L'arca olearia 08/01/2011

50 anni di extra vergine in luce positiva. Il federalismo olivicolo è già realtà

Giorgio Lazzaretti ci spiega come si possa agire a livello nazionale attraverso la strada che intende intraprendere FederDop, e, soprattutto, ci presenta lo scenario dell’olivicoltura del Nord Italia, con le iniziative pionieristiche del Consorzio Dop Riviera Ligure che qualcuno già inizia a imitare (11. continua)




Ringrazio l’amico Luigi Caricato per l’intuizione che ha avuto nel raccogliere, nella giornata dello scorso 2 dicembre, gli uomini che nel quotidiano operano, anche in piccole realtà, a favore di quel prezioso prodotto che è l’olio extra vergine di oliva.
La testimonianza che posso offrire io è limitata all’extravergine a denominazione di origine protetta.

L’azione di FederDop a livello nazionale
Prima di riferire intorno a quanto stiamo facendo nel ristretto ambito della Liguria, per favorire la produzione certificata Dop Riviera ligure, vi faccio un breve cenno sulla strada che intende intraprendere al riguardo FederDop, la Federazione Nazionale dei consorzi di tutela degli oli dop italiani.
L’azione di FederDop mira a valorizzare i circa 30 oli provvisti di attestazione di origine che la compongono: attraverso gruppi di lavoro a cui sono associati esperti provenienti dal mondo accademico, si vuole tentare la proposta di armonizzazione delle disposizioni nazionali riguardanti gli oli Dop italiani (come i disciplinari e i piani di controllo), per adeguare tali norme ai tempi e coniugare meglio la tipicità del prodotto alla qualità offerta al consumatore.

L’obiettivo di tale azione federativa è duplice:

- delineare regole comuni e chiare per gli operatori (esempi di strade che si possono percorrere come Federazione sono la definizione di linee guida in materia di etichettatura, la semplificazione dei piani di controllo, l’ inserimento di parametri qualitativi più restrittivi per la certificazione, la definizione di nuovi strumenti analitici per la verifica dei requisiti di un olio …);

- favorire la comprensione del consumatore sulla reale differenza fra un olio Dop e uno generico (esempi di strade che si possono percorrere sempre come federazione sono la realizzazione di campagne stampa, lo sviluppo di bottiglie istituzionali comuni, la realizzazione di collarini numerati comuni, la definizione di regole di etichettatura condivise …).


Dobbiamo a mio avviso far comprendere ad amministratori e consumatori che il federalismo olivicolo oggi è già realtà in Italia. Ma bisogna far comprendere, nel medesimo tempo, che si devono promuovere le “qualità tipiche certificate ” delle diverse regioni italiane nell’interesse dell’olivicoltore e del consumatore.
Questa è la risposta, a livello nazionale, che vorrei proporre come coordinatore del gruppo di lavoro disciplinare di FederDop.

L’azione del Consorzio Dop Riviera Ligure
Come andare avanti invece in un territorio piccolo e difficile come la Liguria?
Semplice: rivolgendo grande attenzione all’uomo. E’ stata questa la strada scelta da qualche anno a questa parte dal Consorzio di Tutela della Dop Riviera Ligure.
Questa scelta è stata dettata forse da una ragione ben precisa: dal fatto che in Liguria tocchiamo con mano ogni giorno il declino delle produzioni agricole più importanti, dopo gli anni gloriosi del passato (fiori, olive); e forse perché siamo consci di come si siano modificate le culture (è controcorrente per un giovane scegliere di svolgere adesso un’attività nel settore agricolo); e forse perché, infine, vediamo quanto sia difficile far comprendere al consumatore il valore di un prodotto agricolo con il relativo costo di produzione.

Ecco le risposte tentate dal Consorzio per le diverse dimensioni di uomo:
Uomo – Olivicoltore: Patto di filiera
Uomo – Consumatore: Vigilanza sul mercato
Uomo – Ristoratore: Patto per l’olio e marchi territoriali
Uomo – Amministratore, Uomo – Responsabile di un’associazione di categoria: Impegno a lavorare con loro sui temi della garanzia del consumatore e delle imprese che si riconoscano nel cammino della tracciabilità e qualità certificate.

1. PATTO DI FILIERA
Si tratta di uno strumento, unico nel panorama nazionale, creato per stimolare una continuità produttiva e un miglioramento qualitativo del prodotto nel corso degli anni.
La leva che si utilizza è quella di una diminuzione del costo del contrassegno numerato rilasciato dal consorzio al termine del processo di certificazione e controllo a fronte di buone prassi applicate da:

- Olivicoltori
Tecniche di gestione dell’oliveto e di raccolta/trasporto delle olive


- Frantoiani
Acquisto delle olive a prezzi superiori al minimo indicato dal consorzio (per la campagna in corso il prezzo minimo è di € 1,28 a kg di olive con resa al 20%) .


Le buone prassi del frantoiano si esplicitano con la presentazione al Consorzio di:
fatture di acquisto delle olive, tracciabilità dei pagamenti delle fatture di acquisto (bonifico bancario o assegno), registri di molitura e denuncia di chiusura delle operazioni di confezionamento (documenti previsti dal piano di controllo Riviera Ligure) entro 7 giorni dall’effettuazione delle rispettive operazioni. Ciò consentirà al frantoiano – confezionatore di ottenere uno sconto del 60% sul prezzo del contrassegno (che passa da € 1,00 a € 0,40 a litro).

Nella scorsa campagna sono state liquidate rettifiche sul costo del contrassegno per circa il 95% del prodotto certificato, a dimostrazione del fatto che gli indicatori di prezzo delle olive, frutto del compromesso tra le diverse categorie produttive all’interno della filiera presenti nel Consorzio, incidono e sono attesi dal mondo olivicolo e delle trasformazione.


2. VIGILANZA DI MERCATO
Il Consorzio di tutela dell’olio Dop Riviera Ligure è uno dei primi e pochi consorzi di olio Dop che esercita questa importante funzione a garanzia del consumatore e degli stessi produttori. Attraverso verifiche ispettive nei punti vendita l’agente vigilatore del Consorzio esamina le etichette degli extra vergini per verificare che non facciano riferimenti al territorio ligure ed effettua prelievi a campione sugli oli Dop Riviera Ligure immessi in commercio per verificare il mantenimento delle caratteristiche qualitative alla base della certificazione.

I numeri di questi primi 11 mesi di attività sono:




3. PATTO PER L’OLIO E SAPERE D’OLIO
Dobbiamo far capire in modo semplice e veloce al consumatore il mondo dell’olio. Per farlo dobbiamo coinvolgere gli chef e ristoratori di oggi e gli enti locali.
E’ per questo motivo che abbiamo investito nella formazione con assaggi guidati e presentazione degli oli Dop Riviera Ligure agli allievi degli ultimi anni degli istituti alberghieri, e abbiamo ideato il Patto per l’olio con le associazioni dei ristoratori e i singoli ristoranti.
Si tratta di un impegno preso tra il Consorzio e gli operatori della ristorazione per una reciproca collaborazione basato:

da parte del consorzio:
- Su una qualità monitorata del prodotto immesso in commercio (vigilanza).

- Su un coinvolgimento degli operatori della ristorazione nell’attività di promozione del prodotto soprattutto quando prevede implicazioni culinarie.


- Su iniziative di approfondimento e formazione all’assaggio.


da parte degli operatori della ristorazione:
- Sull’impegno ad utilizzare a tavola oli DOP Riviera Ligure.

L’obiettivo è quello di raggiungere la piena consapevolezza del valore della materia prima di cui dispone il territorio: si tratta di un patto tra chi è artefice del prodotto e chi utilizza al meglio le materie prime del territorio.
E’ in questo quadro di stimolo al rilancio della cultura agroalimentare ligure che si pone il marchio collettivo geografico per la ristorazione genovese “Genova Gourmet”, creato e registrato dalla Cciaa di Genova per valorizzare e tutelare l’eccellenza e tipicità della gastronomia genovese.

La filosofia di Genova Gourmet è quella di riscoprire le ricette locali, creando un connubio perfetto tra gli ingredienti di qualità con marchio comunitario e i piatti tipici.
I 29 ristoranti certificati Genova Gourmet devono infatti offrire nel loro menù quotidiano almeno quattro piatti (di cui almeno un primo e un secondo) realizzati con prodotti liguri Dop / Igp (tra cui l’olio Dop Riviera Ligure) a marchio comunitario fra quelli contenuti ritenuti simbolo dell'arte della cucina e tradizione gastronomica genovese e abbinarli ad almeno quattro vini liguri.

Potrei andare avanti, ma immagino che Teatro Natuarle riprenda e dia risalto alle preziose testimonianze rese lo scorso 2 dicembre da due amministratori di piccole comunità liguri “virtuose” – il comune di Lucinasco e di Taggia - che hanno saputo avviare un percorso di interessante in ambiti diversi, ma con un minimo comune denominatore: la cultura dell’olio extra vergine di oliva.



LEGGI LO SPECIALE SUI CINQUANT'ANNI

Luigi Caricato > 1960-2010. Buon compleanno extra vergine. Tributo al re dei grassi link esterno

Gennaro Forcella > L’introduzione dell’extra vergine. Una svolta verso la trasparenza del mercato link esterno

Francesco Visioli > Olio extra vergine di oliva o pura lana vergine? link esterno

Claudio Ranzani > Cosa ci può essere di meglio dell’olio extra vergine di oliva?
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Mario Pacelli > 50 anni di extra vergine. Quel pasticciaccio (brutto?) della legge 1407
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Fausto Luchetti > Olio delle vergini o per le vergini? Un nuovo vestito per l'olio da olive
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Francesco Bruzzo > L’extra vergine? Macchè 1960, risale al 1991 la sua vera nascita
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Felice Modica > La qualità degli extra vergini? Ci condanna a soccombere
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Paolo Inglese > 50 anni? Li dimostra tutti. Nonostante il successo, l’extra vergine perde valore
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Silvano Ferri > 50 anni di extra vergine. Abbiamo perso grandi occasioni in questi anni
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Giandomenico Scanu > Buon compleanno extra vergine. Il racconto di una giornata
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di Giorgio Lazzaretti