Editoriali

Il vino è testimone di civiltà e non va criminalizzato

Il vino è testimone di civiltà e non va criminalizzato

Parlare di vino e di un suo uso moderato vuol dire, però, parlare di storia, cultura, tradizioni, cibo, convivio, dialogo, confronto, amicizia. Quel pizzico di felicità che ti concilia con la vita

03 febbraio 2023 | Pasquale Di Lena

Non è. quello in atto, il primo tentativo di criminalizzare il vino approfittando della sua componente di alcol.

Ci hanno provato, non una volta, anche nel passato senza alcun risultato.  Agli inizi degli anni ’80 quando le multinazionali non erano così potenti come lo sono oggi e il neoliberismo, in Italia come in Europa, faceva i primi passi, ancora incerti, tant’è che hanno provato a investire, soprattutto nei territori più vocati  e più rinomati, acquistando grandi aziende vitivinicole, alcune storiche. Quando hanno capito che era un problema la gestione di una realtà produttiva complessa e i profitti non erano quelli sperati sono tornati sui loro passi,  si sono convinti che il vino era un ostacolo. E, come tale, da eliminare. Erano gli anni in cui il vino, soprattutto in Italia viveva la sua rinascita con un’immagine diversa dal passato, quella della qualità e della diversità. Attacchi respinti grazie alla politica, allora nelle mani dei partiti,  e ai governi non ancora asserviti al sistema della finanza (banche e multinazionali). C’è da credere che quest’ultimo attacco al vino, per il momento che viviamo, avrà successo dopo quelli andati a vuoto. Il sistema ha tutto nelle sue mani, tanto da poter fare e disfare a suo piacimento. La dimostrazione di questo suo potere è nelle novità nel campo dell’alimentazione – una vera e propria rivoluzione - con le tecnologie che hanno preso il sopravvento sulla natura e la storia. Una rivoluzione che ha nella comunicazione la sua arma potente. Qualche settimana di gennaio per schierare i pro e i contro nelle trasmissioni televisive di maggior successo e riempire pagine di giornali utili a indirizzare l’opinione del consumatore, con Febbraio che si apre con le notizie che sono già in circolazione i cibi tecnologici e, con l’approvazione della Ue, di quelli a base di insetti.  Cibi che non hanno niente da raccontare visto che non sono testimoni di un territorio, ma solo da consumare per le calorie che servono all’organismo  umano. Ed ecco perché il vino, animatore da millenni di culture e civiltà, viene trasformato in alcol e, così, criminalizzato.

Parlare di alcol so bene che vuol dire anche parlare di vino. Parlare di vino e di un suo uso moderato vuol dire, però, parlare di storia, cultura, tradizioni, cibo, convivio, dialogo, confronto, amicizia. In pratica di quel pizzico di felicità che ti concilia con la vita. La tecnologia, con gli hamburger artificiali e l’uso degli insetti, è la stessa che ci sta portando a essere numeri, per di più utili a chi la possiede e la usa solo per accumulare denaro. Siamo già entrati nell’era del cibo “schifezza” che non ha niente a che vedere con il cibo “spazzatura”, che, comunque, un rapporto con la terra ce l’aveva e ce l’ha. Il sistema non dorme e si sta preparando a vedere come controllare la crescita del numero di bocche da sfamare. Oggi il cibo schifezza, domani la pillola quotidiana che trasforma ogni abitudine di vita. Non più cucina, non più sala da pranzo, ripostiglio. Non più ristoranti e non più supermercati. Non più coltura e cultura, non più campi coltivati, non più suoni. Non più madre terra, ma il silenzio, il vuoto, il nulla.

Continuerò, per il tempo che mi rimane, ad andare avanti con la mie abitudini legate a quello stile di vita che è la Dieta mediterranea, con il suo filo conduttore, l’olio di oliva. Mangerò pasta, riso, verdure spontanee e quelle dell’orto, legumi e frutta e, a pranzo e a cena, berrò il mio bicchiere di buon vino. Continuerò a sognare una società basata sul rispetto,, il valore che apre al sogno ed all’amore. Due elementi fondamentali per progettare il domani  che ha nel raggiungimento della felicità, fatta di attimi, il suo obiettivo unico. Non più nella produzione lorda vendibile, che,  trasformando il denaro da mezzo a fine, l’ha reso strumento di disastri e di disuguaglianze, , consumo di milioni e milioni di ettari di terreno fertile e di foreste pluviali come nel caso del polmone del pianeta, l’Amazzonia.

Potrebbero interessarti

Editoriali

Cucinare con l’olio di oliva giusto significa dare dignità agli ingredienti

In un tempo in cui la cucina si è spesso ridotta a tecnica, estetica o performance, abbiamo dimenticato che cuocere è prima di tutto un atto di cura. L’olio è il tramite tra la materia prima e la sua trasformazione più profonda

01 settembre 2025 | 16:00 | Fabio Ferrara

Editoriali

Due metri quadri al secondo vengono sottratti all'agricoltura e alla natura

Anche nel 2024, come nell’anno precedente, oltre 70 chilometri quadrati di territorio sono diventati artificiali. La necessità e urgenza di un azzeramento sta nel suo significato di una vera e propria svolta, politico-culturale, che riconsidera il territorio bene comune.

29 agosto 2025 | 12:00 | Pasquale Di Lena

Editoriali

La grande squadra del vino italiano

Tornando a viaggiare ed a fare promozione, posto all’attenzione della Fidal e della sua Casa Italia Atletica, il primo impegno è stato quello di attivare le sinergie come quelle messe in campo nei nove anni di promozione, in Italia, e nel mondo, con L’Enoteca italiana di Siena

08 agosto 2025 | 10:00 | Pasquale Di Lena

Editoriali

Grazie ai dazi di Trump anche nuove opportunità di promozione e comunicazione

Dal 7% della quota di mercato in Canada che l’Italia dei vini  allora, deteneva con prodotti, nella generalità dei casi, scadenti, è passata, agli inizi del terzo millennio, a oltre il 30%, soprattutto grazie a una forte spinta iniziale nel campo della comunicazione

01 agosto 2025 | 12:00 | Pasquale Di Lena

Editoriali

L’olio d'oliva non lo fa il frantoio, ma si fa con il frantoio

Il frantoio va utilizzato e inteso quasi come uno strumento musicale che ha i suoi accordi da tarare a seconda della varietà delle olive e del loro grado di maturazione. Superiamo gli anacronismi del passato: l'olio non si compra più nell'elaiopolio

25 luglio 2025 | 12:00 | Giulio Scatolini

Editoriali

Addio cara Aifo: manca una proposta politica olearia che guardi al futuro

Niente confronto e nessuna visione: la storica associazione dei frantoiani olearia avrebbe bisogno di un radicale rinnovamento. Il passo indietro come Presidente dei Mastri oleari e da Aifo 

21 luglio 2025 | 11:00 | Giampaolo Sodano

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati