Editoriali 17/07/2015

Anche l'agricoltura d'estate va in vancanza?


Sarà perché non amiamo molto il mare o le spiagge assolate, o forse solo per semplice deformazione professionale, che ci duole costatare come, ogni estate, si spengono i riflettori sul mondo agricolo su tutti i canali di comunicazione, quelli istituzionali e non, si stemperano gli animi, si annacquano le polemiche, insomma, si stacca la spina.

Chi mai potrebbe lavorare con il sole a picco sulla testa e la conseguente fatica fisica impressionante, tutte cose che nessuno di noi potrebbe mai sopportare!! Anche il mondo agricolo va in vacanza a godersi il sole lungo i quasi 8.000 km di coste della nostra penisola o, per i più fortunati, in qualche paradiso tropicale. Poi ci sediamo a tavola e consumiamo, secondo quelli che sono i canoni di una corretta dieta alimentare estiva, in particolare, cibi a base di frutta e verdura di stagione (pomodori, zucchine, peperoni, melanzane, insalate, angurie, meloni, pesche, giusto per citarne alcuni), al che il dubbio sorge spontaneo: magari in vacanza ci vanno solo i consumatori, mentre gran parte del mondo agricolo lavora alacremente per soddisfare l'enorme domanda estiva!

Un momento, non stavamo forse esagerando con la premessa?

C’è sempre la solita, per fortuna, Coldiretti, che diramerà comunicati stampa su cosa e come consumare per non soffrire il caldo, sui prodotti a chilometro zero, non mancheranno neanche le puntate dell’inossidabile Linea Verde, o similari, nella versione estiva, in viaggio nell’Italia del gusto e del bello, oltre a serate a tema nei cartelloni estivi, degustazioni guidate in piazze, ecc.

Bene la comunicazione, molto bene la sensibilizzazione ma, traccia su quelle che sono le problematiche del mondo agricolo, poco o nulla. Sempre in tema di prodotti stagionali, dopo contrazioni nel consumo, sembra che quest’anno, frutta e verdura, abbiano un trend positivo (abbassamento dei prezzi al consumo), anche se associazioni di produttori fanno sapere che sono in difficoltà, giacché il prezzo di vendita, spesso, è inferiore al costo di produzione (sarà anche per questo che gli operatori agricoli non vanno in vacanza?). Oltre a produrre il cibo di cui ci nutriamo nel periodo estivo - e già questo basterebbe per non distogliere l’attenzione - in questo periodo, alcune colture, affrontano la fase più delicata del loro ciclo annuale e c’è ne vengono in mente due in particolare, la vite e l’olivo.

Mentre per la prima, con il vino capofila dell’agroalimentare Made in Italy nel mondo, queste sono le ultime settimane di trepidazione per un andamento stagionale che può avvicinare o no alla vendemmia da ricordare, per l’olivo, e per il suo extravergine, croce e delizia del Bel Paese, sono mesi di passione.

Quest’anno! Ricordate cosa è successo la scorsa estate? Come dimenticare l’Annus horribilis dell’olio: mentre gran parte degli olivicoltori era in “vacanza” - gli hobbisti, per fortuna, anche se sono tanti - la mosca dell’olivo imperversava indisturbata negli oliveti. D’accordo, mettiamoci l’andamento climatico stagionale particolare, tiriamo in causa anche un inverno molto mite che l’ha preceduta, ma dov’era la Coldiretti dal comunicato stampa facile, o meglio, dov’erano tutti coloro che, a diverso titolo, dovevano essere baluardo, anche sul territorio, della Bactrocera oleae che esiste, probabilmente, da quando esiste l’olivicoltura? Oggi, quella “catastrofe”, sta producendo il risultato opposto: scorte d’insetticidi a base di dimetoato sembrano già esaurite in alcune località, e via giù con trattamenti già da qualche settimana (sempre i soliti hobbisti?), quando non esistono ne condizioni climatiche, ne condizioni fisiologiche per destare allarmismo, sia per la mosca, che per la tignola (evidentemente anche chi vende i prodotti non va in vacanza!).

Dov’è la comunicazione, quella tecnica sul territorio, o quella roboante 2.0? Anche questo è un “dramma”, al pari di quello consumatosi lo scorso anno, se non peggio, quando si scrissero fiumi di parole. E intanto ci sorbiamo articoli o i servizi su un’agricoltura da rivista patinata, tipicamente estivi, sotto l’ombrellone, o al fresco di una località di montagna, mentre consumiamo un’anguria, un’insalata di pomodori o le onnipresenti zucchine, mentre gli operatori del mondo agricolo, sfidando la canicola, producono per soddisfare i nostri fabbisogni, senza potersi permettere una vacanza.

di Sebastiano Di Maria

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