Editoriali

La triste realtà dell'olio extravergine di oliva, tra scaffale e mosca dell'olivo

La triste realtà dell'olio extravergine di oliva, tra scaffale e mosca dell'olivo

Un consiglio spassionato: imparate ad assaggiare, scegliere ed acquistare l'olio extravergine di oliva. Perché, se non lo fate, il prossimo sentore che scoprirete nel vostro piatto, probabilmente sarà quello del verme morto e frantumato. Buon appetito!

31 ottobre 2025 | 12:00 | Piero Palanti

Ah, l'Italia! La terra del sole, della pizza e, naturalmente, delle colline ricamate da ulivi secolari. Un vero idillio bucolico, roba da cartolina. E non parliamo delle nostre cultivar: oltre seicento varietà! Un arcobaleno di differenze genetiche che si riflettono, in profumi, colori e sapori dell'olio extravergine. Praticamente ogni ulivo è un'opera d'arte, un’opera d’arte vegetale che grida validità da ogni singola oliva. La Coratina in Puglia, il moraiolo in Toscana... quasi un tour enogastronomico, senza il costo del biglietto.

E poi ci sono i sentori. Erbacei, mandorlati, di carciofo, pomodoro, mela verde, ogni assaggio è una sorpresa, un vero scrigno. L'equilibrio tra amaro, piccante e fruttato cambia regalando agli appassionati infinite possibilità di abbinamento. È una sinfonia di sfumature, un'orchestra di sapori. Insomma, un'esperienza mistica, quasi religiosa, che ti fa sentire una persona fortunata.

Questo è la storia che avrei voluto raccontare. Romantica, bella, iconica, quasi da far venire la lacrimuccia al lettore.

Peccato che sia una fetta minuscola della nostra vera realtà. Perché la verità è che l'olio d'oliva è un prodotto davvero magico, riesce a cambiare classificazione o origine in un battito di ciglia, è uno dei prodotti più contraffatti al mondo. Un vero Houdini del marketing! E tutto questo per sostenere un mercato drogato e condizionato da logiche affaristiche assurde. Risultato?

Sulle nostre tavole arrivano oli talmente pessimi o di dubbia provenienza che la dicitura "extravergine" è l'unica cosa di extra che hanno. Un sistematico inganno all'italiana.

Nella ristorazione, dopo anni di tentativi coraggiosi (e fallimentari), continuiamo a imbatterci in bottiglie insulse e anonime con oli di dubbia provenienza. Se siete fortunati, vi beccherete un olio soltanto fermentato che avrà un delizioso "odore di pipì di gatto" (o forse anche rancido, per i palati più raffinati). Ricordate, per legge, un olio con dei difetti non dovrebbe nemmeno fregiarsi del titolo di extravergine. Se siete meno illuminati, in questa annata difficile la sfortuna abbonda, potrete godervi un olio con la mosca. Sì, avete capito bene, frutto di olive frante con dentro la larva della Bactrocera oleae. Un'esperienza, ve lo assicuro, poco piacevole. E poi ci sono gli oli già rancidi, burrosi e dai sentori di grasso vecchio, stantio. Che delizia! Perché mai dovremmo accontentarci di sentori freschi, piacevoli, quando possiamo avere muffa, avvinato, riscaldo, morchia, acqua di vegetazione?

La muffa, che ti lascia in bocca un retrogusto di funghi... ma non di quelli buoni, eh. E la lingua che raspa? Non è una sensazione piacevole, è un difetto! Come l'avvinato, che sa di aceto. Semplice da capire, anche per chi ha il palato di un tavolo di legno. E i difetti, cari miei, non migliorano con i mesi, anzi, diventano più evidenti.

Fortunatamente, in questo mare di mediocrità, abbiamo dei produttori (eroi) che vivono l'olio come una cosa seria. Persone che rispettano prima le olive poi l'olio e di conseguenza anche il consumatore.

Quindi, un consiglio spassionato: imparate ad assaggiare, scegliere ed acquistare. Perché, se non lo fate, il prossimo sentore che scoprirete nel vostro piatto, probabilmente sarà quello del verme morto e frantumato. Buon appetito!

Finché l'olio extravergine in Italia sarà trattato come un mero grasso da schiaffare in pentola, senza arte né parte, senza rispetto per la sua storia, la sua qualità e soprattutto per i nostri poveri palati, non ci sarà futuro per questo prodotto. Solo un mucchio di "sentori" che farebbero inorridire anche la Bactrocera oleae.

Potrebbero interessarti

Editoriali

Formazione del prezzo dell’olio di oliva: dal caso Borges/Bioliva una lezione per l’Unione europea

Oligopoli, mediatori senza scrupoli e controlli disomogenei: volatilità dei prezzi. I punti di debolezza del sistema oleario internazionale emergono in tutta la loro evidenza con il crack Bioliva in Tunisia e gli interessi affaristici tra Adel Ben Romdhane e Borges. Ne abbiamo parlato con Dario Nardella, capogruppo socialisti e democratici alla Commissione agricoltura del Parlamento europeo

30 ottobre 2025 | 13:00 | Alberto Grimelli

Editoriali

Il taglio degli olivi altrui: atto intimidatorio e segno di rottura del legame esistente fra l’uomo e la terra

Il danneggiamento degli olivi non è solo un atto vandalico: è una forma di linguaggio criminale, un messaggio preciso e codificato, che attraversa i secoli e i confini. Colpire un ulivo è come colpire la dignità di chi lo ha piantato, curato e amato

24 ottobre 2025 | 14:30 | Mario Liberto, Pippo Oddo

Editoriali

Caro Presidente Trump, sull’olio di oliva la vogliono fregare!

L’altro volto dello scandalo Bioliva/Borges è il serio rischio di un aumento delle truffe sull’origine sull’asse Tunisia-Spagna, aprendo il vaso di Pandora con gli Stati Uniti d’America. Le colpe di pochi non le possono pagare gli olivicoltori e i frantoiani tunisini, spagnoli e italiani

09 ottobre 2025 | 08:30 | Alberto Grimelli

Editoriali

Olio extravergine di oliva italiano a 5,99 euro al litro: il ravvedimento operoso di Esselunga

Il ritorno dell’offerta dell’olio italiano Cirio a 5,99 euro/litro, stavolta dichiarato come sottocosto. Fa piacere l’atto di trasparenza di Esselunga ma amareggia il fallimento del sistema legislativo

07 ottobre 2025 | 11:00 | Alberto Grimelli

Editoriali

Bioliva-Borges: il connubio che distrugge il valore dell’olio di oliva

Un crack da 180 milioni di euro, la fuga di Adel Ben Romdhane in Spagna, il crollo del mercato oleario in Tunisia e Spagna, fame e disperazione. Uno scenario destinato a ripetersi quest’anno, coinvolgendo anche l’Italia. Non ci sto!

02 ottobre 2025 | 10:00 | Alberto Grimelli

Editoriali

Un'azione multidisciplinare per salvare l'olio di oliva italiano

Non basta piantumare nuovi oliveti o aumentare la produzione di olio di oliva italiano. Serve mettere in campo una serie di azioni a largo spettro, dalla tutela del territorio con la mappatura della storia olivicola, fino al coinvolgimento del consumatore

24 settembre 2025 | 15:00 | Pasquale Di Lena

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati