Cultura

Uno sguardo sull'arte / 6. La luce di Diego Velàsquez sul quotidiano

Marcella Farinaro ci propone "Il pranzo", dove il celebre pittore rappresenta personaggi della tradizione popolare colti in atteggiamenti allegri e spensierati

07 marzo 2009 | Marcella Farinaro



DIEGO VELASQUEZ
Il pranzo
Olio su tela
108,5x102 cm

Eseguito nel 1618

The State Hermitage Museum, San Pietroburgo





Diego Rodríguez de Silva y Velàsquez inizia la sua attività con la rappresentazione di personaggi della tradizione popolare, tratti direttamente dalla realtà (bevitori, suonatori…), secondo una tendenza diffusa nel sud della Spagna e grazie ai contatti che l’autore aveva con l’Italia, in particolare con Napoli. Ma in lui non c’è il compiacimento della resa deforme, accentuata, brutale delle miserie della vita.

Si capisce bene perciò perché, passando poi a Madrid, e divenendo presto pittore di corte, raffiguri, con la stessa precisione e con la stessa valenza pittorica, sovrani, principi, dignitari.

In Velàsquez confluisce tutta la cultura della sua età: dalla conoscenza di Rubens, agli studi approfonditi sull’arte italiana, che conobbe direttamente visitando diverse volte l’Italia.
L’arte italiana contribuisce a equilibrare il cromatismo spagnolo e dare ordine razionale alla composizione.

Nell’opera presa in considerazione possiamo osservare tre diversi piani di rappresentazione.

Il primo è riempito, con molta naturalezza, da una tavola coperta da una tovaglia di lino bianca spiegazzata, su cui sono appoggiate due melagrane e un pane.

Nel secondo sono rappresentate tre figure maschili: a sinistra un uomo anziano, a destra un ragazzo giovane, e al centro un ragazzo che versa del vino da una fiasca di cristallo con un atteggiamento allegro e spensierato.

Nello sfondo sono appese quella che pare una collarina bianca di tela fine, una borsa di cuoio e, a destra, una spada, resa più evidente dall’ombra sul muro e dai bagliori metallici.
Il gesto della mano del giovane a destra, diretto allo spettatore, esprime probabilmente il collateraliter monstro, ossia “mostro colui che sta al mio fianco”, secondo la gestualità dell’epoca, attinta dalla mimica e dagli atteggiamenti degli attori teatrali.
La scena intende forse esprimere un significato moraleggiante.

L’idea dell’uomo anziano insieme ai due più giovani ha una lunga tradizione che risale alla pittura europea del Rinascimento. Vi sono già stati notevoli esempi a Roma, in una celebre opera di Raffaello, e nella pittura veneziana del Cinquecento, in opere di Giorgione e di Tiziano, tutti riferiti al tema delle “Tre età dell’uomo”.


Diego Velàsquez, Autoritratto, 1643


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