Editoriali
Un direttore esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale ostile all’Italia
Jamie Lillo, attuale direttore aggiunto del Coi, è il favorito per guidare l’organismo internazionale, nonostante pendano indagini nei suoi confronti. Un personaggio nemico dell’Italia olivicola e della qualità
23 marzo 2023 | Alberto Grimelli
Al Consiglio oleicolo internazionale si decidono le regole del gioco.
E’ al Consiglio oleicolo internazionale che si deciderà se il limite degli steroli per gli oli extra vergini di oliva di Coratina e Nocellara del Belice potrà essere abbassato.
E’ al Consiglio oleicolo internazionale che si decide se depotenziare il panel test.
E’ al Consiglio oleicolo internazionale che si decide se perseguire la strada della qualità o quella dell’olio commodity.
E’ al Coi che si fa mercato attraverso accordi promozionali e istituzionali.
Scelte che spettano al Consiglio dei Paesi membri ma su cui il segretariato esecutivo, guidato da un direttore esecutivo, ha un peso determinante.
Oggi il favorito per tale posizione è lo spagnolo Jamie Lillo, attuale direttore aggiunto del Coi.
Su questo personaggio, che ha sempre manifestato la sua ostilità verso i valori oleari italiani, pendono accuse di mobbing depositate all’Administrative Tribunal of the International Labour Organization e al Tribunale di Madrid. Le accuse in sé sono molto gravi ma ancora più grave è il palese disprezzo, come emerge dagli incartamenti, che Jamie Lillo manifesta nei confronti di chi non la pensa come lui o ostacola i suoi piani.
Il direttore aggiunto è il paladino dell’asse iberico-tunisino e di interessi anche foschi, di triangolazioni di oli, di una visione dell’olio di oliva che sotto l’apparenza della qualità e dell’ecosostenibilità nasconde la voglia di affermare che l’olio è tutto uguale, tutto buono, tutto extra vergine.
Jamie Lillo è coccolato e protetto in Spagna da Antonio Luque, presidente di Dcoop, e da un sistema cooperativo votato ai numeri, al fatturato e a creare assi di potere per espellere dai mercati l’olio che non è arabo o spagnolo.
Jamie Lillo è coccolato e protetto dall’attuale direttore esecutivo del Coi, il tunisino Abdellatif Ghedira perché è il prosecutore ideale di una politica arabo-centrica. Sotto la guida di Ghedira l’export di olio di oliva tunisino, ma anche turco, è esploso. Un trend che deve continuare e Jamie Lillo ne è il garante. E’ questa la ragione per cui il direttore esecutivo ha affermato, contro ogni convenzione internazionale, che Jamie Lillo ha l’immunità diplomatica permettendogli di scansare, al momento, il processo per mobbing.
Jamie Lillo, però, è soprattutto un personaggio che, con atti politici, ha dimostrato il suo disprezzo per l’Italia. Ha lui la delega alla promozione e alla ricerca.
Negli otto anni al Coi ha avuto modo di siglare protocolli d’intesa tra il Coi e quasi tutte le Università spagnole. Mai con un’Università italiana.
E’ stato creato un portale sul binomio olio e salute sotto l’egida del Coi in cui non è coinvolto alcun centro di ricerca italiano.
Il Coi riconosce quasi tutte le banche di germoplasma internazionali, l’ultima in Argentina, ma mai ha riconosciuto gli innumerevoli centri presenti in Italia.
Il Coi non ha chiamato, per convegni o iniziative promozionali, esperti italiani. Il dominio spagnolo è pressochè assoluto.
Il Coi ha siglato un accordo promozionale con l’American Culinary Institute garantendo cospicui fondi che, guarda un po’, sono serviti all’associazione americana per aprire una sede a Barcellona. E guardate quali oli l’American Culinary Institute promoziona sul proprio sito e nei propri eventi.
Si potrebbe continuare a lungo.
Jamie Lillo è palesemente fazioso, di parte, assoggettato a interessi antitetici rispetto a quelli italiani. Ha dimostrato, con strafottenza e arroganza (ben palesata anche negli atteggiamenti che gli stanno costando le accuse di mobbing), di poter fare a meno dell’Italia. E lo farà nel caso venisse nominato direttore esecutivo del Coi.
E’ chiaro che con Jamie Lillo al Coi il declino olivicolo dell’Italia sarà quantomeno accelerato.
Un colpo di grazia? Forse.
E’ questo che il governo Meloni e il ministro Francesco Lollobrigida intendono per sovranità alimentare?
Potrebbero interessarti
Editoriali
L'olio della terza varietà di olivo più diffusa al mondo rischiava di finire nell'illegalità: il caso Coratina
La lenta burocrazia per approvare la decisione del Comitato chimici del COI: la procedura scritta si stima richiederà quattro mesi. Siamo di fronte a un parametro chimico che un tempo serviva a proteggere dalle frodi, ma che ora viene utilizzato per abbassare i prezzi
24 novembre 2025 | 13:00 | Silvan Brun
Editoriali
Caro David Prats Palomo, Borges ha pagato l’olio di oliva agli olivicoltori tunisini?
Gli affari tra Borges International Group e Bioliva Med Company sono un fatto. Molto più di una partnership. Ecco i fatti acclarati e molte domande. Quali società, afferenti ad Adel Ben Romdhane, riforniscono ora Borges di olio tunisino?
19 novembre 2025 | 11:00 | Alberto Grimelli
Editoriali
Il prezzo dell’olio extravergine di oliva deve cambiare per il bene di tutti
Che un litro di olio extra fatto come dio comanda non può costare meno di 15 euro al litro è un dato di fatto. Faticoso promuovere l'olio poichè i cibi cosiddetti “proibiti” ci piacciono perché vanno al cervello e ci stimolano la voglia di continuare ad assaggiarne
14 novembre 2025 | 12:00 | Fausto Borella
Editoriali
SQN Alta Qualità Italia: ecco dove sta la fregatura per l’olio extravergine di oliva 100% italiano
Recentemente i Consorzi delle IGP/DOP dell’olio extravergine di oliva ma anche la maggior parte delle associazioni olivicole si sono schierate contro la creazione di un marchio SQN Alta Qualità Italia. Ecco perché
07 novembre 2025 | 15:20 | Alberto Grimelli
Editoriali
La triste realtà dell'olio extravergine di oliva, tra scaffale e mosca dell'olivo
Un consiglio spassionato: imparate ad assaggiare, scegliere ed acquistare l'olio extravergine di oliva. Perché, se non lo fate, il prossimo sentore che scoprirete nel vostro piatto, probabilmente sarà quello del verme morto e frantumato. Buon appetito!
31 ottobre 2025 | 12:00 | Piero Palanti
Editoriali
Formazione del prezzo dell’olio di oliva: dal caso Borges/Bioliva una lezione per l’Unione europea
Oligopoli, mediatori senza scrupoli e controlli disomogenei: volatilità dei prezzi. I punti di debolezza del sistema oleario internazionale emergono in tutta la loro evidenza con il crack Bioliva in Tunisia e gli interessi affaristici tra Adel Ben Romdhane e Borges. Ne abbiamo parlato con Dario Nardella, capogruppo socialisti e democratici alla Commissione agricoltura del Parlamento europeo
30 ottobre 2025 | 13:00 | Alberto Grimelli
Commenta la notizia
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Accedi o Registrati