Editoriali

Guardare avanti

19 gennaio 2008 | Luigi Caricato

“Teatro Naturale” anno sesto.
Il tempo scorre inesorabile, senza sosta, quasi non lo si avverte. Eppure da quando, il 6 settembre 2003, c’è stato l’esordio in rete del settimanale si trattava di tener duro, non è stato facile in tutti questi anni. L’Italia è in costante declino – soprattutto a livello istituzionale – e noi invece ci siamo caparbiamente cimentati (e forse anche avventurati, in qualche modo: da veri folli) nell’affrontare le insidie dell’epoca, la dura crisi economica e di valori cui si sta assistendo giorno dopo giorno con grande rammarico e imbarazzo. Non è stato facile e non lo è nemmeno ora, a distanza. Perché manca il tessuto sociale, perché la crisi del Paese riflette in maniera speculare la crisi stessa della società e delle persone che la costituiscono. Non parliamo poi della crisi dell’agricoltura, che in un simile contesto vede sprofondare sempre di più nel baratro del nulla, togliendo respiro ai volenterosi e annientando ogni briciolo di speranza al più azzardato tra gli ottimisti. Non è un caso che il titolo dell’editoriale di allora richiamasse a una sfida necessaria.

Oggi, a distanza, sono soddisfatto e ripagato dei risultati. I lettori più attenti e perseveranti lo saranno altrettanto, e li ringrazio a uno a uno per l’adesione piena e propositiva di quanti la manifestano in ogni occasione. E’ stata una sfida che ha prodotto risultati e che nasce da un’esigenza di moralità e di contenuti, di indipendenza e di lucidità intellettuale. Oggi il mondo agricolo manca di quella marcia in più, perché nonostante i tempi siano cambiati, l’agricoltura ha ancora il respiro corto. E questo suo limite è soprattutto un limite di rappresentatività. A mancare di efficacia sono le organizzazioni di categoria, ma soprattutto le Istituzioni, le quali hanno pesantemente fatto arretrare il comparto agricolo, ponendolo indecorosamente ai margini.

Ecco pertanto “Teatro Naturale”, con la sua sfida necessaria a cui tutti noi abbiamo fornito un contributo importante, di cui siamo fieri e orgogliosi nel procedere a testa alta, senza mai aver barattato la nostra libertà. Questo lo abbiamo potuto fare grazie anche a voi che ci seguite puntuali, rendendo possibile e importante tale progetto.
“Teatro Naturale” infatti non è un semplice settimanale tra i tanti, è soprattutto un progetto culturale e di vita. Noi esprimiamo infatti una voce libera che informa ma che non disdegna nemmeno di formare, di preparare una nuova classe agricola. Ciò ch’è mancato in tutti questi decenni, è l’attenzione alla cultura e al pensiero libero, senza appartenenze. Manca ancora un pensiero rurale, noi però stiamo lavorando per questo, con onestà intellettuale, senza ubbidire a padrini e consorterie. E così, giunti al sesto anno di vita, ci rinnoviamo fedeli ai nostri principi, rinnovando l’abito, come è giusto che sia, non solo nella veste grafica. Il tutto senza smarrire la capacità di guardare avanti, rispettosi delle ragioni che ci hanno fatto iniziare nel 2003 questo solitario cammino verso un’agricoltura nuova, libera dalle grevi pastoie della politica e degli interessi di parte. Un cammino in solitario, sì, perché rappresenta ancora la volontà di una minoranza, ma non è tuttavia una solitudine, visto il nutrito nucleo di voi lettori che ci seguite dimostrando di apprezzare, settimana dopo settimana, il nostro paziente lavoro. Come sempre, buona lettura, e, chissà, se un giorno – magari non troppo lontano – si riuscisse finalmente a ritornare protagonisti della scena pubblica.

Intanto, stiamo senza dubbio crescendo insieme con voi. Dal 2008, la testata giornalistica “Teatro Naturale”, pubblicata in rete a cadenza settimanale ogni sabato, è associata all’Uspi, l’Unione Stampa Periodica Italiana. Non finisce qui, ci saranno altre novità nel corso dei prossimi mesi. Noi, di certo, siamo intenzionati a lasciare tracce significative del nostro operato.



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