Formazione

I linguaggi dell'extravergine: sensibilità e ascolto

Ascoltare prima di parlare. Capire i bisogni prima di decantare le virtù. Il mondo dell'olio di oliva, per scrollarsi di dosso l'autoreferenzialità, deve diventare sensibile a chi è estraneo alla cultura dell'olivo e del suo succo. Solo dopo si può parlare di comunicazione, educazione e formazione

29 giugno 2017 | Alberto Grimelli

E' fin troppo facile strappare un applauso a una platea di oliandoli.

E' sufficiente affermare che l'extra vergine è sottovalutato, venduto a prezzi stracciati e banalizzato dalla Grande Distribuzione.

E' sufficiente affermare che non esiste una cultura olivicolo-olearia, che dobbiamo ancora spiegare che il piccante non è l'acidità, che i giornalisti o i medici o un'altra categoria a caso sono degli inetti e ignoranti che non conoscono le virtù dell'olio.

Se poi si vuole l'ovazione, basta aggiungere severe critiche alle istituzioni e alle associazioni, che hanno sprecato denaro e risorse, e alla burocrazia che opprime e fa perdere tempo e soldi ai produttori.

Tutte le affermazioni appena elencate sono vere, una diagnosi corretta delle carenze e inefficienze del sistema olivicolo-oleario nazionale.

Quando dalla diagnosi si passa alla prognosi, però, ci si impantana immediatamente in una serie di tu, voi, loro... più che cercare delle soluzioni si cerca di scaricare le responsabilità e la propria coscienza.

L'iniziativa di Passione Extravergine, di Elisabetta, Vicky e Alessandra, con l'evento “I linguaggi dell'extravergine” è voluto partire dal noi.

Il nutrito e variegato parterre, in cui sedevano giornalisti, opinion leader, docenti universitari, assaggiatori e produttori, si è interrogato su come creare linguaggi che possano dare una svolta al settore, come creare un sistema di comunicazione, formazione ed educazione realmente efficace.

La manifestazione è stata caotica, per certi versi confusa e confusionaria: un brainstorming di cui a tratti non si capiva il filo conduttore, finchè non si veniva riportati all'ascolto di esperienze concrete, di chi ha effettivamente fatto comunicazione, formazione o educazione intorno all'olio.

E' emersa tutta la passione degli oliandoli, il loro punto di forza e di debolezza insieme.

La passione, infatti, tende ad accecare, facendo vedere e percepire il proprio prodotto, i propri olivi e i propri territori come prioritari, come l'elemento essenziale.

Senza considerare, invece, che non è importante che cosa si dice ma che cosa chi ascolta comprende.

Al termine delle due giornate, e dei lavori di gruppo, è anche emersa la necessità di creare modelli di linguaggio diversi non solo in ragione di chi ascolta (bambino o adulto, addetto ai lavori o meno) ma anche in ragione dei suoi bisogni.

Ma quali sono i bisogni di chi ascolta? Questa è la vera difficoltà. Non ve n'è solo uno e neanche pochi. Sono molti, variegati e a volte l'uditore non ha neanche ben chiare le proprie esigenze, ne ha solo una percezione sfumata.

Durante la brillante lezione di Gabriella Falcicchio, molto piacevoli gli excursus letterari e storici, abbiamo esaminato alcuni video e spot sull'olio è stato interessante notare come le reazioni sono state molto diverse, in funzione del vissuto di ciascuno. E anche di come le emozioni e sensazioni che ricevevamo durante la visione condizionassero la nostra razionalità.
Ho visionato successivamente gli stessi filmati: la stessa visione di gruppo, anziché soli di fronte allo schermo può cambiare la percezione. E di molto.

La lezione che ne ho tratto è: ascoltarsi di meno, ascoltare di più.

Un bel punto di partenza per creare dei nuovi linguaggi per l'olio extra vergine d'oliva.

Potrebbero interessarti

Formazione

Riconoscere le diverse varietà di olivo: un corso da non perdere

Una due giorni, 26 e 27 settembre, per riconoscere le diverse varietà di olivo con lezioni teoriche e prove pratiche di riconoscimento in campo. Da Barbara Alfei a Tonino Cioccolanti fino a Enrico Maria Lodolini i docenti del percorso formativo

17 settembre 2025 | 16:20

Formazione

Tre giorni per imparare l'arte del blending a Molfetta

Dal 12 al 14 settembre un corso per capire come il blending può influenzare le caratteristiche dell'olio prodotto, anche in un'azienda agricola o in un frantoio

08 settembre 2025 | 17:00

Formazione

Successo per il corso per frantoiani in Umbria

La parte pratica è stata verificata, confrontata e discussa in quattro tecnologici frantoi predisposti alla qualità, ma anche all’accoglienza dei potenziali turisti consumatori. Soddisfatti i partecipanti da Veneto, Puglia, Lazio, Toscana, Campania e Umbria

04 settembre 2025 | 14:00

Formazione

I webinar d'autunno dell'Accademia Nazionale dell'olivo e dell'olio

L'Accademia Nazionale dell'Olivo e dell'Olio organizza per l'autunno 2025 un ciclo di 5 seminari a distanza telematici dedicati alla filiera: dalla raccolta alla sostenibilità fino ai sottoprodotti della filiera olivicolo-olearia

26 luglio 2025 | 12:00

Formazione

A Verona e Milano i prossimi corsi professionalizzanti di ONAOO su olive da tavola e olio di oliva vergine

Il primo appuntamento a Verona per le olive da tavola a fine settembre e poi a Milano a metà ottobre per gli oli di oliva vergini. Occasioni uniche per una formazione approfondita sul mondo olivicolo-oleario

19 luglio 2025 | 12:00

Formazione

Sicurezza alimentare e nel settore degli oli: le micotossine

Il 28 luglio arriva il corso di Innovhub SSI sulle micotossine in campo alimentare: gli aspetti normativi, tossicologici e analitici

18 luglio 2025 | 11:00

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati

STEFANO CAROLI

02 luglio 2017 ore 17:41

CERTO LA STRADA E' LUNGA .... FAR CAPIRE AL CONSUMATORE QUALI SONO I PREGI E BENEFICI DI UN OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA DI ALTA QUALITA' NON E' FACILE! LA SCUOLA DOVREBBE INSERIRE NELLA FORMAZIONE IL SAPER RICONOSCERE GLI ALIMENTI CHE FANNO BENE ALLA SALUTE... E L'OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA ARTIGIANALE E' SICURAMENTE UN ALIMENTO CHE AIUTA A STARE MEGLIO.
.