Editoriali

Il buon esempio? Roba da ricchi

20 giugno 2009 | Ernesto Vania

L’abuso di fertilizzanti devasta il pianeta.
Questo l’allarme lanciato sulla rivista Science da un gruppo di ricercatori dell’Università di Stanford.

Gli effetti dell’eccesso nell’utilizzo di concimi, per incrementare sensibilmente le produzioni, sono vari: inquinamento delle falde, inquinamento atmosferico da ammoniaca e ossidi di azoto, zone morte nelle aree costiere, dove l'invasione di alghe ha rubato l'ossigeno alla vita marina.

La ricerca indica anche i responsabili di tali nefandezze.
Ci sono sicuramente gli Stati Uniti che tuttavia, dagli anni 90, hanno varato leggi più stringenti e severe, ma soprattutto ci sono Cina e Africa sub-sahariana.

Pochi sanno, ad esempio che in Cina i produttori di fertilizzanti ricevono sussidi dal governo, col risultato di triplicare l’uso di nitrati a fronte del raddoppio delle rese.
Il Malawi ha incrementato notevolmente l’utilizzo di fertilizzanti tanto da essere passato da Paese nella morsa della malnutrizione a esportatore di grano. Apparentemente una buona notizia se non fosse che il massiccio aumento nell’uso di concimi ha incrementato l’inquinamento.

L’Europa, bontà nostra, continua a dare il buon esempio. Dall’agricoltura integrata alla direttiva nitrati, il Vecchio Continente si pone all’avanguardia in questo campo, dando certamente il buon esempio a livello mondiale, non senza ripercussioni.

L’utilizzo spregiudicato di fertilizzanti, ma anche di antiparassitari e altre risorse, rappresenta un notevole vantaggio per le agricolture rampanti che, al contempo, rivendicano la piena apertura dei ricchi mercati occidentali.
Utilizzano, come arma diplomatica, il principio di solidarietà molto spesso ottengono ciò che vogliono.

Di fronte alle critiche e alle richieste di tutela dei sindacati agricoli i politici oppongono lo stesso argomento, la sussidiarietà, mai dimenticando quanto l’agricoltura europea viene aiutata, dimenticando all’uopo invece quanto vengono sovvenzionate anche i settori primari dei Paesi emergenti.

Già, perché se la Cina aiuta gli impianti di produzione di fertilizzanti questi potranno offrire i loro prodotti a condizioni particolarmente vantaggiose, rappresentando così un aiuto indiretto all’agricoltura.

A tali ragionamenti i nostri governanti oppongono il principio del buon esempio, ovvero la necessità che proprio i Paesi occidentali più evoluti e ricchi indichino la strada da percorrere per la sostenibilità e l’ecocompatibilità globale.
Il buon esempio è insomma roba da ricchi.

Probabilmente, però, i nostri governanti sono più avanti dei nostri governati che, in barba ai principi ecologisti, acquistano aglio cinese e grano del Malawi, magari installando sul proprio tetto un pannello solare così pensando di aver dipinto di verde la propria coscienza.

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