Editoriali

Il prezzo dell’olio extravergine di oliva deve cambiare per il bene di tutti

Il prezzo dell’olio extravergine di oliva deve cambiare per il bene di tutti

Che un litro di olio extra fatto come dio comanda non può costare meno di 15 euro al litro è un dato di fatto. Faticoso promuovere l'olio poichè i cibi cosiddetti “proibiti” ci piacciono perché vanno al cervello e ci stimolano la voglia di continuare ad assaggiarne

14 novembre 2025 | 12:00 | Fausto Borella

In questi giorni, nelle ambasciate italiane di tutto il mondo, si sta celebrando la settimana della cucina italiana, proprio quando, con trepidazione, stiamo aspettando il 10 dicembre, quando a Nuova Dehli, la cucina italiana, potrebbe essere premiata, come Patrimonio immateriale dell’Unesco.

Con la mia Accademia Maestrod’olio ho avuto il piacere in questi giorni, di tenere degustazioni a Londra, Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, e a breve anche all’Aja in Olanda, per far conoscere i veri oli extravergine italiani a centinaia di persone, provenienti da tutto il mondo.

Qual è il nodo terribilmente scottante, che non riusciamo ancora a sciogliere a distanza di lustri?

Che un litro di olio fatto come dio comanda, (Ormai non serve più neanche scrivere artigianale, di qualità, autentico, fatto a mano, perché tanto l’industria copia tutto), non può costare meno di 15 € al litro. Soprattutto in un’annata come questa, dove l’Italia centrale è stata per gran parte flagellata dalla mosca olearia e avremo una riduzione significativa della produzione.

Ci sono diverse categorie di olio extravergine e, purtroppo, non riusciamo a spiegare esattamente qual è quello “buono”.

Se viene raccolto presto, portato al frantoio entro poche ore, filtrato, tenuto sotto gas inerte, imbottigliato in diversi formati, con bottiglie che abbiano un appeal anche per il consumatore, con il tappo anti rabbocco, la sua scatola, le brochure multi lingue, inserito nella giungla dei concorsi, e fatto assaggiare nelle fiere di settore; quest’olio al produttore eroico, costa oltre 12/14€ al kg.

Va da sé, che deve essere pagato, senza che il consumatore abbia da obbiettare una sola parola. Ma l’olio deve essere di qualità, pulito e profumato e quindi anche con una base minima di biofenoli totali, (almeno 250/300mg per kg), cosi diventare prima che un condimento, un nutraceutico.

Allora perché decine di produttori, che ho il piacere di sentire settimanalmente, mi alzano il loro grido di dolore, dicendo che non riescono a far percepire all’utente finale, quanto sudore e investimenti, gli è costato il loro olio? Perché all’estero non si batte ciglio se si spendono 25€ per mezzo litro e in italia, se chiede 18€ se quasi un ladro?

E non è solo per i costi della vita negli altri paesi del mondo, oppure perché le tasse doganali fanno alzare il prezzo. E’ soprattutto per un retaggio ignorante e sbagliato, che l’olio deve costare poco, perché al supermercato lo stesso extravergine costa meno della metà. Non è così e non è uguale; ahimè la parola extravergine deve essere cambiata, con una legge, con un marchio, con un bollino di qualità, con quello che volete voi, ma l’olio dei veri produttori, non è l’olio degli imbottigliatori, delle industrie e delle multinazionali.

Detto questo, c’è ancora una bella montagna da scalare; fatta da decine di migliaia di hobbisti e piccoli proprietari di oliveti, che per mancanza di manodopera, tempo e denaro, preferiscono lasciare tutto al caso e quando arrivano al frantoio, portano delle olive, che saranno irrimediabilmente difettose e poco salubri.

Ci metteremo diverse vite, e purtroppo ne abbiamo una sola a disposizione, ma il concetto che l’olio profumato, amaro e piccante, si deve pagare il suo prezzo, deve passare attraverso tante degustazioni, facendo assaggiare prima l’olio industriale e poi quello sano.

Faccio sempre l’esempio, che siamo disposti a pagare 8€ uno spritz e se lo offri ne spendi 16€ e dura 10 minuti, e poi non investiamo la stessa cifra per mezzo litro in bottiglia o un litro in bag in box, che dura per alcune settimane.

Finché il consumatore italiano, senza bisogno che sia estremamente ricco, basta che sia normalmente intelligente, non capirà la differenza tra i due oli “extravergine”, non riusciremo a far capire la differenza di prezzo. Tutti gli altri ingredienti che assumiamo, come i dolci, le bibite gassate, l’alcool e i cibi cosiddetti “proibiti”, ci piacciono perché vanno al cervello e ci stimolano la voglia di continuare ad assaggiarne. L’olio lo espelliamo durante una degustazione e ne mettiamo poche gocce per condire un piatto. Ecco perché è ancora abissale la fatica per far comprendere il prezzo dell’olio. Io non mollo e spero che non lo facciano neanche i produttori eroici, che hanno sposato questa causa. Insieme, si vince.

Potrebbero interessarti

Editoriali

SQN Alta Qualità Italia: ecco dove sta la fregatura per l’olio extravergine di oliva 100% italiano

Recentemente i Consorzi delle IGP/DOP dell’olio extravergine di oliva ma anche la maggior parte delle associazioni olivicole si sono schierate contro la creazione di un marchio SQN Alta Qualità Italia. Ecco perché

07 novembre 2025 | 15:20 | Alberto Grimelli

Editoriali

La triste realtà dell'olio extravergine di oliva, tra scaffale e mosca dell'olivo

Un consiglio spassionato: imparate ad assaggiare, scegliere ed acquistare l'olio extravergine di oliva. Perché, se non lo fate, il prossimo sentore che scoprirete nel vostro piatto, probabilmente sarà quello del verme morto e frantumato. Buon appetito!

31 ottobre 2025 | 12:00 | Piero Palanti

Editoriali

Formazione del prezzo dell’olio di oliva: dal caso Borges/Bioliva una lezione per l’Unione europea

Oligopoli, mediatori senza scrupoli e controlli disomogenei: volatilità dei prezzi. I punti di debolezza del sistema oleario internazionale emergono in tutta la loro evidenza con il crack Bioliva in Tunisia e gli interessi affaristici tra Adel Ben Romdhane e Borges. Ne abbiamo parlato con Dario Nardella, capogruppo socialisti e democratici alla Commissione agricoltura del Parlamento europeo

30 ottobre 2025 | 13:00 | Alberto Grimelli

Editoriali

Il taglio degli olivi altrui: atto intimidatorio e segno di rottura del legame esistente fra l’uomo e la terra

Il danneggiamento degli olivi non è solo un atto vandalico: è una forma di linguaggio criminale, un messaggio preciso e codificato, che attraversa i secoli e i confini. Colpire un ulivo è come colpire la dignità di chi lo ha piantato, curato e amato

24 ottobre 2025 | 14:30 | Mario Liberto, Pippo Oddo

Editoriali

Caro Presidente Trump, sull’olio di oliva la vogliono fregare!

L’altro volto dello scandalo Bioliva/Borges è il serio rischio di un aumento delle truffe sull’origine sull’asse Tunisia-Spagna, aprendo il vaso di Pandora con gli Stati Uniti d’America. Le colpe di pochi non le possono pagare gli olivicoltori e i frantoiani tunisini, spagnoli e italiani

09 ottobre 2025 | 08:30 | Alberto Grimelli

Editoriali

Olio extravergine di oliva italiano a 5,99 euro al litro: il ravvedimento operoso di Esselunga

Il ritorno dell’offerta dell’olio italiano Cirio a 5,99 euro/litro, stavolta dichiarato come sottocosto. Fa piacere l’atto di trasparenza di Esselunga ma amareggia il fallimento del sistema legislativo

07 ottobre 2025 | 11:00 | Alberto Grimelli

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati