Editoriali
Finalmente lo Stato ha capito che l'olio extra vergine d'oliva è un capolavoro
Dopo anni in cui ci siamo dovuti accontentare di spot istituzionali mediocri, anche se conditi di volti noti, finalmente una clip ben fatta che riconosce l'importanza della varietà di extra vergini e delle varietà di olivo che compongono l'Italia
04 dicembre 2020 | Caterina Mazzacolin
Che meraviglia quando le istituzioni vanno nella direzione giusta e danno voce al lavoro di qualità e tutela intrapreso - lontano dai riflettori - dalle piccole e medie imprese! Nello specifico, si tratta qui di olio extravergine, un prodotto la cui importanza per l’alimentazione, la salute, la conservazione del paesaggio, dovrebbe entrare con urgenza nel dibattito pubblico.
La bella novità è nella campagna istituzionale promossa dal Mipaaf - Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – insieme a Ismea - Istituto di servizi per il Mercato Agricolo Alimentare. Questa campagna, dedicata al settore olivicolo-oleario, ha il titolo di “Olio su Tavola - I Capolavori dell'Extravergine”.

Come spiega il sito campagneistituzionali.it, questa campagna “… nasce dall’esigenza di promuovere una maggiore conoscenza, presso il pubblico italiano, della grande varietà di extravergine di qualità presente nel nostro Paese e delle oltre 500 cultivar che danno vita a un patrimonio di gusto e cultura unico e inimitabile”.
Infatti, nonostante sia uno degli alimenti più utilizzati in Italia e caposaldo della dieta mediterranea, l'olio extravergine è ancora paradossalmente uno dei meno conosciuti. La causa sta nel fatto che dell’olio si è sempre puntato a comunicarne solo il prezzo, per giunta al ribasso, come se il risparmio fosse l’unico criterio di valutazione. Svalutandolo e togliendogli la dignità nutrizionale e culturale che merita.
Associando i diversi extravergine ai dipinti dei più grandi geni della pittura italiana, come Leonardo, Botticelli, Tiziano e Il Perugino, si punta finalmente a promuovere un prodotto di grande valore celebrandone il rilievo anche culturale. In particolare colpisce l’ultimo spot visto in TV (https://youtu.be/ogtV3oqHVhA), lanciato proprio il 26 Novembre scorso in occasione della giornata internazionale dell’olivo e che verrà trasmesso sino a fine Dicembre sul circuito Rai, Raiplay, coinvolgendo finalmente i media nazionali con una programmazione su tv, web tv, testate giornalistiche e radiofoniche, raggiungendo così milioni di italiani.
La voce off dello spot recita: “Moraiolo, Frantoio, Coratina, Nocellara del Belìce, Leccino, Taggiasca, sono solo alcune delle oltre 500 varità di olive del nostro Paese che danno vita a un patrimonio di oli extravergini unico e inimitabile. Perché dire che gli oli sono tutti uguali è come dire che i colori sono tutti uguali. Ogni extravergine di qualità italiano dà ai tuoi piatti un gusto diverso e forse è venuto il momento di conoscerli tutti. Così la tua cucina si riempirà di capolavori firmati da te”.
Il testo accompagna le immagini di uno chef che versa olio di oliva extra vergine di qualità - e lo si capisce perché la bottiglia è ripresa in dettaglio: di vetro scuro e con tappo anti rabbocco. Lo chef versa l’olio prima in una pentola - mostrando quindi che è consigliabile utilizzare olio di qualità anche per la cottura - e poi lo versa sul piatto finito per esaltarne i sapori. Queste immagini si alternano a quelle di un pittore impegnato a dipingere con colori a olio il ritratto di una graziosa ragazza che, immersa nella natura, tiene in mano una brocca piena di olio dal profumo inebriante.
Una iniziativa importante che cade in un momento di grande sofferenza economica per tutto il comparto agricolo e che per tanti produttori rappresenta un segnale positivo e inatteso. Perché per la prima volta si riconosce l’importanza di un prodotto che negli ultimi 20 anni è sempre stato valorizzato e promosso solo dai produttori stessi, praticamente senza alcun sostegno. Sono infatti più di 20 anni che chi produce olio di qualità investe le proprie risorse nel comparto olivicolo rendendosi conto che per competere sul mercato mondiale il nostro prodotto non solo deve conservare i diversi profumi e sapori dalle tantissime cultivar di olive presenti nel nostro Paese, ma deve lavorarle nel migliore dei modi per potersi imporre su una concorrenza spietatamente al ribasso.
È grazie alla curiosità, alla determinazione e al know-how tutto italiano di questi produttori se oggi l’Italia può vantare oli fra i più buoni del mondo. Tutto il lavoro di tutela delle varietà italiane, di ricerca e miglioramento dei macchinari utilizzati nell’estrazione dell’olio, ha portato l’olio artigianale a una vera e propria rivoluzione qualitativa. Eppure tutto ciò è avvenuto in un mondo parallelo, senza che quasi né il consumatore italiano né la politica si accorgessero di niente.
Purtroppo anni di interventi rivolti esclusivamente a favorire le grandi imprese, hanno generato nei piccoli e medi produttori molta sfiducia verso le istituzioni, amareggiati dal disinteresse verso il loro sforzo. Per questo la campagna appena uscita suscita meraviglia ed entusiasmo: significa che qualcosa sta cambiando e che finalmente non saranno più soli nel tentativo di comunicare al consumatore cosa significa un olio di qualità.
Oggi l’integrità del patrimonio olivicolo italiano è tutto sulle spalle di 1 milioni di olivicoltori, ma le politiche agricole sono per lo più pensate e rivolte alle grandi imprese industriali.
Sarebbe meraviglioso se si potesse considerare questo spot tv come premessa di una nuova visione che ammetta l’esistenza di due fondamentali categorie: l’olio artigianale, trasformato a partire dalla materia prima dalle piccole e medie imprese, e l’olio industriale, frutto principalmente di assemblaggi e partite di olio, nemmeno sempre provenienti dall’Italia.
Questa distinzione sarebbe un fondamentale supporto a tutte quelle aziende che finora si sono occupate di curare i nostri territori tanto amati e riconosciuti in tutto il mondo per le loro colline piene di olivi e incoraggerebbe i produttori a presidiare le loro terre e a produrre oli di qualità nelle diverse varietà e declinazioni delle rispettive regioni. Nel frattempo, ben vengano le campagne di informazione istituzionali sull’olio che, se costanti nel tempo, alla lunga varrebbero molto più di un finanziamento a fondo perduto.
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Davide Spano
05 dicembre 2020 ore 09:10Il problema, ora, è essere certi che il lettore arrivi fino in fondo.
Scherzi a parte, ancora non ho visto alcuni spot a riguardo. Sono previsti anche altri canali?