Editoriali
Come ti frego il consumatore, a sua insaputa
Le informazioni viaggiano veloci su internet: informazione e controinformazione, solo per fare confusione. Le lobby si nascondono dietro innocenti siti web, che vogliono diffondere il verbo, la verità. Ecco il gioco dei lobbisti 3.0 svelato da Dario Dongo di Great Italian Food Trade
16 giugno 2017 | Dario Dongo
Campagne liberali, ovvero basta poco a scoprire il lato oscuro dei lobbisti pro-palma. I quali utilizzano l’omonimo sito per gettare fango sui dati scientifici che evidenziano la pericolosità per la salute pubblica e l’assoluta insostenibilità dello scadente grasso tropicale.
 Il sito Campagne liberali – secondo Whois, Identity for Everyone – è stato registrato il 30 settembre 2016 da tal Pietro Paganini. Il quale a sua volta opera attraverso un ente privato – Competere, con sedi a Roma, Milano e Bruxelles – di cui peraltro sono occultati (not disclosed!) i riferimenti aziendali.
Il sito Campagne liberali – secondo Whois, Identity for Everyone – è stato registrato il 30 settembre 2016 da tal Pietro Paganini. Il quale a sua volta opera attraverso un ente privato – Competere, con sedi a Roma, Milano e Bruxelles – di cui peraltro sono occultati (not disclosed!) i riferimenti aziendali.
Chi da alcuni mesi opera "stalking" nei confronti di coloro che, come chi scrive, denunciano da anni l’abominio del palma per le comunità indigene e i lavoratori, l’ambiente e la salute dei consumatori – oltreché a danno degli operatori italiani che hanno adottato responsabilmente deciso di fare a meno del "bloody palm oil" – altri non è che un manipolo di lobbisti a servizio dei palmocrati. Ma c’è dell’altro.
Il curriculum vitae del titolare del sito di Campagne Liberali, Pietro Paganini, è esemplare. Il personaggio vanta l’appartenenza a un gruppo statunitense di lobbisti repubblicani, DCI Group, che annovera clienti e sostenitori del calibro di Big Pharma, Big Tobacco, Mc Donald’s, come pure il Tea Party, il governo dell’Azerbaijan e la giunta militare della Birmania.
Torna alla mente il film "The Corporation", leggendo notizie sull’opera dei lobbisti di DCI Group per ExxonMobil. Hanno lavorato a servizio dei petrolieri per confondere i cittadini americani con teorie negazioniste del cambiamento climatico. Al punto di sbeffeggiare il premio Nobel per l’Ambiente Al Gore, con un video-parodia pubblicato su YouTube.
Il DCI Group offre i suoi servizi a gruppi di potere che abbisognano di "supporto di enti terzi" ( third party front groups).
Sostengono le cause dei loro clienti presentandosi come terze parti indipendenti, per influenzare le autorità e l’opinione pubblica. Senza rivelare, va da sé, i nomi dei loro mandanti.
Brava gente, cittadini disinteressati? Magari no.
Ci fidiamo ben più di enti pubblici come l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha denunciato gravi pericoli per la salute di bambini e adolescenti legati al consumo di prodotti contenenti olio di palma. E di gruppi economici autenticamente vicini ai consumAttori. Come Coop Italia , che per prima ha saputo reagire all’allarme di cui sopra adottando una rigorosa politica "senza olio di palma".
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Giuaeppe Bertoni
18 giugno 2017 ore 19:48Preg.mo Avvocato Dario Dongo, sono un nutrizionista (per animali) e per questo Presidente di ARNA, a Suo dire sono pagato perché io difendo il grasso di palma per mille motivi che non sto a spiegarLe (non sono cose da avvocato). Le posso però dire che lo mangio regolarmente quando vado (spesso) in Congo RD in forma non raffinata; ma forse Lei saprà che l'Efsa ha espresso dubbi per residui del processo di raffinazione, ma io mangio anche Fiesta della Ferrero che correttamente ha preferito informare i consumatori dei suoi prodotti sulla presenza sicura del "palma". Concludo dicendo che a me viene un dubbio: non sarà Lei ad avere qualche conflitto di interesse??? Controlli pure le mie entrate le entrate da quelle fonti sono 0,0, anche quando mi esprimevo a favore degli OGM che Lei "odia"!!!