Editoriali

PASSATO E FUTURO

13 maggio 2006 | Luigi Caricato

Non può esserci vera cultura di prodotto se dietro ogni bevanda o alimento non segue, a ruota, una immersione nel passato, così come nel futuro. Il vino e l’olio, ancor più di molti altri generi alimentari, rappresentano d’altra parte i prodotti cardine della civiltà mediterranea, e come tali vanno considerati in tutta la loro evidenza e centralità, anche in termini di immagine e di appeal.

Motore pulsante di una economia solida dagli alti fatturati, i comparti vitivinicolo e oleario godono effettivamente in Italia di un’alta e meritata considerazione. E fin qui tutto bene, segno che le due filiere produttive sono operosamente attive, e che la risposta dei consumatori non è mai mancata. Tuttavia tali comparti, seppure strutturalmente solidi, difettano in fatto di attenzioni verso quella dimensione alta della cultura: la storia e la ricerca. Spesso ci si accontenta di restare in superficie, o fermandosi su questioni puramente tecniche, o evidenziando gli aspetti più appariscenti del marketing. Invece sarebbe il caso di coltivare lo studio e l’approfondimento del passato, da cui si può sempre apprendere qualcosa di utile. Come pure sarebbe il caso di investire sul futuro, appoggiando in modo concreto il mondo della ricerca con i suoi studi. Ed ecco allora due occasioni importanti da cui prendere insegnamento.

Per lo sguardo al passato, si è appena conclusa una settimana di studi su olio e vino nell’alto medioevo, a cura della Fondazione Cisam a Spoleto. Per lo sguardo attento al futuro, altrettanto encomiabile è il lavoro su vino e salute pubblicato su “Enotria”, annuario dell’Unione italiana vini, con le ultime evidenze scientifiche sul tema. Sono due proposte culturali importanti, che vanno accolte con prontezza per farne patrimonio di cultura personale. Anche perché un operatore del settore, o un cultore della materia, non può guardare solo a questioni di natura meramente tecnica. Deve riuscire a cogliere e far propri anche altri linguaggi e saperi. Ciò che soprende in tutto ciò, è che ieri come oggi il filo conduttore sia ancora il medesimo: puntare alla qualità delle produzioni in vista di un obiettivo chiaro e ben preciso. Ovvero: il piacere all’assaggio, con la godibilità del prodotto condivisa dall’intera comunità; e l’aspirazione a una vita florida e senza malanni, grazie al ricorso al vino e all’olio di oliva accolti non più soltanto in quanto semplici alimenti tra i tanti, ma anche quali elementi fondamentali di una farmacopea che ancorra oggi, prese le dovute misure, trova i suoi buoni riscontri nella realtà.




Per prenotare gli atti che raccolgono le relazioni dei medievisti più autorevoli, basta scrivere a cisam@cisam.org.

Per avere copia di “Enotria 2006”: redazione@corrierevinicolo.com.