Editoriali

Ricordiamoci di essere più buoni con i frantoiani

Un divertente racconto di una frantoiana, tra il serio e il faceto, per prendere in giro un mondo che cambia senza cambiare mai. Perchè ogni anno, così come ogni giorno, "si ricomincia" ci ricorda Giulia Pasquini

21 dicembre 2018 | Giulia Pasquini

Ogni giorno inizia con una lista di nomi.

Piccoli contadini, grandi fattorie, poche olive, molte olive, “saranno un po’ di più perché il tempo è stato bello”.

Chi vorrebbe frangere prima, chi vorrebbe farlo più tardi.

Chi arriva un’ora prima ed aspetta paziente il suo turno, chi non si presenta “tanto i frantoi sono sempre in ritardo” per poi farsi prendere il posto da chi era ad aspettare.

Chi ha le cassette, chi persiste con le balle, chi scarica con i ribaltabili.

Chi arriva con l’ape, chi con il trattore, chi si fa prestare un camioncino dagli amici, chi fa 200 viaggi con le macchine, chi è sempre in sovraccarico.

Chi “trovamelo un buchino le sono poche” e si presenta con 30 quintali.

Chi “io vengo a tutte le ore, ma verso le 17:00”.

Chi “mi meglio al primo pomeriggio verso le 18:00?”.

Chi dopo due ore che girella in frantoio viene a dirmi “avete due ore di ritardo, potevate avvertirmi!” - “scusi ma a che ora aveva fissato?” - “alle 15” - “adesso sono le 14:30, aspetta un’altra mezz’ora, butta le olive e poi, forse, può venire a lamentarsi del ritardo”.

Chi “fammelo fare l’ho colte da 15 giorni”.

Chi “via giù che sarà un’ora di lavoro?” “Sarà che ancora ho solo 24 ore in un giorno”.

Ogni nome una storia.

Storie che vengono aggiornate dopo un anno di distanza: le perdite, i nipotini che crescono, vecchie generazioni che vanno a sparire, nuove generazioni che arrivano con sogni e speranze sempre antiche.

Ogni giorno una lista ed ogni nome una storia.

Le giornate corrono veloci.

Caricano i fusti prodotti e cancelliamo il nome.

A fine serata si strappa la pagina.

Leggiamo i nomi che incontreremo il giorno successivo.

Entra la prima fattoria di mezzanotte.

Si ricomincia.

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roberta di luigi

07 gennaio 2019 ore 19:25

Quanta verità e quanto lavoro, che si cerca di svolgere al meglio; a volte incompreso ma per fortuna spesso lodato. Viva i frantoiani che lavorano per la qualità e viva le donne dell'olio.

Adele Scirrotta

26 dicembre 2018 ore 20:24

Cara collega, ho letto con molta ironia le tue parole. Ma purtroppo è la Santa Verità. Siamo il cuore pulsante di un’intera filiera, un cuore poco considerato e non solo perché donne ma siamo un’intera categoria quasi a se stessa che dovrebbe esser valorizzata e messa in primo piano da tutti. Noi che Siamo Frantoiani....... una storia infinita

Spartaco Lupi

23 dicembre 2018 ore 16:47

Molto divertente......specialmente adesso che mancano 8 mesi alla prossima campagna!!!