Cultura
Niente di meglio di una Bruschetta mistica di olio d'oliva San Felice per il Ferragosto

Vi auguriamo buone vacanze con alcune poesie “a tema” di olivo e olio extravergine di oliva che serviranno (si spera) a rasserenare il tenebroso clima che stiamo vivendo in questa nostra società piena di orrori e di egoismi
08 agosto 2025 | 13:00 | Giulio Scatolini
In occasione della chiusura estiva, della polifenolica rivista di Alberto Grimelli, vi auguriamo buone vacanze con alcune poesie “a tema” che serviranno (si spera) a rasserenare il tenebroso clima che stiamo vivendo in questa nostra società piena di orrori e di egoismi.
A voi la “metrica” lettura con “slang mentali” sull’umbro-romanesco che vi indirizzeranno verso “l’unica certezza liquida” (vedi Zygmunt Bauman): l’olio extravergine di alta qualità italiano, declamato nell’unico Teatro Naturale: l’oliveto secolare.
LA PANZANELLA
E che ce vo’ pe’ fa’ la Panzanella?
Nun è ch’er condimento sia un segreto,
oppure è stabilito da un decreto,
però la qualità dev’esse quella.
In primise: acqua fresca de cannella,
in secodise: ojo d’uliveto,
e come terzo: quer di-vino aceto
che fa venì la febbre magnerella.
Pagnotta paesana un po' intostata,
cotta all’antica, con la crosta scura,
bagnta fino a che nun s’è ammollata.
In più, per un boccone da signori,
abbasta rifinì la svojatura
co’ basilico, pepe e pommodori.
(Aldo Fabrizi)
L’omo e l’arbero
Mentre segava un Arbero d’Olivo
Un tajalegna intese ‘sto discorso:
“Un giorno , forse, proverai er timorso
De trattamme così, senza motivo.
Perché me levi dalla terra mia?
Ciavressi, gnente, er barbaro coraggio
de famme massacrà come quer faggio
che venne trasformato in scrivania?
-Invece- j’arispose er Tajalegna-
un celebre scurtote de cartello
che lavora de sgurbia e de scarpello,
te prepara una fine assai più degna.
Fra poco verrai messo su l‘artare,
te porteranno in giro in processione,
insomma sarai santo e a l’occasione
farai quanti miracoli te pare.
L’Arbero disse: - Te rigrazzio tanto:
ma er carico d’olive che ciò addosso
nun te pare un miracolo più grosso
di tutti quelli che farei da santo?
Tu stai sciupanno troppe cose belle
In nome de la Fede! T’inginocchi
Se vedi che un pupazzo move l’occhi
e nun te curi de guardà le stelle! –
Appena j’ebbe dette ‘ste parole
s’intravvide una luce a l’improvviso:
un raggio d’oro: Iddio dar Paradiso
benediceva l’Arbero cor Sole.
(Trilussa)
LA PACE
Un omo aprì un cortello
e dommannò a l’Olivo: “Te dispiace
de damme un ‘ramoscello?
simbolo de la Pace?
“No… No… - disse l’Olivo – Nun scherzamo:
perché ho veduto, in più d’un’ occasione,
ch’ er ramoscello è diventato un ramo
e er simbolo… un bastone.”
(Trilussa)
BRUSCHETTA MISTICA ALLA SAN FELICE
Tagliate una fetta di due centimetri
di pane casareccio leggermente raffermo.
Ponetela su una graticola
sopra una brace
fatta da legno di quercia e di ginepro
dei Monti Martani.
Quando la fetta avrà preso
un bel colore dorato,
incidete su di essa, con un coltello,
il segno della Croce.
Condite con giusto sale e poi,
con olio nuovo d’annata,
fatto con cultivar San Felice,
avendo cura di versare l’extravergine,
in modo più generoso e copioso,
lungo i segni della Croce tracciata.
Stringete leggermente la bruschetta
con le mani, per meglio facilitare
l’irroramento, interno alla fetta,
dell’olio extravergine di Giano dell’Umbria.
Mangiatela velocemente,
prima che si raffreddi,
stando affacciati ad una finestra,
con lo sguardo rivolti verso
l’Abazia di San Felice,
nell’ora dell’Avemaria.
P.S. Se leggete con attenzione la ricetta, capirete che questa bruschetta si può realizzare solo nella finestra della mia casa.
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