Editoriali
Educazione?
31 gennaio 2009 | Maurizio Cucchi
Forse sto diventando decrepito in anticipo...
Non so, molte cose del comune comportamento mi turbano e la cattiva educazione, tanto per dirne una, la vedo sempre più diffusa.
Un amico scrittore, Adriano Lomonaco, mi dice che in troppi hanno ormai perduto la percezione solida dell'altro. E dunque vivono e si comportano come se fossero soli al mondo o comunque al suo centro. D'altra parte gli esempi che ci vengono proposti dai media sono atroci. Lo stesso turpiloquio non ha più neppure valore trasgressivo, visto che domina, e anche le parolacce sono ormai desemantizzate.
Ricordo lo scandalo che suscitò ingiustamente l'ottimo Cesare Zavattini quella volta che in diretta radio si permise di uscire con un "c****"!
Sarebbe divertente se qualcuno provasse a riflettere su come parla pensando al significato letterale di ciò che sta dicendo...
Penso che sarebbe una cosa molto educativa...
Oggi siamo dominati, del resto, da una cattiva educazione autocompiaciuta. Il cafonismo è diventato un valore. Totti si mette il dito in bocca quando segna, Del Piero tira fuori la lingua, tutti gli allenatori masticano con la bocca aperta, sputacchiando invariabilmente qua e là . Forse vogliono imitare Marlon Brando in "Fronte del porto"? Non credo. E mi domando io: "ma la mamma non gliel'ha insegnato?".
Ha fatto bene Ceronetti, poi, a sottolineare la cattiva abitudine del saluto "salve" , ormai imperante (link esterno). I giovani manco se lo sognano il livello confidenziale e spiccio del "salve", forse del resto mutuato dal doppiaggio a volte improprio di film americani. Si potrebbe andare avanti, da bravi pedanti non più giovani, dicendo della gente che urla al telefonino, dei fumatori incalliti che riempiono di cicche le strade cittadine, considerando il suolo pubblico una discarica, dei tanti che sputano sentenze.
Per esempio un certo Emanuele Maggio, proprio oggi, mi dà lezioni di lettura del testo poetico, prendendo spunto da mie dichiarazioni sul cantautore Fabrizio De André (link esterno).
Come dicevano i nonni dei miei nonni: "Non si finisce mai di imparare".
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