Editoriali
Viva i delinquenti dell'olio d'oliva!
Celebriamo i novelli benefattori italiani e le loro frodi a fin di bene. L'Italia è diventata una grande potenza olearia vendendo olio di nocciola per olio d'oliva (anni fa), olio deodorato per extra vergine (oggi)
29 luglio 2016 | Alberto Grimelli
Dobbiamo gridarlo orgogliosi e fieri: viva i delinquenti dell'olio d'oliva!
Senza di loro non ci sarebbe l'olio italiano nei mercati internazionali. Senza di loro l'Italia non avrebbe la leadership del commercio oleario mondiale.
Disturbare il manovratore è quindi reato di lesa maestà.
Loro, i delinquenti dell'olio d'oliva, i gradi se li sono conquistati sul campo, vendendo olio di nocciola per olio d'oliva (anni fa), olio deodorato per extra vergine (oggi). Si son fatti le ossa trenta-quarant'anni fa e hanno affinato le loro arti. Oggi le contraffazioni si fanno attraverso triangolazioni internazionali: con le carte a posto anche dell'ottimo olio turco (mai denigrare il prodotto straniero, mi raccomando!) può diventare italiano.
Mica è facile, sapete. Ci vuole creatività. Ci vuole professionalità. Ci vuole competenza.
Non son mica delinquenti, o voi misere menti che non siete altro, sono dei benefattori. Danno lavoro a molta gente. Arricchiscono il territorio. Ripianano i buchi della nostra bilancia commerciale agroalimentare. Esportano i bei nomi italiani ai quattro angoli del globo!
I delinquenti veri, quelli che andrebbero buttati in gattabuia e gettata via la chiave, sono i pennivendoli da quattro soldi, che vogliono raccontare fatti di cronaca, magari con la pretesa di difendere il consumatore; i magistrati impiccioni, che non sanno come funziona il mercato e guardano solo al Codice Penale; le forze dell'ordine insipienti, che frugano persino nei cassetti, rubando tempo ed energie preziose a questi novelli filantropi dell'Italia.
Come dite? Costoro danneggerebbero i giusti? Farebbero illeciti profitti a scapito di chi segue le regole? Getterebbero sul lastrico le imprese oneste? O miscredenti! Non sapete forse che là fuori è la giungla, dove vince il più forte e il più furbo? Non è l'onestà a far conquistare quote di mercato. Etica e moralità sono concetti d'altri tempi. Siete antiquati. Ci vuole innovazione!
Ancora obiezioni? Non se ne può davvero più.
Sì, l'Italia sta perdendo quote di mercato negli ultimi dieci anni. Sì, la Spagna rischia di soffiarci il primato di vendite pure negli Stati Uniti. Sì, la Spagna stessa, e ora persino la Cina, si è presa tutti i più prestigiosi marchi nazionali dell'olio d'oliva. E allora? Dovremo pur salvare il salvabile, oppure no? Una truffettina qui, una frodettina là, e almeno non rischiamo che altri brand nazionali cadano in mani straniere. Lo volete capire o no? Lo fanno solo per il nostro bene!
No, non sono le frodi a danneggiare il comparto olivicolo-oleario italiano. Sono le chiacchiere sulle frodi. Smettiamo di parlarne e cesseranno di esistere. Anche il mago Houdini sarebbe fiero di noi. Gli acquirenti stranieri si sentiranno rassicurati e torneranno a comprare il nostro finto olio italiano che sa tanto di Picual spagnola. Puzza un po' ma tanto non è mai morto nessuno. Si potrà, insomma, tornare a far affari come trenta-quarant'anni fa. Non proprio allo stesso modo, certo. Cosa vi ho detto prima? Ci vuole innovazione. L'olio deodorato è già il passato. Nuove meravigliose ere della contraffazione ci aspettano. Basta un pizzico di chimica e naturalmente l'estro italiano che non manca mai.
Certo, purtroppo anche all'estero si stanno facendo furbi. Hanno imparato anche ad analizzare l'olio. No, l'olio colorato con la clorofilla non lo possiamo più davvero mandare da nessuna parte, nemmeno a Taiwan. Poi, da quando gli abbiamo detto che il panel test è una buona cosa, pensano pure di metter su dei laboratori di analisi sensoriale in Cina e Giappone. Una disgrazia. Qualche minaccia e un buon azzeccagarbugli hanno sempre risolto ogni vertenza giuridico-giudiziaria in Italia. Ma all'estero funzionerà?
Tempi duri per i benefattori dell'olio d'oliva italiani. E' così che gli affari vanno a rotoli.
Non lamentiamoci se lasceranno il suolo nazionale. E' tutta colpa nostra che non li abbiamo difesi, celebrati, osannati come meritano.
Povera Italia! Così finirà davvero a picco.
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