Editoriali
L'olio extravergine di oliva non vale nulla, calpestata la dignità dell'olio
 
          L’olio extravergine di oliva è passato dallo scaffale promozionale al cesto natalizio, e infine al sacchetto della spesa come gadget gratuito. C’è chi ti lancia l’olio come la calamita del frigo o il portachiavi del benzinaio
11 aprile 2025 | 10:00 | Piero Palanti
È ufficiale: possiamo aprire una bottiglia (di olio, ovviamente) e brindare. La filiera dell’olio può gioire! O forse può iniziare a piangere, ma va bene lo stesso: l’importante è che ci sia movimento.
Non credevo che un giorno avrei potuto assistere a un tale miracolo commerciale. No, non sto parlando di qualità, sostenibilità o cultura alimentare. Sto parlando di regali.
L’olio extravergine è passato dallo scaffale promozionale al cesto natalizio, e infine… al sacchetto della spesa come gadget gratuito.
Una nota catena della GDO ha avuto un’illuminazione. Altro che sconto del 10% per i pensionati il mercoledì! Altro che sottocosto!
Signore e signori, siamo entrati nell’era del dono ungente:
Spendi 35€ e ricevi in regalo una bottiglia da 500ml di olio extravergine.

Eh sì, proprio così. Per chi aveva ancora dubbi: il futuro dell’olio extravergine è nel marketing esperienziale. Regaliamo emozioni. Regaliamo un filo d’olio. Regaliamo illusioni.
Sarà davvero un extravergine? Beh, se lo dice l’etichetta…
“Ottenuto con oli extra vergini di oliva originari dell’Unione Europea e NON originari dell’Unione”.
Cioè: una gita organizzata nel Mediterraneo allargato, con fermata a sorpresa nei peggiori frantoi dell’Est. Il tutto spremuto insieme sotto lo stesso tappo.
La domanda vera è: cosa penserà il consumatore?
“Wow! Che affare!”
“Finalmente un premio per i miei 35€ di surgelati e biscotti ripieni!”
“Che bel pensiero!”
Noi invece ci chiediamo: che cosa ci stiamo mettendo nei piatti?
Davvero vogliamo credere che un prodotto regalato sia frutto di qualità, passione, filiera controllata e raccolta precoce?
Onestamente: io, che conosco cosa costa produrre un olio vero, non ho nemmeno avuto il coraggio di assaggiarlo. Il mio palato ha una dignità. Il mio tempo pure.
Comunque, complimenti vivissimi!
Mi aspetto nuove perle creative. Anzi, mi permetto di dare una mano, ispirandomi a chi di ironia se ne intende: le famose pompe funebri … tanto siamo alla morte dell’olio extravergine.
Regala l’olio extravergine e ricevi in omaggio:
Il posto fisso… al cimitero con il nostro olio extravergine di qualità.
Un monolocale… seminterrato, vista ossari, unti dal nostro olio...
Una consulenza nutrizionale… post mortem, unti per sempre.
Perché spendere soldi in educazione alimentare, raccontare le cultivar, la raccolta a mano, i polifenoli?
Chi se ne importa del fruttato medio o della nota erbacea se tanto possiamo avere tutto gratis!
C'è chi investe nella qualità. C'è chi costruisce una reputazione.
E poi c’è chi ti lancia l’olio come gadget, come la calamita del frigo o il portachiavi del benzinaio.
Voglio essere propositivo, promuoviamo l'olio extravergine regalato all’autolavaggio

Olio di qualità più olio extravergine per le nostre macchine
 
Si specula sull’ignoranza del consumatore, si schiaccia il lavoro dei produttori onesti, e si trascura del tutto un’idea sana e organica di crescita della filiera.
Ma va bene così: l’importante è regalare qualcosa.
La dignità dell’olio? Quella sì che è diventata extravergine… cioè: spremuta fino a non sentirla più.
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