Editoriali

Accade quando meno te lo aspetti

12 luglio 2008 | Alberto Grimelli

Sono tanti i concorsi e i premi a sfondo ecologico e ambientale in giro per il mondo, alcuni hanno anche un’ampia risonanza.
Uno di questi è l’Imagine Cup, prestigioso riconoscimento internazionale del colosso dell’informatica Microsoft, che ha lo scopo di mettere in gara giovani team di studenti e di sensibilizzarli sui temi dell’ecosostenibilità, magari facendoli diventare un’occasione di business.
Le regole del gioco sono molto chiare, abbinare information technology e ambiente per ottenere un progetto che abbia una ricaduta positiva sulle risorse naturali.
Vincitori in questo genere di concorsi risultavano sempre proposte a forte contenuto informatico mirate al riciclaggio o all’automazione per il contenimento sprechi o al risparmio energetico. Soluzioni interessanti, ingegnose e brillanti ma con un impatto sulla natura e sull’ambiente a volte non così significativo, mai così dirompente.

La scelta della giuria, quest’anno, è stata invece assolutamente prorompente e fuori dagli ordinari schemi, tanto da sorprendere molti analisti e anche alcune aziende hardware e software.

Sono stati gli australiani a vincere con un progetto dall’acronimo Soak, ovvero Smart Operational Agriculture toolKit. Soak integra piattaforme software e hardware per incentivare un uso più sostenibile dei terreni da parte degli agricoltori. Questo avviene mediante il monitoraggio delle attrezzature utilizzate, lo scambio di informazioni e l’invio di suggerimenti per una migliore gestione delle risorse.

Ebbene sì, ha vinto un outsider, un progetto agricolo.
Questa è indiscutibilmente una novità.
L’agricoltura, settore ignorato e vituperato, protagonista di un progetto, premiato, ad alto contenuto tecnologico? Fino a qualche anno fa assolutamente impensabile, oggi possibile, non senza un perché.

Con gli attuali prezzi delle derrate alimentari, con i mercati finanziari traballanti, sempre sull’orlo di una crisi di nervi, il settore primario sta catalizzando l’attenzione di grandi investitori che vogliono mettere al sicuro i propri soldi o comunque intendono diversificare in comparti a basso rischio, anche se a bassa redditività.
Non è un caso che siano grandi società assicurative, bancarie e finanziarie ad acquistare, negli ultimi mesi, grandi estensioni di campi agricoli (centinaia, migliaia di ettari) nell’est Europa, in nord Africa, in Australia, in Sudamerica. Ovunque il terreno costi poco, sperando in ottime rivalutazioni, e ovunque può essere disponibile manodopera a basso costo.Pensare tuttavia di condurre questi nuovi latifondi con vecchi e desueti sistemi che prevedevano un’enorme quantità di forza lavoro, oltre a essere antieconomico, presuppone sistemi organizzativi che queste società non intendono mettere in piedi o sviluppare.
E’ sentita quindi la necessità di sistemi di gestione e controllo a basso costo e a alta efficienza.
Il progetto dei ragazzi australiani ne è un esempio, anche se non è completamente originale, ricadendo in quel settore, definito dell’agricoltura di precisione, che è stato accolto con freddezza qualche anno fa ma che sta recuperando il tempo perduto.
Ricordo progetti che dovevano definire il momento migliore della vendemmia sulla base di rilievi satellitari, di trattrici guidate dal Gps e così via. Parevano fantascienza ma potrebbero divenire realtà.
Avendo questi grandi investitori necessità di coltivare grandi estensioni con poco personale, anche per abbattere i costi e aumentare i profitti, ricerche e studi sull’alta tecnologia, sull’information technology applicata all’agricoltura potrebbero ritrovare slancio e finanziamenti.

Francamente non so ancora se salutare con favore questo processo di ruralizzazione di società finanziarie e fondi d’investimento, vi sono aspetti positivi e punti oscuri, sicuramente, però, nel bene e nel male, faranno molto più dei tanti vertici e trattati che hanno contrassegnato gli ultimi anni agricoli.
Forse i progetti, i piani e gli investimenti delle società di capitali non occuperanno le prime pagine dei giornali ma porteranno molti frutti, in primis a loro, in tempi brevi e senza grandi sprechi di risorse.
E questo per l’agricoltura è certo un’altra importante novità.

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