Editoriali

Il G7 Agricoltura, segnale di speranza o ennesima delusione?

Il G7 Agricoltura, segnale di speranza o ennesima delusione?

L’esperienza dei G7, soprattutto quelli riservati al clima, ma non fa accezione questo Agricoltura, dimostra che questi incontri non sono credibili perché pieni di promesse mai mantenute

27 settembre 2024 | Pasquale Di Lena

Non bastano le alluvioni dovute al cambiamento climatico, opera dell’uomo, a far capire alla presidente del consiglio l’importanza del Green Deal, cioè l’insieme delle azioni atte a raggiungere entro il 2050 la neutralità climatica. Per la Meloni è  un approccio ideologico con la decarbonizzazione che penalizzando “competitività e crescita”  ha portato a “risultati disastrosi”. Come dire che bisogna rilanciare il tipo di sviluppo anche se distruttivo, com’è successo in Europa con perdite per miliardi di euro e 25 morti. Il riferimento è al ciclone Boris che ha colpito anche l’Italia, Emilia, Romagna in particolare. Un ragionamento che rispecchia quello proprio di un sistema, il neoliberismo,  predatorio e distruttivo del bene più prezioso, il territorio. Per il sistema semplicemente un mezzo per accumulare denaro e tutto a scapito dell’agricoltura, l’attività un tempo primaria, posta ai margini dello sviluppo perché considerata un ostacolo sulla strada del facile consumismo, che, riferito al cibo, vuol dire quantità al posto della qualità.

Una premessa necessaria per introdurre l’avvenimento in corso in Sicilia, aperto proprio dalla nostra presidente del Consiglio, il giorno 21 u.s.  presso il Castello Maniace di Siracusa, sull’isola di Ortigia, la riunione dei Ministri dell’Agricoltura del G7. A presiederla un ministro del governo Meloni, quello dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che è anche Ministro della Sovranità alimentare e delle Foreste, non sapendo - visto che l’agricoltura italiana non è più, a partire dalla crisi strutturale del 2004, perno dello sviluppo del Paese e che la sua base, il territorio, va restringendosi sempre più – che Sovranità alimentare sta a significare “mettere al centro la soddisfazione delle esigenze alimentari delle persone e non la massimizzazione del profitto economico, incoraggiare lo sviluppo delle realtà locali ed eliminare gli sprechi”. In tal senso due anni persi visto l’aumento delle famiglie povere in Italia; l’aumento, anche, con i centri commerciali, degli sprechi alimentari; l’abbandono crescente delle realtà locali; la perdita, per mancanza di reddito, delle piccole e medie aziende coltivatrici a vantaggio delle grandi sempre più grandi per un’agricoltura industrializzata; la svendita di superfici consistenti di terreni per insediamenti agrovoltaici, che vuol dire perdita dell’unica energia vitale, il cibo, e, nel tempo lungo, perdita di suolo e della sua fertilità; riduzione del numero degli addetti e scarsità di ricambio generazionale.

Proprio il cibo che ha nell’origine, il territorio, il carattere della qualità e, con il ricco patrimonio di varietà, anche della diversità. Il cibo, oggetto di una pubblicazione in inglese firmata da Qualivita, e in mostra a Origia, con la Fondazione appena citata, gli 82 consorzi di tutela delle principali Indicazioni geografiche, Dop e Igp, con un totale di quasi 900 riconoscimenti. Anche le 21 Ig messe nelle mani del ristorante più grande del mondo, McDonalds, dando il via al mcdonaldizzazione delle eccellenze agroalimentari italiane, testimoni dei nostri mille e mille territori, anche quelli abbandonati o in via di abbandono. Non sappiamo se è stato fatto cenno alla riforma della Pac, che guarda al biologico con il governo italiano che criminalizza chi lo produce mediante controlli assurdi. L’esperienza dei G7, soprattutto quelli riservati al clima, dimostra che questi incontri non sono credibili perché pieni di promesse mai mantenute. Proprio quelli sul clima sono a dimostrarlo, visto che a furia di G7 la situazione in cui esso versa è peggiorata enormemente e, come si diceva all’inizio, l’agricoltura è la prima vittima dei disastri che provoca il cambiamento in atto.

Ecco perché anche noi diciamo interessante e di grande attualità il tema di questo G7 “Resilienza e sostenibilità dell’agricoltura e dei sistemi alimentari”  e le stesse aree tematiche individuate proprio dalla Presidenza italiana: (1) scienza e innovazione in agricoltura per l’adattamento ai cambiamenti climatici; (2) le giovani generazioni come agenti di cambiamento in agricoltura; (3) il contributo della pesca e dell’acquacoltura sostenibili alla sicurezza alimentare; (4) il contributo del G7 allo sviluppo dell’agricoltura nel continente africano. Questo coinvolgimento dell’Africa fa pensare, vista l’abilità del sistema, che, di fronte ai 10 miliardi di bocche da sfamare nel 2050, i terreni africani possono tornare utili per il suo consumismo sfrenato conseguenza del non senso del limite e del finito proprio del neoliberismo delle banche e delle multinazionali. Il non senso che sta mettendo a rischio il domani di questa nostra terra. Un G7 che ha avuto comunque il merito di presentare quella terra stupenda che è la Sicilia e di raccontare e far degustare i testimoni di bellezza e di bontà. L’espressione di una ricca e diffusa biodiversità che  è l’anima e il cuore di quel “Made in Italy”, di cui tutti si vantano, soprattutto quelli che non spendono mai una parola per il territorio che la biodiversità la produce, e, per chi da diecimila anni, con intelligenza e passione, la coltiva.

Potrebbero interessarti

Editoriali

Cucinare con l’olio di oliva giusto significa dare dignità agli ingredienti

In un tempo in cui la cucina si è spesso ridotta a tecnica, estetica o performance, abbiamo dimenticato che cuocere è prima di tutto un atto di cura. L’olio è il tramite tra la materia prima e la sua trasformazione più profonda

01 settembre 2025 | 16:00 | Fabio Ferrara

Editoriali

Due metri quadri al secondo vengono sottratti all'agricoltura e alla natura

Anche nel 2024, come nell’anno precedente, oltre 70 chilometri quadrati di territorio sono diventati artificiali. La necessità e urgenza di un azzeramento sta nel suo significato di una vera e propria svolta, politico-culturale, che riconsidera il territorio bene comune.

29 agosto 2025 | 12:00 | Pasquale Di Lena

Editoriali

La grande squadra del vino italiano

Tornando a viaggiare ed a fare promozione, posto all’attenzione della Fidal e della sua Casa Italia Atletica, il primo impegno è stato quello di attivare le sinergie come quelle messe in campo nei nove anni di promozione, in Italia, e nel mondo, con L’Enoteca italiana di Siena

08 agosto 2025 | 10:00 | Pasquale Di Lena

Editoriali

Grazie ai dazi di Trump anche nuove opportunità di promozione e comunicazione

Dal 7% della quota di mercato in Canada che l’Italia dei vini  allora, deteneva con prodotti, nella generalità dei casi, scadenti, è passata, agli inizi del terzo millennio, a oltre il 30%, soprattutto grazie a una forte spinta iniziale nel campo della comunicazione

01 agosto 2025 | 12:00 | Pasquale Di Lena

Editoriali

L’olio d'oliva non lo fa il frantoio, ma si fa con il frantoio

Il frantoio va utilizzato e inteso quasi come uno strumento musicale che ha i suoi accordi da tarare a seconda della varietà delle olive e del loro grado di maturazione. Superiamo gli anacronismi del passato: l'olio non si compra più nell'elaiopolio

25 luglio 2025 | 12:00 | Giulio Scatolini

Editoriali

Addio cara Aifo: manca una proposta politica olearia che guardi al futuro

Niente confronto e nessuna visione: la storica associazione dei frantoiani olearia avrebbe bisogno di un radicale rinnovamento. Il passo indietro come Presidente dei Mastri oleari e da Aifo 

21 luglio 2025 | 11:00 | Giampaolo Sodano