Cultura 12/11/2011

Lei, l’allodola, sorella nostra

Lei, l’allodola, sorella nostra

Percorre il cielo in cerchi concentrici. Risale lungo l’ultima spirale del sogno e dall’alto, mirando la piega che fa l’orizzonte


Ho dell’allodola,

rustica e celeste,

liquido trillo:

cir----r----ep

ma anche: siu --- siu

un breve elenco di nomi, un volo di sillabe che percorre il cielo in cerchi concentrici, posando su i toni d’azzurro la sua onesta, costante chiarità.

Vive in lande o coltivi, e al di sopra di questi; scegliendo la dea prona che guarda immobile il firmamento, la terra glabra o la terra su cui chinare lo sforzo, l’attesa.

Lei, l’allodola, sorella nostra, la “messaggera del mattino” risale lungo l’ultima spirale del sogno e dall’alto, mirando la piega che fa l’orizzonte, lancia il suo richiamo a cascata.

Pare ornarsi e gonfiare il petto di tutta la fragilità di Aurora che, nata dalla nera gola di Notte, vi s’incammina.

Da quale lingua iniziare? Tentarsi, ascoltando il succo suono del mondo?

Lo--da-----na,

per i tre angoli del mare siciliano giunge e riempie l’isola a tre punte;

e, poi in provenzale:

alauza, alauzata,

così si prega e ricorda la donna che scosti una ciocca, che rida per confondere la notte col giorno;

aloa, aloeta, alondra,

aggiunge un po’ d’ispanica asprezza, aperti muggiti e corolle;

e sa del mare, comunque presente, della sua vecchia, salina, gioventù, quando risuona in francese, strana e vicina alla pianta d’aloe, al suo latte amaro:

aloe, alouette con un ultimo giro e brivido d’anche;

ancora, ci tocca partire all’indietro,

tuffarci di spalle in favelle lontane,

incatenate allo scrocchiare d’ossa e di sterpi

come ad un pasto sotto le rupi:

nel cimbro alawar, nel bretone alc’houeder e alc’houedez

sapendo già che da quel mazzo di suoni esce sempre leggero e crestato l’“uccello dell’armonia” fino ad ascendere, sette volte al giorno, in laudi continue a Domineddio.

Allodole, furono, infine, quei galli transalpini che Cesare arruolò nella V Legio Alaude e che da lui a Domiziano vinsero e persero nelle guerre dell’impero.

La scienza esatta dell’araldica ne ornò le insegne con la mole dell’elefante, avendo, nella gloriosa giornata di Tapso, atteso, resistito e contrattaccato i pachidermi di Metello Scipione e re Giuba.

Allodola, quindi, alaude in gallo-celtico o Lodola che potrebbe anche bastare in questo nostro meriggio.