Editoriali
Basta polemiche: 1,2 miliardi di euro per i frantoi sono pure pochi
Lo Stato ha sempre chiesto molto ai frantoiani, caricandoli di responsabilità e incombenze, dai vecchi modelli F agli attuali registri Sian. Oggi fa una promessa a degli imprenditrori che sono pronti a raccongliere la sfida, in azienda e nelle istituzioni
09 ottobre 2020 | Piero Gonnelli
Chi polemizza sui 1,2 miliardi promessi per gli impianti oleari dai fondi del Recovery Fund o non è mai stato in un frantoio o è in malafede.
Inutile pensare a rivoluzioni olivicole se si lasciano soli i frantoiani.
Inutile impiegare miliardi di euro dei Piani di Sviluppo Rurale in nuovi oliveti se poi si continuerà a macinare le olive con impianti inefficienti.
Ancor di più, inutile immaginare distese di impianti superintensivi se i frantoi continueranno ad avere le stesse capacità orarie di lavoro e continueranno a non sapere come e dove smaltire (o impiegare) acque di vegetazione e sansa.
Se vogliamo proiettare il mondo dell'olio di oliva italiano nei prossimi decenni quei soldi sono indispensabili e, anzi, sono forse anche pochi. Per comprare le macchine bastano qualche centinaio di migliaia di euro, per costruire un'azienda, moderna, efficiente e sostenibile, non basta qualche milione.
Sono anni che, con Aifo, in tutte le sedi ribadiamo la necessità di un piano di rottamazione dei frantoi. Sono anni che chiediamo che ne ribadiamo la centralità nella filiera olivicolo-olearia. Ora che finalmente siamo stati ascoltati, non possiamo lasciare che pretestuose e populistiche polemiche, utili per qualche click o like in più, distruggano alla radice l'idea del necessario rinnovamento del comparto, con una spinta verso un'innovazione che guardi a informatizzazione e tracciabilità, miglioramento della qualità e dell'efficienza, sostenibilità ed economia circolare.
Ogni promessa è debito e, riconoscendo la lungimiranza dell'attuale governo e del ministro delle politiche agricole, ci aspettiamo che questo debito venga onorato dallo Stato italiano.
Uno Stato che ha sempre chiesto molto ai frantoiani, caricandoli di responsabilità e incombenze, dai vecchi modelli F agli attuali registri Sian.
Abbiamo atteso e, forse fin troppo a lungo, sopportato di venire di volta in volta scavalcati da altri comparti nell'erogazione di aiuti e agevolazioni.
Ora, finalmente, si parla di frantoi. E allora parliamone, ma seriamente, per favore.
Smettiamola con gli stereotipi e cerchiamo di creare una nuova classe di professionisti e imprenditori che possano costruire una nuova storia per l'olio di oliva italiano.
Non basta cambiare le macchine se poi la testa e le competenze del frantoiano sono quelle del decennio passato. Inutile cambiare i decanter, convertendo tutti i frantoi in due fasi, se poi non si sa che fare della sansa umida. Inutile parlare di polifenoli se non creiamo una filiera che li possa utilizzare.
I frantoiani italiani sono pronti a raccogliere la sfida.
Sono imprenditori abituati a far di conto tutti i giorni, sapendo come e dove gli investimenti potrebbero dare i migliori frutti.
Sappiamo perfettamente che un'occasione così non capiterà mai più. Cerchiamo di non sprecarla.
Potrebbero interessarti
Editoriali
Vendere sottoprezzo l'olio di oliva: un circolo vizioso

Ridurre il valore del proprio olio di oliva e riempire il mercato di offerte a basso costo, alla lunga, crea difficoltà. La necessità di svuotare i serbatoi collide con l'esigenza di mantenere il valore percepito del prodotto
12 settembre 2025 | 11:00 | Piero Palanti
Editoriali
Offerte sull’olio extravergine di oliva in Grande Distribuzione: promossi e bocciati

Si prospetta un’altra campagna olearia complessa e difficile, acuendo le responsabilità della Grande Distribuzione nella corretta comunicazione e cultura dell’olio extra vergine di oliva. Con le prime offerte di settembre c’è chi persevera sulla via vecchia e chi cerca nuove strade
11 settembre 2025 | 11:00 | Alberto Grimelli
Editoriali
La lenta scomparsa dai mercati dell’olio extravergine di oliva italiano

Senza un piano di sviluppo della nostra olivicoltura gli ultimi interventi di sostegno finanziario, che interessano anche il comparto olivicolo, servono solo per arraffare denaro e prolungare l’agonia di un comparto agricolo cancellato di fatto dall’importazione di olio
09 settembre 2025 | 15:00 | Pasquale Di Lena
Editoriali
Cucinare con l’olio di oliva giusto significa dare dignità agli ingredienti

In un tempo in cui la cucina si è spesso ridotta a tecnica, estetica o performance, abbiamo dimenticato che cuocere è prima di tutto un atto di cura. L’olio è il tramite tra la materia prima e la sua trasformazione più profonda
01 settembre 2025 | 16:00 | Fabio Ferrara
Editoriali
Due metri quadri al secondo vengono sottratti all'agricoltura e alla natura

Anche nel 2024, come nell’anno precedente, oltre 70 chilometri quadrati di territorio sono diventati artificiali. La necessità e urgenza di un azzeramento sta nel suo significato di una vera e propria svolta, politico-culturale, che riconsidera il territorio bene comune.
29 agosto 2025 | 12:00 | Pasquale Di Lena
Editoriali
La grande squadra del vino italiano

Tornando a viaggiare ed a fare promozione, posto all’attenzione della Fidal e della sua Casa Italia Atletica, il primo impegno è stato quello di attivare le sinergie come quelle messe in campo nei nove anni di promozione, in Italia, e nel mondo, con L’Enoteca italiana di Siena
08 agosto 2025 | 10:00 | Pasquale Di Lena
Commenta la notizia
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Accedi o Registrati