Editoriali

RICOMINCIARE

02 settembre 2006 | Franco Bonaviri

Non è facile. Dopo una meritata vacanza è proprio una gran fatica ricominciare.
Ho sempre considerato la chiusura dell’estate – almeno sul piano psicologico - il periodo conclusivo di ciascun anno. Con settembre, si inizia daccapo. La pausa natalizia, con il cosiddetto Capodanno, in realtà contano ben poco; è troppo breve in tal caso il lasso di tempo che intercorre: è così rapido da non far percepire nemmeno l’interruzione dal lavoro.
Con settembre, invece, è diverso: la ripresa è faticosissima.

Cosa ha di bello l’estate? Intanto porta con sé gli effetti meno invasivi della politica, e non è poco. Non vedere la faccia di certa gente, è sempre un sollievo per l’anima. Sarà che io – da antipolitico quale sono – detesto questo mondo di ipocriti, così attaccato al potere da vendere l’anima pur di conseguirlo o mantenerlo, il potere, ma, credetemi, non sentire questa gente è un benefico impagabile.

Inoltre, da cosa ci salva l’estate?
Dalla televisione, ovviamente. Sì, perché con le tante repliche ci si salva allegramente da quella enorme sborrata di insensatezze che ci schizza addosso sin dal primo mattino, sporcandoci.
Non ve ne siete mai accorti? E’ molto meglio una tivvù in versione estiva. Sarà pure noiosa, ma di certo è meno pericolosa di quella che invece programma bestialità a pieno ritmo.

E non è tutto: l’estate, per altri versi, ci salva anche da un altro male terribile: la burocrazia. Sebbene in parte, perché poi la stupidità non si concede pause.

Capite, allora, perché è un peccato ricominciare?
Riprendere i ritmi dopo un salutare momento di relax è alquanto difficile.
Come si fa infatti ad accettare di essere ancora una volta onesti, bravi e buoni, se poi a ricominciare saranno anche loro: i politici, i televisivi, e, ahinoi, i burocrati.

Se davvero esiste un tizio che so io, allora sì, che Dio ci salvi una buona volta per tutte dai burocrati. Ma Dio – datemi retta, inutile illudersi - è oltremodo impotente nei confronti della burocrazia, come pure nulla può verso il dilagare inarrestabile e senza freni di un male assoluto: la stupidità.

A ben riflettere mi sento un po’ stupido anch’io, per ciò che sto scrivendo.
Come si fa a pensare a un’ipotesi di un mondo diverso?
Non è possibile un mondo senza i politici, senza i televisi, senza i burocrati.
E’, anzi, da scriteriati pensare di mutare corso alla realtà. Il mondo è andato avanti così da sempre: da una parte c’è chi lavora, dall’altra chi vive invece del lavoro altrui.

Perdonatemi per queste considerazioni, ma, si sa, la ripresa settembrina è dura.
Un po’ di pazienza, prego. Uno sfogo è pure permesso, una volta tanto; e che sia benedetto il cielo, infine; perché se un Dio per davvero esiste, come alcuni dicono, allora io dico loro, e a lui se intende ascoltarmi: perché non elaborarlo diversamente, questo stupido mondo!?

Io ho avuto la fortuna di trascorrere le meritate vacanze, invece altri neppure quelle.
Incontro puntualmente ogni anno alcune famiglie di agricoltori seri, onesti - brava gente, insomma; di quelle persone che non si trovano più in giro – ebbene, questi mica sono andati in vacanza! Hanno lavorato ogni santo giorno, per tirare a campare: “perché la campagna – dicono – non si concede pause”.
“Se non irroro le viti, che uva raccoglierò?” mi dicono al mio insistere.
Già, un intervento qui, un intervento là, e al solito certa brava gente resta l’unica che non si concede, pur meritandole, le agognate vacanza: nemmeno un giorno!

Che amarezza, dunque; solo a pensare che costoro dovranno in aggiunta sorbirsi anche quel nucleo di umanità costituita da politici, televisi e burocrati; e proprio ora che si preparano a dominare come sempre la scena, di ritorno dalla pausa estiva.

Pazienza, è la vita.

Quest’estate in compenso ho letto con gran gusto Soffocare di Chuck Palahniuk, di cui consiglio caldamente la lettura. E’ un romanzo straordinario e stralunato, folle e insieme lucido.

Ecco a voi uno stralcio:

Prima che le guardie la portassero via in manette, aveva gridato: “Condannare me sarebbe superfluo. La burocrazia e le leggi hanno già trasformato il mondo in un campo di concentramento pulito e sicuro”.

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