Lei, l’allodola, sorella nostra
Percorre il cielo in cerchi concentrici. Risale lungo l’ultima spirale del sogno e dall’alto, mirando la piega che fa l’orizzonte
Ho dell’allodola,
rustica e celeste,
liquido trillo:
cir----r----ep
ma anche: siu --- siu
un breve elenco di nomi, un volo di sillabe che percorre il cielo in cerchi concentrici, posando su i toni d’azzurro la sua onesta, costante chiarità.
Vive in lande o coltivi, e al di sopra di questi; scegliendo la dea prona che guarda immobile il firmamento, la terra glabra o la terra su cui chinare lo sforzo, l’attesa.
Lei, l’allodola, sorella nostra, la “messaggera del mattino” risale lungo l’ultima spirale del sogno e dall’alto, mirando la piega che fa l’orizzonte, lancia il suo richiamo a cascata.
Pare ornarsi e gonfiare il petto di tutta la fragilità di Aurora che, nata dalla nera gola di Notte, vi s’incammina.
Da quale lingua iniziare? Tentarsi, ascoltando il succo suono del mondo?
Lo--da-----na,
per i tre angoli del mare siciliano giunge e riempie l’isola a tre punte;
e, poi in provenzale:
alauza, alauzata,
così si prega e ricorda la donna che scosti una ciocca, che rida per confondere la notte col giorno;
aloa, aloeta, alondra,
aggiunge un po’ d’ispanica asprezza, aperti muggiti e corolle;
e sa del mare, comunque presente, della sua vecchia, salina, gioventù, quando risuona in francese, strana e vicina alla pianta d’aloe, al suo latte amaro:
aloe, alouette con un ultimo giro e brivido d’anche;
ancora, ci tocca partire all’indietro,
tuffarci di spalle in favelle lontane,
incatenate allo scrocchiare d’ossa e di sterpi
come ad un pasto sotto le rupi:
nel cimbro alawar, nel bretone alc’houeder e alc’houedez
sapendo già che da quel mazzo di suoni esce sempre leggero e crestato l’“uccello dell’armonia” fino ad ascendere, sette volte al giorno, in laudi continue a Domineddio.
Allodole, furono, infine, quei galli transalpini che Cesare arruolò nella V Legio Alaude e che da lui a Domiziano vinsero e persero nelle guerre dell’impero.
La scienza esatta dell’araldica ne ornò le insegne con la mole dell’elefante, avendo, nella gloriosa giornata di Tapso, atteso, resistito e contrattaccato i pachidermi di Metello Scipione e re Giuba.
Allodola, quindi, alaude in gallo-celtico o Lodola che potrebbe anche bastare in questo nostro meriggio.