Editoriali
Il cibo si può costruire per fare denaro

L'agricoltura non sarà più necessaria. Basteranno dei bioreattori e l'intelligenza artificiale per preparare gustose ricette, senza più alcuna tutela per la biodiversità, per le tradizioni, la cultura rurale ed enogastronomica
04 dicembre 2023 | Pasquale Di Lena
Il cibo del dio denaro.
È solo una questione di avere in mente un ricetta per poi, attraverso algoritmi, trasmetterla a un robot che lo decodifica e lo realizza evitando a chi ha fame di sporcarsi in cucina e di sbagliare. Non siamo ancora in grado di sapere se il robot, una volta realizzato un piatto, ci imbocca, ci pulisce il muso, ci permette di fare un ruttino e, soprattutto, ci evita di lavare i piatti e rimettere a posto la tavola. Un robot al nostro completo servizio se gli algoritmi sono quelli giusti. Se sbagliati non immaginiamo neanche cosa può succedere con un robot incavolato!
Utilizzano una giovanissima donna dal nome Greta - fa pensare subito alla Thumberg ma non è - per rendere credibile il ragionamento che parte dalla volontà di voler difendere gli animali allevati in modo indicibile per arrivare a rendere credibile un futuro vegetariano con la carne coltivata. Solo l’inizio di una campagna promozionale che ha come obiettivo quello di rendere normale un cibo frutto dell’intelligenza artificiale, che non ha alcun legame con l’origine della qualità e della diversità, il territorio, e quello che è ancora peggio, con l’intelligenza umana, e, un tempo non lontano, la sapienza delle mani delle donne.
Si spiega bene l’investimento di 800 miliardi di dollari in questa operazione di preparazione, produzione e commercializzazione di cibo, in pratica artificiale; di comunicazione e promozione dello stesso per obbligare l’essere umano al suo consumo. Si spiega anche, e, ancor più, la distruzione senza limiti del territorio che del cibo, grazie all’agricoltura, alla zootecnia e alla pesca, ne è la fonte. Quello vero, che un robot - non essendo in grado né di imboccare, né di masticare, né di ingoiare, e, come tale, di digerire – può solo obbligare l’essere umano a mangiarlo, e, in questo modo, dare il via a uno scambio di ruoli con il robot che diventa suo padrone. In pratica l’intelligenza artificiale procede ad azzerare quella umana, e non solo, lo stesso istinto dell’animale, lasciando alle piante la continuità di vivere il proprio stato, fino a quando non verranno sopraffatte dalla noia.
Tutto e solo per dare continuità all’essenza del sistema, il consumismo, anzi accelerare il suo corso predatorio e distruttivo proprio di un sistema che non ha il senso del limite e del finito. Tant’è che stanno per essere cancellate, dopo un crescente scarso uso, parole come austerità, sobrietà, risparmio, come pure solidarietà, reciprocità.
Una parte di queste riflessioni le abbiamo trasmesse ai giovani e agli insegnanti presenti al terzo incontro dell’iniziativa “Turismo scolastico e dei cammini nel Molise”, dopo quello di Isernia di Campobasso, che si è svolto presso la sede di Termoli dell’Università del Molise. Un incontro interessante di un’iniziativa rivolta alle scuole, perfettamente organizzata dal Presidente dell’Associazione “Molise Città Ideale”, Antonio Giannandrea, che alle scuole ha dedicato tanta parte della sua vita, soprattutto quella lavorativa. Tre incontri con il Molise al centro del confronto e le enormi potenzialità del suo territorio, da organizzare e, con idee, progetti, programmi e apposite strategie mettere in campo per assicurare quel domani che oggi non ha e farlo con le future generazioni, i protagonisti.
In un momento epocale, di svolta, che vedrà presto il confronto tra il locale e il globale; il naturale e l’artificiale, con il cibo assoluto protagonista insieme con tutte le risorse e i valori di quel bene comune primario che è il territorio. Il tesoro che da tempo viene saccheggiato, e, ultimamente, con particolare accanimento da un sistema predatorio e distruttivo che non ha il senso del limite e del finito. Un confronto che il Molise, per quello che è stato e per quello che è, con i suoi primati in quanto a ruralità e biodiversità, può affrontare e rendere vincente proprio con la messa in campo del suo territorio, con i suoi valori storico-culturali, le sue tradizioni, e, con le sue risorse, quali il paesaggio che spazia tra catene di montagne e di dolci colline e un piccolo mare; l’aria non ancora contaminata, soprattutto da polveri sottili; l’acqua potabile, quella rimasta dopo l’ultimo regalo alla Puglia da parte di governanti distratti, ignoranti dei valori e delle risorse del territorio. In primo luogo, l’atto agricolo fondamentale, il cibo che, con i suoi numerosi testimoni Dop, Igp, Stg e i prodotti tipici tradizionali, racconta la passione dei coltivatori molisani e la sapienza delle mani delle donne, origine di profumi e di sapori di una cucina di terra e di mare, che dà un senso di sacralità alla convivialità fino a renderla indimenticabile. Valori e risorse che hanno tutto per far volare la farfalla e rendere il Molise un laboratorio al servizio di altre regioni in modo da rafforzare il senso e il valore del luogo nel confronto con il globale, e così, capovolgere la situazione, dando al passato la continuità con il presente per renderlo futuro nelle mani di giovani sapienti consapevoli della loro identità e delle potenzialità che essa può esprimere.
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Francesco Donadini
09 dicembre 2023 ore 14:59questo narrato è il futuro senza senso e senza scopo. Come Re Mida che morì di fame, dato che l'oro non nutre, sarà anche la fine della finanza speculativa sul cibo e sulla bolla del cibo sintetico. Sono ancora tante le aree come il Molise che invece hanno scopo e senso, rimangono vitali in un contesto deprimente e confido che il pendolo della storia stia arrivato al suo massimo di stupidità e delirio per riavviare un nuovo lungo percorso di attenzione e meraviglia per la vita vera, non artificiale. Grazie Pasquale.