Editoriali

SIAMO QUI

14 gennaio 2006 | Luigi Caricato

Siamo qui.
Puntuali, dopo la pausa natalizia, ad affrontare il 2006.
A sperare per il meglio, nonostante lo scenario non sia tra i più rosei.

Siamo ancora qui, con “Teatro Naturale” giunto ormai al suo quarto anno di vita, perché ci siamo proposti di reagire con forza al vuoto di proposte che si sta purtroppo registrando nel comparto agricolo (e non solo) in modo implacabile.

Siamo dunque qui, come al solito senza alcun costo per chi ci legge e senza sostegni da parte delle Istituzioni.
Siamo qui con l’esclusivo e unico intento di fare libera comunicazione, una comunicazione che sia franca, che non appartenga né alla destra, né alla sinistra, né al centro, ma alla bontà delle idee, le più svariate e diverse.

“Teatro Naturale” non è soggiogato ai poteri (forti o oscuri che siano) e si propone di creare di conseguenza le basi per quel pensiero rurale di cui tante volte abbiamo scritto, ma di cui troppo spesso si osserva in giro una diffusa latitanza.
Forse siamo anomali e perciò intrinsecamente deboli, ma la nostra forza sta tutta in questa marginalità, in questo nostro essere intimamente lontani dai centri del potere.

Siamo qui, dunque, nonostante tutto, nonostante gli spazi riservati all’agricoltura si riducano sempre di più; e nonostante questi spazi, quando presenti, tendano o a essere banalizzanti (come nel caso emblematico di trasmissioni spazzatura come “Linea Verde”, targate Rai, servizio pubblico) o a essere addirittura contro ogni decenza, in quanto pilotati strumentalmente da lobby estranee al mondo agricolo (e qui mi fermo e non faccio esempi, perché è territorio minato su cui si può saltare nel senso letterale del termine).

Siamo dunque qui per capire se da soli o in compagnia di una comunità di essere pensanti che a un certo punto della propria vita si chiede: “ma, che ci faccio qui?”, oppure: “fino a quando dovrò lasciarmi calpestare in questo mondo di ingordi che si serve dell’agricoltura solo per sottrarre quattrini ed energie a chi invece vi lavora ogni santo o maledetto giorno?”

Basta così! Noi non ci accontentiamo solo dei lettori. Vogliamo di più. Chi ci legge ci guadagna, perché non ha da versare nessuna quota di abbonamento, ma è sufficiente che si colleghi al nostro sito. Quel di più è un “sostegno reale”, comunque libero.

Lo scorso anno abbiamo inventato la formula di sostegno denominata “in vetrina”. Non è stato un grande successo di consensi, come si sperava. Segno che il mondo rurale si attende tutto gratis et amore Dei. Ne prendiamo atto. Le nostre battaglie però le proseguiamo, perché gli ideali sono sempre pane per pochi.

“Teatro Naturale” è un settimanale nato con lo scopo di far acquisire spazi all’agricoltura. Noi abbiamo dato, e continueremo a dare. Voi che ci leggete, fate come vi detta la “coscienza” (che parola desueta: c-o-s-c-i-e-n-z-a).

Buon anno, che sia un 2006 carico di buoni auspici.
Come potete notare – in questo numero, e nei successivi – la prima pagina si apre in maniera diversa. Le “finestrelle” sono aumentate e si presentano con maggiore snellezza.
Saremo perciò presenti, settimana dopo settimana, senza necessariamente obbedire a uno schema fisso, come finora è stato. All’interno di ogni sezione è sempre possibile leggere nuovi articoli, ma questa volta gli spazi riservati alla prima pagina sono tutti all’insegna della variabilità, così che ai consueti due primi piani e alle nove “finestrelle” cui eravate abituati, seguirà di volta in volta uno schema libero. Ci saranno dunque numeri più corposi ed altri invece più snelli.
Inoltre, tra le novità da segnalare, l’introduzione di documenti audio, opportunamente segnalati da una specifica icona, per ora solo a corredo di alcuni articoli.
Buona lettura e buon ascolto a voi tutti, dunque; e grazie per la condivisione del “nostro” comune e condiviso percorso, che ci avete fedelmente dimostrato in questi anni seguendoci.

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