Editoriali
Meglio l'avocado dell'olio extravergine di oliva per l'estate: quando la moda influenza i consumi

Un veloce confronto tra olio e avocado vede il primo più calorico ma superiore in quanto a proprietà antiossidanti, ipoglicemizzanti, antibiotiche, anticancro e antinfiammatorie e il secondo un “superfood” saziante, nutrizionalmente completo e ricco di potassio
20 giugno 2025 | 14:00 | Giosetta Ciuffa
Scorrendo i social, è normale imbattersi in numerosi video informativi con delle “pillole” nozionistiche relative ad aspetti dell’alimentazione che più o meno riguardano tutti: tra quelli che parlano di sana alimentazione, diverse volte è citato l’olio. Extra vergine ovviamente, ma non sempre in questi reel è specificato: e questo è il primo torto che si fa a quello che indiscutibilmente è un presidio di salute del made in Italy, protagonista di una sana alimentazione e capace di un’esplosione di gusto… purtroppo, per chi compra l’olio a 6 euro al supermercato, questo resta un piacere sconosciuto.
È innegabile che alcune di queste info-spot siano in effetti utili. Purtroppo non è raro trovare imprecisioni e/o errori; inoltre informazioni generali non sempre si rivelano giuste per ogni individuo, ma in genere il sottinteso è “valide per tutti fino a prova contraria”. E per quanto riguarda l’olio, non si può fare a meno di notare i mancati approfondimenti o gli “sgarbi” che l’extravergine di oliva subisce nell’economia dei social dove, per restare nei tempi veloci di un reel e aumentare le visualizzazioni, si trascurano dettagli importanti.
In un video di circa 30 secondi totali, visto per caso grazie all’algoritmo social, viene tra le altre cose correttamente suggerito “un pinzimonio con la verdura perché i grassi monoinsaturi dell’olio aiutano ad assorbire meglio le vitamine A, E e K”. Sono infatti vitamine liposolubili – non viene citata la D, unica sintetizzabile dall’organismo anche solo stando al sole – e vengono assorbite insieme ai grassi alimentari nel primo tratto dell’intestino tenue e accumulate nel fegato e nel tessuto adiposo. Manca all’appello la vitamina F, nome desueto per gli acidi grassi detti essenziali perché non sintetizzabili, noti come omega 3 e omega 6: l’acido alfa-linolenico e l’acido linoleico, presenti nei pesci grassi e nel pesce azzurro, nell’olio estratto da questi pesci e nei semi oleosi, nella frutta secca, nei legumi, nell’embrione dei cereali (ad esempio il germe di grano) e così via. E fin qui poco male.
L’invito successivo, sempre nei 30 secondi, è a “mangiare l’avocado con il pomodoro perché i grassi del primo fanno meglio assorbire una molecola antitumorale del secondo, il licopene”. Esatto anche questo (ma non si sta questionando la correttezza dei suggerimenti): il licopene è un pigmento antiossidante, facente parte dei carotenoidi, responsabile del colore rosso. Essendo lipofilo, il licopene ha bisogno dei lipidi e si trova soprattutto nei pomodori, proporzionalmente al grado di maturità (quello che nell’assaggio dell’olio potrebbe segnalare un “fine vita extra”, qui è un pregio), ma anche nei vegetali rossi o arancioni, ed è oggetto di studi l’effetto preventivo che pare avere nei confronti del carcinoma della prostata. Quali pomodori contengono più licopene? Quelli cotti, per due motivi: quello appena visto, ossia i pomodori maturi ne contengono di più (inoltre cuocere pomodori verdi, proprio come varietà di frutto - e già, il pomodoro è un frutto - nella nostra cucina capita di rado) e il fatto che in cottura si rompono le pareti cellulari dei pomodori, liberando il licopene che nei pomodori crudi è nella forma trans, quindi meno biodisponibile, e cotto diviene cis, più facilmente assorbito dall’intestino; motivo per cui da sughi, passate e concentrati, e persino il ketchup, ne otteniamo di più. Sempre che sia consumato con i lipidi nello stesso pasto: ecco che improvvisamente ci sentiamo assolti per la pizza al pomodoro (purché con extravergine di qualità!).
Chimica a parte, eccolo il torto all’olio evo… finisce in panchina anche quando gioca in casa: nella terra dell’extravergine, deve farsi da parte a favore della Persea americana. È vero che è un frutto tropicale coltivato ormai in Italia, contenente come l’olio molto acido oleico, anche se in percentuali inferiori, e non si può parlare sempre e solo degli stessi ingredienti, soprattutto nello stesso reel. Allora perché suggerire avocado e pomodoro (crudo)? Meglio sarebbe stato proporre il pomodoro cotto, per massimizzare l’assunzione del licopene. Ma siccome l’avocado si abbina meglio al pomodoro crudo, si dà un’informazione a metà.
Nulla contro questo frutto tropicale ormai protagonista anche della nostra cucina: un veloce confronto tra olio e avocado vede il primo più calorico ma superiore in quanto a proprietà antiossidanti, ipoglicemizzanti, antibiotiche, anticancro e antinfiammatorie e il secondo un “superfood” saziante, nutrizionalmente completo e ricco di potassio. Sarebbe però bello anche blogger, influencer, content creator dessero informazioni non solo esatte ma anche opportunatamente approfondite e non dettate solo dalla logica dei like e dei follower, per i quali si producono contenuti di tempistiche ridotte dipendenti dalla scarsa soglia di attenzione delle persone. Per avere consigli su aspetti importanti quali sana alimentazione, salute e nutrizione è bene individuare professionisti seri e attendibili, profili istituzionali, ascoltare più fonti e accendere il cervello (anziché avocado e pomodori crudi, con olio evo e pomodori cotti avrò ottimizzato portafoglio e assunzione di nutrienti).
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