Editoriali

Un nuovo Medioevo, un nuovo Rinascimento

Le lancette dell'orologio della Storia non si fermano e non tornano indietro, a volte possono accelerare e altre volte rallentare. L'epoca in cui viviamo sarà neoliberista o protezionista? Capitalista o mercantilista? Giochi di parole che sottointendono giochi di potere. Intanto l'agroalimentare italiano...

10 febbraio 2017 | Alberto Grimelli

Viviamo in un'epoca di despoti reali, come Recep Tayyip Erdogan in Turchia, e dittatori immaginari, come Donald Trump negli Stati Uniti.

Viviamo in un'epoca di capitalisti d'antan, come George Soros, e di neocapitalisti rampanti, come Mark Zuckenberg.

Viviamo in un'epoca in cui Papa Francesco apre a una revisione della dottrina cattolica e una Marine Le Pen fa di Dio, patria e famiglia la propria bandiera.

Perdere la bussola è normale. Essere disorientati è naturale.

Non si tratta di buone ragioni per pensare che l'orologio della Storia si sia fermato o che, addirittura, le lancette girino all'indietro.

In realtà quello continua a girare, inesorabilmente.

Siamo noi che ci siamo fermati a guardare cosa sta accadendo e cosa accadrà.

Ormai anche i più entusiasti sostenitori della globalizzazione sostengono che così il sistema non va. I più acerrimi nemici della globalizzazione ritengono sia tutto da rifare.

La globalizzazione ha portato a una libertà nella circolazione dei capitali mai vista, per entità e velocità.

Si spostano fabbriche, posti di lavoro e interi sistemi economici quasi alla velocità di un click sul computer. Vengono distrutti e ricreati migliaia di posti di lavoro a migliaia di chilometri di distanza.

Il capitale ha preso una netta supremazia su tutti gli altri fattori produttivi, sociali ed economici.

Il denaro può tutto: far fallire un Paese, gettare sul lastrico migliaia di famiglie, innescare poderosi flussi migratori, comprarsi terreni estesi come vere e proprie nazioni, persino comprarsi i diritti, di più lo stesso concetto di diritto.

E' dal tempo del Medioevo che così pochi non controllavano e dominavano così tanti.

Finchè ci sono state brioches per tutti, parafrasando la regina Maria Antonietta, abbiamo chiuso un occhio, anzi tutte e due. Ora che spesso non c'è neanche il pane, la rabbia monta.

Si cercano uscite d'emergenza, nascoste dietro parole d'ordine: neoliberismo, protezionismo, mercantilismo, capitalismo...

Giochi di parole che nascondono giochi di potere: equilibri.

Un ordine mondiale è crollato, o sta per farlo. Un altro ancora non è nato.

Che fare in questo frangente?

L'unica possibilità è conservare la nostra identità, come fecero i frati e i monaci negli anni bui del Medioevo. Nei conventi e nei monasteri fu conservata la cultura italiana: libri, manoscritti e opere d'arte. Fu conservata anche la nostra agricoltura, con olivi, viti e alberi da frutto.

Il Rinascimento nasce sulle fondamenta di quel patrimonio inestimabile.

La tempesta, la burrasca che stiamo vivendo ci obbliga a scelte dolorose, a volte drammatiche. Dobbiamo buttare a mare beni, pensieri, persino sentimenti preziosi pur di sopravvivere. Siamo costretti a compromessi inaccettabili.

In tempi di crisi e di emergenza si può tutto, tranne rinunciare alla propria identità.

Oggi, rispetto al passato, è semplice custodire, proteggere, salvaguardare. Ci può pensare internet a immagazzinare il nostro patrimonio artistico, tecnico e scientifico. Ci possono pensare le banche del germoplasma a tutelare la biodiversità.

Si possono preservare oggetti, cose, beni.

L'identità, però, non è fatta solo di materia ma anche di comune sentire, di appartenenza, di di visione e di amore.

Identità è quel filo rosso, per sua natura impalpabile, che ci lega al nostro patrimonio culturale, ai territori e alle radici.

Non possiamo pensare di salvare l'agroalimentare italiano senza salvaguardare la sua identità.

La Storia non si ferma mai ma ha le sue costanti e ci insegna che l'identità è la vera forza dei popoli, quella che ha permesso a noi di uscire dal Medioevo con il Rinascimento.

Potrebbero interessarti

Editoriali

Il prezzo dell’olio extravergine di oliva deve cambiare per il bene di tutti

Che un litro di olio extra fatto come dio comanda non può costare meno di 15 euro al litro è un dato di fatto. Faticoso promuovere l'olio poichè i cibi cosiddetti “proibiti” ci piacciono perché vanno al cervello e ci stimolano la voglia di continuare ad assaggiarne

14 novembre 2025 | 12:00 | Fausto Borella

Editoriali

SQN Alta Qualità Italia: ecco dove sta la fregatura per l’olio extravergine di oliva 100% italiano

Recentemente i Consorzi delle IGP/DOP dell’olio extravergine di oliva ma anche la maggior parte delle associazioni olivicole si sono schierate contro la creazione di un marchio SQN Alta Qualità Italia. Ecco perché

07 novembre 2025 | 15:20 | Alberto Grimelli

Editoriali

La triste realtà dell'olio extravergine di oliva, tra scaffale e mosca dell'olivo

Un consiglio spassionato: imparate ad assaggiare, scegliere ed acquistare l'olio extravergine di oliva. Perché, se non lo fate, il prossimo sentore che scoprirete nel vostro piatto, probabilmente sarà quello del verme morto e frantumato. Buon appetito!

31 ottobre 2025 | 12:00 | Piero Palanti

Editoriali

Formazione del prezzo dell’olio di oliva: dal caso Borges/Bioliva una lezione per l’Unione europea

Oligopoli, mediatori senza scrupoli e controlli disomogenei: volatilità dei prezzi. I punti di debolezza del sistema oleario internazionale emergono in tutta la loro evidenza con il crack Bioliva in Tunisia e gli interessi affaristici tra Adel Ben Romdhane e Borges. Ne abbiamo parlato con Dario Nardella, capogruppo socialisti e democratici alla Commissione agricoltura del Parlamento europeo

30 ottobre 2025 | 13:00 | Alberto Grimelli

Editoriali

Il taglio degli olivi altrui: atto intimidatorio e segno di rottura del legame esistente fra l’uomo e la terra

Il danneggiamento degli olivi non è solo un atto vandalico: è una forma di linguaggio criminale, un messaggio preciso e codificato, che attraversa i secoli e i confini. Colpire un ulivo è come colpire la dignità di chi lo ha piantato, curato e amato

24 ottobre 2025 | 14:30 | Mario Liberto, Pippo Oddo

Editoriali

Caro Presidente Trump, sull’olio di oliva la vogliono fregare!

L’altro volto dello scandalo Bioliva/Borges è il serio rischio di un aumento delle truffe sull’origine sull’asse Tunisia-Spagna, aprendo il vaso di Pandora con gli Stati Uniti d’America. Le colpe di pochi non le possono pagare gli olivicoltori e i frantoiani tunisini, spagnoli e italiani

09 ottobre 2025 | 08:30 | Alberto Grimelli

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati

Pier Sante (nino) Olivotto

11 febbraio 2017 ore 16:55

Complimenti. Bellissimo e molto vero !!!