Cultura

M come Maremma, malaria, madre

Anche mare inizia con la lettera “m”, puntualizza Nicola Dal falco. Significherà pur qualcosa. Il vocabolario va al sodo. Il poeta Cielo d’Alcamo scriveva mare al posto di madre. Tutto inizia con “ma”, il primo suono che pronuncia il bambino

19 febbraio 2011 | Nicola Dal Falco



Maremma e malaria iniziano ambedue con “maformula onomatopeica in cui è racchiuso il gesto di suggere il latte materno, di poppare. La parola mamma ripete e soddisfa la fame del neonato, l'attaccamento alla fonte di vita.

Leopoldo II decise di affrontare un viaggio in Maremma per vedere, per rendersi conto di persona. Come un buon padre, volle sapere in che condizioni vivevano i sudditi, figli suoi e di questa terra che ne nutriva le speranze e le paure.

Anche mare inizia con la “m”, dodicesima lettera dell'alfabeto latino che attraverso il greco risale al fenicio dove aveva la forma di una linea ondulata con un tratto finale più lungo. Simboleggiava le onde dell'acqua (mem).

Il termine maremma deriva da maritima, neutro plurale dell’aggettivo maritimus; qualcosa che ha una stretta connessione con il mare. Il vocabolario va al sodo e alla voce maremma ci dà un’immagine completa in ogni dettaglio: conformazione paludosa delle coste quando è troppo debole l’azione del mare. Preciso, quasi imbarazzante. La debolezza del mare e l’abbandono della terra! Un dolce strazio, fato e tenerezze geologiche.

E ancora – coniugando questo abbraccio accennato alla solitudine, al tempo, allo spazio vuoto – dal tardo latino approda l’espressione semplice, sonora: loca mari vicina, luoghi vicini al mare che ne respirano il vento.

Prima del 1250, il poeta Cielo d’Alcamo scriveva mare al posto di madre, dandoci senza pretesa alcuna la chiave che cercavamo e che i miti ripetono fino alla nausea. Tutto nasce dal mare e tutto vi fa ritorno.
È il campo mutevole del destino: morte, rinascita, perpetuo divenire.

La prima menzione scritta della maremma risale al Medioevo, nel 762, “in loca maritima ubi vocitator ad casale Episcopi”. Una semplice annotazione geografica, un banale indirizzo mentre più di settecento anni dopo, Martin Sanudo ci informa che “il marchese di Ferara ha mandato in mariema di Siena a comprar animali per condurli a Ferara per far carne”.
Far carne non si dimentica facilmente, è un cazzotto nello stomaco. Chi aspettava a Ferara, chiedeva come quelli in mariema. Tutti cercano un buon duca.


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