Editoriali

IN ABITI ROSA

11 marzo 2006 | Mena Aloia

Parlare di agricoltura in rosa è difficile e si rischia di cadere nella retorica o di generalizzare troppo.
La prima cosa che mi sono chiesta è se vale veramente la pena di parlare di quote rosa.
Sembra quasi che le donne, per il solo fatto di esserlo, abbiano il diritto di rivendicare un ruolo che non riuscirebbero altrimenti a raggiungere.

Se una carica la si ottiene come atto dovuto e non per meriti non rischiamo di lasciare le cose esattamente come sono?
E se la nostra società sente il bisogno di salvaguardare il ruolo delle donne nel mondo del lavoro, si può ancora dire che esiste la parità fra i sessi?
Stiamo forse ammettendo che ad una donna, con delle indiscusse competenze e conoscenze, viene generalmente preferito un uomo?

Domande, tante, troppe e per ognuna di esse si può dire tutto e il contrario di tutto e pensare di avere in ogni caso ragione.
Io credo che il problema vero, al giorno d’oggi, sia quello di riconoscere alla professionalità un valore aggiunto.
Nei luoghi di potere l’unica “specie” da salvaguardare è la persona (uomo o donna che sia) competente, efficiente, con quella rara luce negli occhi che esprime passione, curiosità, ingegno e voglia di fare.
Vedete com’è semplice diventare retorici?

Non voglio, però, far passare il messaggio che parlare di quote rosa sia un falso problema, inutile pertanto da affrontare.
Pensiamo, per esempio, alle organizzazioni professionali agricole.
Qui la presenza maschile è schiacciante, eppure sono sempre di più le donne che si occupano a pieno titolo di agricoltura.
Secondo i dati recentemente diffusi dall’Unione Europea, sulla partecipazione delle donne in agricoltura, emerge che complessivamente, le donne svolgono circa un terzo dell’attività lavorativa totale.
Un’azienda su cinque è diretta da una donna.
Una donna su due è il coniuge del conduttore agricolo.
Ma tutte queste donne dove sono?
E, soprattutto perché non sono rappresentate nelle amministrazioni e nelle istituzioni?

Sempre per non cadere nelle retorica, interpretiamo in maniera acritica i dati sopra riportati.
Il primo che mi salta immediatamente agli occhi è quello che rileva come una donna su due sia il coniuge del conduttore agricolo.
Bisogna su questo dato essere onesti e riconoscere che alcune donne si occupano di agricoltura solo nominalmente, ma nella pratica sono ben lontane da questo mondo.

La realtà è che se prendiamo una qualsiasi lista di donne cosiddette “coltivatrici dirette”, una gran percentuale di loro non ha mai messo piede sulla “propria” terra. Quella terra scomoda, dove si rischia di cadere se non si sa come affrontarla.
Ma ci sono tante altre donne che, a pieno titolo, possono rivendicare la propria presenza nelle stanze del potere. Sono le donne che hanno scelto di lavorare in agricoltura e la loro è una scelta consapevole. Conoscono il mondo nel quale operano, sono preparate ed aperte alle innovazioni.
Sono donne che hanno la passione negli occhi e devono diventare protagoniste.
E lo diventeranno, al di là delle quote rosa, perché sono convinta che chi ha le capacità riesca comunque a emergere.

Potrebbero interessarti

Editoriali

Caro David Prats Palomo, Borges ha pagato l’olio di oliva agli olivicoltori tunisini?

Gli affari tra Borges International Group e Bioliva Med Company sono un fatto. Molto più di una partnership. Ecco i fatti acclarati e molte domande. Quali società, afferenti ad Adel Ben Romdhane, riforniscono ora Borges di olio tunisino?

19 novembre 2025 | 11:00 | Alberto Grimelli

Editoriali

Il prezzo dell’olio extravergine di oliva deve cambiare per il bene di tutti

Che un litro di olio extra fatto come dio comanda non può costare meno di 15 euro al litro è un dato di fatto. Faticoso promuovere l'olio poichè i cibi cosiddetti “proibiti” ci piacciono perché vanno al cervello e ci stimolano la voglia di continuare ad assaggiarne

14 novembre 2025 | 12:00 | Fausto Borella

Editoriali

SQN Alta Qualità Italia: ecco dove sta la fregatura per l’olio extravergine di oliva 100% italiano

Recentemente i Consorzi delle IGP/DOP dell’olio extravergine di oliva ma anche la maggior parte delle associazioni olivicole si sono schierate contro la creazione di un marchio SQN Alta Qualità Italia. Ecco perché

07 novembre 2025 | 15:20 | Alberto Grimelli

Editoriali

La triste realtà dell'olio extravergine di oliva, tra scaffale e mosca dell'olivo

Un consiglio spassionato: imparate ad assaggiare, scegliere ed acquistare l'olio extravergine di oliva. Perché, se non lo fate, il prossimo sentore che scoprirete nel vostro piatto, probabilmente sarà quello del verme morto e frantumato. Buon appetito!

31 ottobre 2025 | 12:00 | Piero Palanti

Editoriali

Formazione del prezzo dell’olio di oliva: dal caso Borges/Bioliva una lezione per l’Unione europea

Oligopoli, mediatori senza scrupoli e controlli disomogenei: volatilità dei prezzi. I punti di debolezza del sistema oleario internazionale emergono in tutta la loro evidenza con il crack Bioliva in Tunisia e gli interessi affaristici tra Adel Ben Romdhane e Borges. Ne abbiamo parlato con Dario Nardella, capogruppo socialisti e democratici alla Commissione agricoltura del Parlamento europeo

30 ottobre 2025 | 13:00 | Alberto Grimelli

Editoriali

Il taglio degli olivi altrui: atto intimidatorio e segno di rottura del legame esistente fra l’uomo e la terra

Il danneggiamento degli olivi non è solo un atto vandalico: è una forma di linguaggio criminale, un messaggio preciso e codificato, che attraversa i secoli e i confini. Colpire un ulivo è come colpire la dignità di chi lo ha piantato, curato e amato

24 ottobre 2025 | 14:30 | Mario Liberto, Pippo Oddo