinema e quello dell'agricoltura, che seppure all'apparenza distanti, si sono in molte occasioni toccati. A ben guardare, il cinema italiano è in debito nei confronti dell'agricoltura e del mondo contadino, che ha spesso fatto più da sfondo alle storie raccontate anziché esserne protagonista.
Non mancano certo le felici eccezioni: il filone dei documentari celebrativi sulle bonifiche e sull'agricoltura del Ventennio, quelli sulle attività contadine realizzati negli anni '50, i documentari etnografici, e poi Gente del Po di Michelangelo Antonioni, Riso amaro, Fontamara, L'albero degli zoccoli, Padre padrone. Grandi film che hanno fatto da contrappunto a vicende riguardanti con più frequenza la classa operaia, il sottoproletariato urbano, la classe impiegatizia.
La Risaia, Terra madre, Le quattro volte, Focaccia Blues, sono solo alcuni tra i titoli scelti come filo conduttore di immagini e messaggi densi e significativi sui valori del mondo contadino, sul rapporto con la natura, sull'alternanza delle stagioni, così come sull'importanza della fatica e del lavoro umano. Un lavoro che è per lo più impegno collettivo, come nelle immagini corali delle fasi di costruzione dei silos per conservare le riserve di grano per l'inverno tratte dal film Witness - Il testimone di Peter Weir, titolo che allarga l'orizzonte sin ai grandi spazi cantati dalla produzione americana.
Che ci sia una riscoperta e un ritorno all'agricoltura anche nel cinema? Un segnale in tale direzione viene dal film In grazia di Dio del salentino Edoardo Winspeare, che racconta la storia di una famiglia travolta dalla crisi che riscopre la ricchezza e la potenzialità della terra. Così come da Le meraviglie di Gran premio speciale della giuria all'ultimo festival di Cannes.
All'incontro hanno partecipato l'attrice Francesca Cavallin, il critico cinematografico Angela Prudenzi e la responsabile della rete dei negozi cooperativi di Fedagri Quidanoi Rossana Turina. L'iniziativa Campi e controcampi ha inaugurato il ciclo di appuntamenti "The Green Carpet - Gli aperitivi di Fedagri". "Protagonista di ogni aperitivo - spiega il presidente della federazione agricola Giorgio Mercuri - sarà sempre in qualche modo l'agricoltura, di cui si parlerà, come stasera, a più voci e con il supporto di suggestioni e linguaggi artistici come quello del cinema".
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