Economia
L’olio extravergine di oliva italiano non c’è: mancano all’appello 40 mila tonnellate rispetto a un anno fa

Ancora elevati i flussi commerciali di olio extravergine di oliva italiano ad aprile: 9000 tonnellate vendute e stock a 63 mila tonnellate. Commercializzate anche 2000 tonnellate di biologico e altrettante di olio a denominazione di origine
13 maggio 2025 | 16:00 | T N
Nonostante si cominci a rumoreggiare di un calo delle vendite di olio extravergine di oliva italiano a scaffale, in coincidenza con l’aumento delle offerte speciali impossibili e dei sottocosto molto convenienti di bottiglie di olio comunitario da marzo in poi, con prezzi inferiori di 5-6 euro rispetto all’extravergine nazionale, al momento le indicazioni dal commercio all’ingrosso non paiono risentire delle dinamiche al dettaglio.
Anche ad aprile, secondo i dati del Report dell’ICQRF, sono 63 mila le tonnellate di olio extravergine di oliva italiano in giacenza, in calo di 9000 tonnellate rispetto al mese precedente. Con questi ritmi è probabile raggiungere la giacenza zero tecnica, ovvero l’impossibilità di recuperare partite omogenee da 300 quintali in su, già a fine luglio.
E’ evidente che con questa dinamica commerciale, anche considerando i contratti in essere con consegna differita già stipulati, vi sono ben poche possibilità di influenzare prezzi e quotazioni all’ingrosso che rimarranno stabili fino all’esaurimento delle attuali scorte.
Infatti anche il tradizionale bacino dell’olio italiano è quasi senza olio, solo 26 mila tonnellate in stock, a cui se ne aggiungono le 5 mila circa della Calabria e le 6 mila della Sicilia. Aggiungiamo le quasi 9 mila tonnellate della Toscana, le 5 mila dell’Umbria e le 4 mila della Liguria, dove hanno sede i principali imbottigliatori, e scopriamo che 55 mila tonnellate, delle 63 mila tonnellate totali, sono in queste sei regioni. Le altre hanno giacenze minime.
Indicazioni simili si hanno anche per l’olio biologico, con vendite per 2000 tonnellate ad aprile e giacenza di 12 mila tonnellate, più della metà del quale stoccato in Puglia, Sicilia e Calabria.
Ancor più critica la situazione per gli oli extravergini di oliva a denominazione di origine, con stock inferiori alle 8 mila tonnellate. Tolte le 3000 tonnellate di Dop Terra di Bari, le 2000 tonnellate di Igp Sicilia e Dop Val di Mazara e le 800 tonnellate di IGP Toscano, ulteriori giacenze significative le troviamo solo in Liguria con le 400 tonnellate di Riviera dei Fiori. 6200 tonnellate, sulle 8000 totali, sono quindi concentrate di sole quattro regioni.
E’ soprattutto il confronto con il 2024 che rende ancor più l’evidenza di quanto l’olio italiano non ci sia. Ad aprile di un anno fa erano giacenti poco più di 100 mila tonnellate di olio extravergine di oliva nazionale. Mancano quindi all’appello 40 mila tonnellate di olio nazionale.
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