Editoriali
Sicurezza alimentare? Chissenefrega!
27 luglio 2013 | Ernesto Vania
L'Italia degli sprechi e dei disservizi vanta un primato, quello della sicurezza alimentare in Europa.
Abituati a dipingere il nostro paese come fanalino di coda in tutte le classifiche, comunitarie e internazionali, la notizia è quasi passata inosservata.
Forse non ci credevano neanche i giornalisti, pensando a una bufala estiva.
Invece è proprio vero, l'Italia vanta il maggior numero di segnalazioni al Raffs, il sistema di allerta comunitario, e il minor numero di cibi contaminati da pesticidi oltre i limiti consentiti.
Detto in altri termini il nostro paese è leader in sicurezza alimentare.
Fosse questo il fatto meriterebbe però solo qualche riga secondo la cinica regola giornalistica secondo cui non è il cane che morde l'uomo a far notizia ma l'uomo che morde il cane.
Così è stato in effetti, ma la vera notizia, nell'Italia dei guelfi e ghibellini, è un'altra.
L'interpretazione dei dati diramati dalla Commissione europea e dal Ministero della salute ha visto concordi un po' tutti.
Da Coldiretti ad Agrofarma tutti ad applaudire il primato nazionale. Sentire il presidente Barella, Agrofarma-Confindustria, che commenta quasi con le stesse parole di Marini, lascia sorpresi e basiti. Come è possibile? Sarà il caldo?
Nel paese delle mille interpretazioni, dove i numeri possono venire distorti, disassemblati e riassemblati secondo convenienza, questa comunanza di opinioni ha un che di rivoluzionario.
Ma la rivoluzione è nata oggi oppure anni fa?
Se si guarda al comparto ortofrutticolo, dal 1993 ad oggi, la percentuale di prodotti con residui superiori ai limiti consentiti è passata dal 5,6% allo 0,5%.
Mica male. Insomma è da vent'anni che ci si lavora e non si può certo dire nel silenzio più assoluto.
Decine di scandali alimentari e centinaia di inchieste giudiziarie seguite attraverso pagine e pagine di giornali e ore di trasmissioni televisive. Un gran lavoro per inquirenti, organi di polizia e cronisti.
A seguire nuove regole e inasprimento di quelle esistenti. Anche il legislatore non è stato con le mani in mano.
Un gran trambusto che ha portato a risultati concreti e tangibili, riconosciuti unanimemente, e nessuno se ne attribuisce il merito. C'è qualcosa che non va. Non è da Italia né da italiani, pronti a saltare sul carro del vincitore e a prendere il posto del condottiero trionfante.
O stiamo diventato un Paese serio oppure attribuirsi il merito di aver incrementato la sicurezza alimentare non assicura alcun beneficio.
Ditemi voi se questa non è una notizia!
Romano Satolli
27 luglio 2013 ore 19:28Certo è triste vedere come la notizia sia passata quasi nel silenzio totale, mentre essa avrebbe dovuto fare il giro del mondo per dire a tutti che il Made in Italy non è solo qualità, ma anche sicurezza alimentare. Anche in questo caso, sembra che la sicurezza alimentare sia un fatto talmente banale ed acclarato, che non ha bisogno di essere enfatizzato. Proprio quando leggiamo notizie di cibi importati avariati, inquinati, pericolosi alla salute. Per i nostri giornalisti, ormai abituati solo a dare notizie negative, al gossip alimentare allo stesso livello di quello sulle avventure sexi, di corna e matrimoni che alimentano i giornali scandalistici pieni di balle che troviamo dal parrucchiere e sulle spiagge, cosa dovremmo aspettarci? Per loro la notizia sarebbe stata importante se anche in questa classifica l'Italia fosse stata relegata all'ultimo posto sulle sicurezza alimentare.