Editoriali
Extra vergine spettacolo, senza esagerare
09 maggio 2009 | Alberto Grimelli
Il prodotto olio extra vergine dâoliva, dal punto di vista comunicazionale ed emozionale ha poco appeal.
Si tratta di una triste realtà.
Le colpe possono egualmente divise tra la storia del prodotto, estremamente familiare e raramente ammantata di unâaurea di nobiltà, e la mancanza di grandi e innovativi creativi che si siano dedicati a svecchiarne lâimmagine.
Difficile quindi bucare il video parlando di olio extra vergine dâoliva, difficile trovare spazi sui giornali.
Anche quando si ha la ânotiziaâ in mano, ovvero unâinformazione originale e di interesse per un vasto pubblico, altri settori, in campo agricolo sicuramente il vino, rubano la scena perché si sa, alle redazioni giungono migliaia di comunicati e lâolio si sperde in cotanto mare.
Da qualche tempo notiamo, con una certa preoccupazione, che vi è la tendenza a voler esagerare, con informative roboanti, che fanno largo uso dellâeffetto spettacolarizzazione che chiunque operi nel mondo mediatico ben conosce.
Eâ accaduto poco tempo fa con il caso Dop Umbria, autodichiaratasi la più venduta al mondo, è il caso oggi dellâesaltazione morbosa delle monocultivar.
Nulla abbiamo contro gli oli monocultivar, anzi la valorizzazione del patrimonio genetico nazionale è operazione saggia e lungimirante, solo non vorremmo che per raggiungere gli scopi di tale nobile progetto si superassero i limiti, ovvero si facesse proprio il motto âil fine giustifica i mezziâ.
Affermare che i monocultivar presentano una âchimica superiore agli altriâ è chiaramente una falsità, una baggianata.
Cosa si intende infatti con tale espressione?
Lâacidità? I perossidi? Questi valori dipendono essenzialmente dalla gestione agronomica.
Per quanto riguarda la composizione acidica la componente climatica influisce sul tenore in acido oleico. 
Sui composti minori (volatili e biofenoli), poi, la letteratura tecnico-scientifica ha sprecato fiumi dâinchiostro per illustrare come lâirrigazione, lo stadio di maturazione e l'epoca di raccolta, il metodo estrattivo possano modificare sostanzialmente la quantità di questi componenti.
Se ci riferiamo alla componente nutraceutica siamo sicuri che una Taggiasca ligure sia superiore a un blend di Peranzana e Coratina?
La cultivar è importante, non è tutto.
Utilizzare qualche trucco, come parlare di âOlio Estremoâ, è comprensibile e giustificabile. Diffondere delle informazioni errate per rendere la notizia più allettante è varcare un confine che il mondo dellâolio non può permettersi di superare. 
Mai. 
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