Editoriali
Grazie a Covid-19 gli imbottigliatori metteranno in bottiglia olio extra vergine buono a prezzo di saldo

L'industria, i commercianti, gli imbottigliatori fanno il loro mestiere. Riempiranno le loro cisterne a prezzi di saldo e venderanno bottiglie a prezzi stracciati al supermercato. Come può difendersi il piccolo produttore artigiano di extra vergine di eccellenza?
24 luglio 2020 | Maurizio Pescari
Produttore che vai giacenza che trovi. Sintesi di una evidente situazione in cui tutti gli anelli della catena dell’olio stanno soffrendo, i grandi commercianti come i piccoli produttori, perché il valore percentuale delle giacenze in magazzino li mette allo stesso livello. Nelle strategie commerciali e nei rispettivi scaffali è diverso, sostanzialmente diverso. Cambia anche l’approccio alle difficoltà e dalle reazioni si comprende che se c’è chi continua a fare il suo mestiere, purtroppo esempi diversi giungono a dimostrare che c’è anche chi ancora non ha ben capito qual è il suo. Da più parti in questo periodo si è sentito dire: “ogni situazione di crisi apre le porte a nuove opportunità”. Ed è vero, dipende dalla capacità di coglierle, dal coraggio che deve diventare la caratteristica principale in chi vuole innovare. Ed esempi sul mercato ne abbiamo visti. All’origine di ogni azione commerciale, comunque, deve esserci la tutela del mercato, il suo sviluppo ed il rispetto del cliente. Ognuno ha il suo mercato e chi non lo sa o non lo ha ancora individuato, non può entrare in quello di altri, o quanto meno, non può utilizzare tecniche commerciali proprie di un altro sistema ed improprie nel suo. Oggi il contendere è tutto direzionato su come risolvere il problema delle giacenze di magazzino, conseguenza dei mesi di fermo; se l’imbottigliatore ha giacenze, rientra a pieno titolo nei suoi compiti/doveri, applicare un deciso taglio di prezzo allo scaffale. Per lui, la promozione, non ha stagione. Se un forte taglio di prezzo lo fa un piccolo produttore, vuol dire che non si ha mercato e avendo capito che una delle cause era il prezzo troppo alto, si è pensato di cogliere la palla al balzo, riducendolo, nella convinzione di eliminare così le giacenze. Si pensa in certi casi di scuotere il mercato, senza sapere che la situazione che sarà scossa sarà la propria, non quella altrui.
Giacenza per giacenza, nella divisione dei compiti rientra a piano titolo il ruolo dell’uno e dell’altro. Il commerciante in questo momento sa che deve approfittare della situazione per ‘fare magazzino’ andando a stoccare olio di qualità da proporre nel pieno rispetto della sua missione di protagonista nell’arte del blend, mentre i medio/piccoli produttori, che vedono ancora alta l’asticella delle vasche in casa, faranno spazio in magazzino ad un paio di mesi dall’avvio della nuova campagna olearia. I commercianti proporranno il loro prezzo, portando chi vende verso i propri interessi, ben sapendo che nella stragrande maggioranza dei casi, quelli in giacenza sono oli di elevata qualità, di un anno ma comunque buono tanto che, come ebbe a dire un produttore da noi interpellato qualche mese fa, ad inizio emergenza Covid: “Questa situazione farà sì che mai come quest’anno i grandi metteranno in bottiglia olio buono”.
I produttori artigianali, come amavamo chiamarli un tempo, hanno affrontato con correttezza i mesi difficili, pochi sconti, a volte addirittura nessuno, al massimo si sono fatti carico delle spese di spedizione fino a fine emergenza. Poi, tra questi, che ci siano stati fulmini a ciel sereno, con sconti esagerati su prodotti di estrema qualità, venduti a suon di euro fino a una settimana prima, è un altro discorso, ma bisogna fare attenzione, perché l’olio è un prodotto particolare ed a renderlo ancora più particolare è il mercato, suscettibile, invidioso e dalla memoria lunga. Molti sono i consumatori che leggono i prezzi costantemente, certi che tanto, tanto prima o poi un’offerta arriva, ma c’è anche un altro tipo di cliente e se un ristorante o un appassionato, che hanno acquistato a venti euro mezzo litro di olio, all’improvviso se lo vedono proporre a 15, qualche domanda se la fanno. Peccato, infondo al posto dei proclami, basterebbe farsi una ragione delle difficoltà, misurare i tempi di reazione e valutare se conviene più tagliare i prezzi che vendere all’ingrosso a chi lo fa di mestiere. Le situazioni di emergenza si affrontano con soluzioni di emergenza.
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Massimiliano d'Addario
26 luglio 2020 ore 12:05Lucidissima e Saggia interpretazione del bruttissimo momento che sta vivendo l'extravergine artigianale di qualita'!!!
L'Olivo ha solide radici, anche dopo le gelate piu' tremende , attraverso i suoi polloni riformera' una bellissima chioma.
Un abbraccio Mr. Pescari.
Max