Editoriali
PAC...CHI DI SOLDI
23 aprile 2005 | Ernesto Vania
La politica agricola comunitaria, da che è stata istituita, ha lo scopo di delineare le linee guida per governare il settore agricolo dei Paesi dellâUnione europea.
Unâidea decisamente valida, teoricamente utile a evitare pericolosi e nocivi scompensi di mercato e perdite di redditività per gli agricoltori.
Lo strumento principe a disposizione dei governati europei sono gli aiuti alla produzione. Soldi, denari pubblici distribuiti a pioggia a tutti quei contadini che coltivano e lavorano la terra.
Un sistema imperfetto che ha generato e dà vita a moltissime critiche.
Secondo molti terzomondisti uccide le agricolture dei Paesi in via di sviluppo, proteggendo con sussidi un comparto primario europeo nè competitivo nè imprenditoriale.
La Pac, inoltre, assorbe più della metà dei fondi europei. Risorse che gli altri settori produttivi bramano. In questo caso gli attacchi alle inefficienze e agli sprechi prodotti dalla Politica agricola comunitaria sono chiaramente tentavi di screditare un comparto a favore di altri. Un assalto, per via indiretta, ai forzieri della Ue.
Se non fossero sufficienti gli scandali che ciclicamente emergono dal sistema di assegnazione e pagamento degli aiuti alla produzione, ora sono i dati divulgati dallâente di beneficenza inglese Oxfam ad assestare un nuovo duro colpo alla Pac.
Se è noto, anche se forse non ai più, che è la Francia a ricevere la maggior quantità di fondi, oltre 10 miliardi di euro, seguita da Spagna (6,46 miliardi), Germania (5,84 miliardi) e Italia (5,37 miliardi), non era, fino ad ieri, noto a chi questi soldi erano destinati.
I britannici ora lo sanno e le sorprese non sono mancate. I maggiori beneficiari sono infatti i nobili: duchi, conti e marchesi che mantengono così le loro costose magioni con i fondi dellâUnione europea. Anche la regina Elisabetta non disdegna gli aiuti comunitari, per Sandrigham, Norfolk e Windsor percepisce annualmente circa 800 mila euro. Così il figlio Carlo, che per la sua azienda biologica, ottiene ogni anno 325 mila euro. E pensare che proprio lâaristocrazia inglese sembra la più restia alla moneta unica, altezzosamente rifiuta di unirsi ai popolani continentali ma non disprezza i denari (gli euro) che dallâEuropa vengono.
Sono sicuro che i detrattori della Politica agricola comunitaria utilizzeranno quanto prima queste informazioni per chiedere, a gran voce, trasparenza, ingiungendo a tutti gli Stati di rendere note le liste di quanti percepiscono gli aiuti alla produzione, certi, purtroppo lo sono anchâio, che la Gran Bretagna non rappresenta un caso isolato.
Il principale neo della Pac è che i soldi, pac...chi di soldi, vengono distribuiti a pioggia, è infatti necessario avere solo del terreno e coltivarlo.
Non si fa distinzione tra piccoli proprietari e grandi multinazionali, tra ricchi e poveri.
Il sistema degli aiuti è assai discutibile, certamente migliorabile, ma non si dovrebbe mai dimenticare quale è stata ed è la finalità ultima e legittima per la quale la Politica agricola comunitaria è stata creata: evitare nocivi scompensi di mercato (produzioni sovrabbondanti o insufficienti rispetto alle esigenze della popolazione europea) e garantire un minimo di redditività agli agricoltori, tale da contrastare il fenomeno dellâabbandono delle campagne, in particolare quelle più marginali, salvaguardando paesaggio e assetto idrogeologico.
Certo lâobiettività è merce rara quando si parla di miliardi di euro.
Potrebbero interessarti
Editoriali
Vendere sottoprezzo l'olio di oliva: un circolo vizioso

Ridurre il valore del proprio olio di oliva e riempire il mercato di offerte a basso costo, alla lunga, crea difficoltà. La necessità di svuotare i serbatoi collide con l'esigenza di mantenere il valore percepito del prodotto
12 settembre 2025 | 11:00 | Piero Palanti
Editoriali
Offerte sull’olio extravergine di oliva in Grande Distribuzione: promossi e bocciati

Si prospetta un’altra campagna olearia complessa e difficile, acuendo le responsabilità della Grande Distribuzione nella corretta comunicazione e cultura dell’olio extra vergine di oliva. Con le prime offerte di settembre c’è chi persevera sulla via vecchia e chi cerca nuove strade
11 settembre 2025 | 11:00 | Alberto Grimelli
Editoriali
La lenta scomparsa dai mercati dell’olio extravergine di oliva italiano

Senza un piano di sviluppo della nostra olivicoltura gli ultimi interventi di sostegno finanziario, che interessano anche il comparto olivicolo, servono solo per arraffare denaro e prolungare l’agonia di un comparto agricolo cancellato di fatto dall’importazione di olio
09 settembre 2025 | 15:00 | Pasquale Di Lena
Editoriali
Cucinare con l’olio di oliva giusto significa dare dignità agli ingredienti

In un tempo in cui la cucina si è spesso ridotta a tecnica, estetica o performance, abbiamo dimenticato che cuocere è prima di tutto un atto di cura. L’olio è il tramite tra la materia prima e la sua trasformazione più profonda
01 settembre 2025 | 16:00 | Fabio Ferrara
Editoriali
Due metri quadri al secondo vengono sottratti all'agricoltura e alla natura

Anche nel 2024, come nell’anno precedente, oltre 70 chilometri quadrati di territorio sono diventati artificiali. La necessità e urgenza di un azzeramento sta nel suo significato di una vera e propria svolta, politico-culturale, che riconsidera il territorio bene comune.
29 agosto 2025 | 12:00 | Pasquale Di Lena
Editoriali
La grande squadra del vino italiano

Tornando a viaggiare ed a fare promozione, posto all’attenzione della Fidal e della sua Casa Italia Atletica, il primo impegno è stato quello di attivare le sinergie come quelle messe in campo nei nove anni di promozione, in Italia, e nel mondo, con L’Enoteca italiana di Siena
08 agosto 2025 | 10:00 | Pasquale Di Lena