Cultura
Il significato dell'arcobaleno, porta fortuna o sfortuna?

Dalle superstizioni negative per Greci ed Ebrei fino alla credenza che chi va sotto il punto in cui l’arcobaleno toccava terra avrebbe trovato grandi tesori. In Sicilia è credenza popolare che l’arcobaleno abbia solo tre colori: giallo, rosso e verde
02 maggio 2025 | 11:00 | Giulio Scatolini
Lo scorso 25 aprile si è verificato nel cielo una spettacolare congiunzione astrale con la falce di Luna calante, Venere e Saturno. Il trio dei tre corpi celesti hanno disegnato per chi l’ha saputo vedere, poco prima dell’alba, nel cielo astrale, una specie di “emoji sorridente” chiamata “il sorriso celeste”.
Chi lo ha visto o interpretato tuttavia sa bene che i superstiziosi invece non guardano mai l’arcobaleno.
Questa credenza è nota sin dai tempi di Esiodo in quanto l’arcobaleno era considerato la personificazione di Iside dea minore dell’olimpo, messaggera degli dei e annunciatrice di messaggi funesti, in contrapposizione ad Hermes, il dio portatore di messaggi propizi, per i comuni mortali.
Per gli Ebrei nel Medioevo l’arcobaleno non poteva essere guardato perché simbolo del patto con il quale si concluse il Diluvio Universale, castigo di Dio, il quale perdonò gli esseri umani promettendo di non operare più la loro distruzione e il loro annientamento definitivo.
Chi volutamente viola il divieto di guardarlo e urina contro l’arcobaleno si ammala d’itterizia chiamata, a tale proposito anche “male dell’arco”. Per guarirne, in Italia meridionale, era d’uopo rivolgersi ad una maga che preparava una torta di farina nella quale venivano impastati alcuni peli dell’ammalato. Questi doveva portarla in un luogo lontano, superando tre corsi d’acqua o tre archi, gettarla e tornare per una via diversa da quella seguita nell’andata.
In Germania, secondo quanto accertato da Helmut Hiller, si credeva che i bambini nati mentre si manifestava questo fenomeno celeste, sarebbero diventati particolarmente bravi e belli.
Era invece vietato indicare con il dito l’arcobaleno, perché opera di Dio. Questa mancanza di rispetto avrebbe fatto seccare e poi cadere, secondo la superstizione, lo stesso dito.
Secondo altre credenze, riportate dallo stesso Hiller, chi andava sotto il punto in cui l’arcobaleno toccava terra avrebbe trovato grandi tesori.
Se invece una ragazza passava di corsa sotto l’arcobaleno questa avrebbe cambiato sesso.
Infine se si seminavano garofani durante il verificarsi dell’arcobaleno li avrebbe fatti crescere variopinti.
Secondo altre credenze, riportate da Massimo Centini, la comparsa dell’arcobaleno annuncia invece la morte di un bambino.
L’arcobaleno ha quindi dei significati opposti ossia, a volte, ambigui.
Presso i Pigmei è il pericoloso serpente del cielo, ossia un arco solare formato da due serpenti saldati insieme.
In Asia centrale, seconda una concezione molto diffusa, l’arcobaleno aspira o beve l’acqua dei fiumi e dei laghi.
Gli Yakuti credono che esso possa rapire anche degli esseri umani.
Nel Caucaso si esortano i fanciulli a fare attenzione perché l’arcobaleno non li trascini fra le nubi.
In Sicilia, come scrive Giuseppe, Pitrè è credenza popolare, che l’arcobaleno abbia solo tre colori: giallo, rosso e verde.
Il giallo rappresenta il grano, il rosso il mosto d’uva, il verde l’olio d’oliva. A secondo della prevalenza dell’uno, all’orizzonte, dopo la pioggia, sugli altri due colori, si pronostica la quantità maggiore del prodotto che si sarebbe raccolto nella campagna in corso. Questo mi spiega perché mentre io, in un arcobaleno conto sempre sette colori, un amico di Ragusa (Sicilia orientale) e un’amica di Marsala (Sicilia occidentale), mi dicono sempre che nell’arcobaleno loro vedono sempre solo tre colori: giallo, rosso e verde. con prevalenza assoluta di quest’ultimo sugli altri.
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