Editoriali
APPLAUSI
21 gennaio 2006 | Ernesto Vania
Caro Draghi,
qualche mese fa abbiamo avuto occasione e modo di manifestare tutte le nostre rimostranze al suo predecessore, ora è il suo turno.
Certo!
Non può pensare di divenire Governatore della Banca dâItalia e non fare neanche una comparsata su Porta a Porta o a Matrix, a Ballarò o allâInfedele. Non può pensare che il pubblico si possa accontentare delle scarne note biografiche apparse sui giornali. Poche parole, ancor meno le interviste.
La riservatezza è un valore dâaltri tempi, oggi domina il Grande Fratello.
Appena insediato ufficialmente ha poi avuto lâaudacia, direi la sfrontatezza di risolvere, a modo suo, potenziali conflitti di interessi. Non a parole, non invitando a un dibattito o a un confronto, non cedendo le sue quote a moglie e figli, ma creando un blind trust nella più pura tradizione anglosassone.
Ha anche pubblicamente annunciato, attraverso un comunicato stampa, che per un anno si asterrà da decisioni concernenti direttamente la Goldman Sachs, società di cui è stato Vice Presidente, ovvero istituzioni per cui la Goldman Sachs agisce o agirà da advisor.
No, caro Draghi, tutto questo non può e non deve passare inosservato.
Lei merita una dura ed esemplare punizione. un applauso corale e sentito da parte dellâItalia intera.
Se non fosse che la pena sarebbe sproporzionata al reato proporremmo anche lâistituzione di un Mario Draghi fan club.
Câè tempo, può ancora rimediare.
Qualche scandalo, un poâ di sano nepotismo. Ci accontenteremmo di poco.
Ha fulgidi esempi davanti e intorno a sé.
Osserveremo da vicino il suo operato, la sua quotidiana attività .
La prego non ci deluda.
Dopo Tangentopoli, Affittopoli e Bancopoli, stiamo in ansia, non per la credibilità e il prestigio dellâItalia e delle sue Istituzioni. Viviamo nellâattesa di sapere quale altra â¦poli ci aspetta.
Confidiamo in un suo vivo interessamento.
Buon lavoro