Editoriali
AVIARIA, MA CHI L'HA VISTA?
01 luglio 2006 | Ernesto Vania
Influenza aviaria.
Psicosi, misure dâurgenza, panico e tante, tantissime prime pagine di quotidiani e riviste. Anche molti telegiornali hanno dedicato titoli dâapertura a questo virus, lâH5N1, una sigla che ci è divenuta familiare.
Abbiamo trascorso due settimane dove pareva che lâumanità fosse ad un passo da una pandemia di proporzioni bibliche.
Poi, più nulla.
Qualche rigurgito, alcuni articoli sperduti nella cronaca estera per segnalare la tragica morte di qualche asiatico.
Silenzio.
Si è tornati a parlare di politica, di calcio. Di altro, insomma.
Lâaviaria non incombeva più sulle nostre teste come fosse una spada di Damocle.
Tutto finito.
Il settore avicolo italiano, che ha pagato pesantemente la massiccia campagna mediatica, sta riprendendosi, a fatica, anche grazie agli aiuti comunitari ed italiani.
Passata la crisi è ora di guardare avanti, ma con qualche ansia e preoccupazione, perché lâagricoltura sa bene che, in un periodo di stanca, senza scandali e intercettazioni da pubblicare, possono tornare i titoli a caratteri cubitali sullâH5N1, su cigni infetti, su allarmi lanciati dalle Autorità .
In realtà un avvertimento è già stato diramato dallâOrganizzazione mondiale della Sanità . Eâ stato scoperto un ceppo di aviaria che si può trasmettere da uomo a uomo. Non è ancora il temuto passaggio pollo-uomo, ma gli esperti fanno intendere che poco ci manca.
Quando ho letto la nota dâagenzia mi sono tuffato sui giornali, ho avidamente seguito tutte le edizioni dei telegiornali.
Neanche un cenno, né un trafiletto.
Lâinfluenza aviaria è scomparsa dai mass media italiani, colmi invece di sesso, soldi, politica e calcio. Gli argomenti preferiti dagli italiani sono lì a campeggiare, ad ammiccare dalle pagine di riviste e quotidiani.
Lâagricoltura tira il fiato, in attesa che un nuovo allarme sul settore agroalimentare venga lanciato, procurando danni, sofferenza, milioni di euro in fumo.
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