Editoriali

INFORMAZIONE O TERRORISMO?

03 settembre 2005 | Romano Satolli

Su un quotidiano sardo recentemente è uscito un articolo dal titolo “Frodi alimentari in Sardegna – Carne, vino e pesce: la truffa è in tavola”, nel quale l’articolista ha riportato il comunicato stampa di due associazioni, Legambiente e Movimento difesa del cittadino, che hanno presentato il rapporto “Truffe a tavola”.

Il documento diffuso da queste due organizzazioni – è detto nell’articolo – è basato su dati dei carabinieri per la Sanità e dell’Ispettorato repressione frodi del Ministero dell’agricoltura, e riguarda quattordici regioni tra cui la Sardegna.

E’ notorio che certe organizzazioni di consumatori, soprattutto quelle nate negli ultimi anni, hanno bisogno di avere il loro momento di notorietà, sparando degli scoop che, solo dal titolo, possano richiamare l’attenzione del lettori. Questo è proprio uno di questi.

Certamente non ha bisogno di ricorrere a questi espedienti l’Unione Nazionale Consumatori, la prima e più conosciuta organizzazione di tutela (la tutela vera!) dei consumatori, che quest’anno festeggia il cinquantesimo anniversario.

Non so se le altre “truffe” avvenute in Sardegna siano – e quanto – reali, ma laddove si parla del sequestro di 132 mila bottiglie di vino e un milione e centomila etichette irregolari per un valore di un milione di euro, sentii l’impulso di raccontare i fatti nella loro realtà e non come sono stati riportati nell’articolo.

Pertanto inviai alla redazione del giornale, tramite due amici giornalisti, una relazione su come si sono svolti nella realtà i fatti relativi al sequestro delle bottiglie, ma non ho letto nemmeno una riga di precisazione.

Recentemente, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ad un incontro con i giornalisti, ha affermato che l’informazione deve essere veritiera, corretta, ma anche completa. Nel caso suddetto, la notizia non era completa, perché se solamente il giornalista avesse chiamato un addetto ai lavori, avrebbe saputo che il Giudice ha stabilito che l’etichetta incriminata non era assolutamente ingannevole, annullando la sanzione amministrativa e consentendo il libero commercio delle bottiglie sequestrate.

L’operazione degli ispettori, però, ha procurato alla cantina dei danni notevoli, con la sospensione delle vendite per diversi giorni, il ritiro delle bottiglie già in commercio etichettate con le etichette ritenute ingannevoli, oltre al danno d’immagine.
La notizia del sequestro venne riportata anche dalla trasmissione “Report” ed essa servì a equiparare la Sardegna ad una Regione di frodatori.

Purtroppo l’enfasi che molto spesso viene data alla stampa dagli organi di controllo sulle loro operazioni più eclatanti, servono innanzitutto per pubblicizzarsi e dimostrare un’attività operativa, anche se poi la stessa, abbastanza spesso, si ridimensiona notevolmente dopo l’intervento della magistratura.

Vorremmo sapere, almeno una volta, quanti dei miliardi di multe elevate per i motivi più diversi, e quelli relativi alle imposte evase, siano poi stati veramente incassati dallo Stato.

La notizia del sequestro, ripresa nuovamente dal quotidiano locale, oggi come allora ha solo ottenuto l’effetto di allarmare i consumatori e a dare un profilo negativo ad una Regione nella quale decine di cantine grandi e piccole, sociali e private, hanno contribuito e contribuiscono a fronte di notevoli investimenti in uomini e tecnologie a far conoscere nel mondo la qualità e la genuinità dei vini sardi.

Credo che sia ora, da parte dei media, iniziare a valutare le fonti delle notizie, conoscere più a fondo le organizzazioni che le diramano, capire quali sono quelle che veramente fanno informazione corretta per i consumatori e per i cittadini da quelle che invece reiteratamente, continuamente, ampliano le notizie gridando “al lupo, al lupo”, anche quando non ci sono pericoli per la salute.

Certi comunicati stampa riportati dai media non fanno altro che pubblicizzare gratuitamente certe organizzazioni le quali, badateci, riportano sempre i nomi di un loro dirigente che, poi, troviamo talvolta candidato politico a qualche tornata elettorale locale, nazionale se non, addirittura, europea.

Personaggi che si servono dei consumatori per fini strettamente personali, ben sapendo quanti e quali vantaggi ne ricavano loro stessi, senza preoccuparsi di avere allarmato inutilmente il lettore distratto o non addetto ai lavori.

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