Editoriali
Il panel test per l'olio d'oliva ha un importante valore estetico che va salvaguardato
Il panel test è stato concepito con due "anime" quella estetica (soggettiva) e quella razionale (collettiva), aspetti che devono necessariamente essere profondamente interconnessi poichè non si può dimenticare lo stimolo emotivo legato all'assaggio
26 giugno 2020 | Matteo Storelli
Gli antichi Greci definivano con la parola "estetica" ciò che potesse venir percepito attraverso la mediazione del senso.
Etimologicamente non è possibile quindi disconoscere al Panel Test questa sua caratteristica genetica.
Questa precisazione è quanto mai opportuna perché diversamente da quanto molti possano pensare il Panel test non solo non è estraneo alle questioni di estetica, ma ad essa deve buona parte di ciò che è.
Da questa prospettiva l’olio può essere visto come frutto di una "regola d’arte" derivante dall’opera del frantoiano eretto a figura di un artista in grado di produrre quello che in arte è il bello e qui si traduce in un soddisfacimento di un bisogno edonistico: il buono.
Non a caso quindi il panel test è stato concepito con due "anime" quella estetica (soggettiva) e quella razionale (collettiva). Per forza di cose questi due aspetti devono necessariamente essere profondamente interconnessi.
Le varie sensazioni organolettiche e le regole di assaggio rappresentano in qualche modo i pennelli che portano ad individuare il bello e quindi il buono che c’è nel prodotto.
Rappresentano il profilo estetico.
Questo ambito è caratterizzato dall’emergere in primo piano della soggettività con le sue manifestazioni che conducono a un sentimento individuale.
E’ indubbiamente la componente aurea del test!
La parte razionale è rappresentata dalla parte matematica che tenta di fornire una legittimazione scientifica e mira a dettare le condizioni di universalità e di necessità per un tipo di esperienza che, ad una prima analisi, ne è priva.
Rappresenta la fase di valutazione e critica dell’approccio estetico.
Trent’anni fa la parte estetica è stata ampiamente enfatizzata per evidenziare il carattere di novità della metodica.
Con tempo questo approccio si è modificato. Il criterio estetico è passato in seconda linea a favore della componente razionale.
Il dibattito scientifico e mediatico si è spostato sui temi tecnici come i sistemi di calcolo, le procedure di revisione, l’interpretazioni dei dati, l’accreditamento.
La parte razionale ha preso il sopravvento.
E’ stato il prezzo da pagare per sedersi tra i commensali dei metodi ufficiali di analisi.
L’anima estetica del panel test sopravvive allo stato puro ormai solo nei concorsi oleari dove questo dualismo viene spezzato e i principi dell’arte dell’assaggio possono esprimersi in tutta loro forza magari utilizzando sistemi di rilevazione diversi o valutando altre qualità.
Spesso si sente dire che il lavoro dell’analista è un lavoro freddo perché muovendosi in un contesto di routine tra formule e calcoli non ha la capacità di emozionare.
Per il Panel test questo è assolutamente falso perchè ha ancora una grande capacità di suscitare emozioni.
Le persone possono approcciarsi all’assaggio per motivi più disparati: dal professionista al mero estimatore, però deve esserci una motivazione comune a tutti: un forte stimolo emotivo.
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